“Oltre” al Museo Diocesano di Salerno. Una mostra fotografica e un libro di Massimo Bicciato per Emergency
L’associazione Salerno Attiva Activa Civitas Onlus ha organizzato da giovedì 16 dicembre prossimo al 6 gennaio 2022 una mostra che si terrà al Museo Diocesano di Salerno (largo Plebiscito), del fotografo milanese Massimo Bicciato e la presentazione di un libro dello stesso autore. La mostra intitolata ‘Oltre’ – realizzata in una sequenza di 14 foto – avrà come centralità l’uomo nella sua essenza a rinforzo della dignità e del rispetto dei diritti umani. Il libro, che ha lo stesso titolo dell’esposizione, è stato realizzato al termine di un workshop fotografico sull’isola di Ventotene, per la ricorrenza degli 80 anni del ‘Manifesto di Ventotene’. Libro e fotografie saranno venduti nel corso degli eventi organizzati al Museo Diocesano per realizzare fondi destinati ad Emergency in favore di diverse attività, prima fra tutte quelle di supporto all’Afghanistan. L’evento è patrocinato dal comune di Salerno. La mostra sarà inaugurata il 16 dicembre alle ore 19 nella sala conferenze del Museo diocesano; ospiti della serata, condotta da Stefania Episodio, vicepresidente di Salerno Attiva – Activa Civitas, Rossella Miccio, attuale presidente di Emergency, che argomenterà sui supporti umanitari in corso, e il fotografo Massimo Bicciato. “Sono sempre stato affascinato dall’uomo che occupa uno spazio vuoto. Ho incontrato uomini solitari circondati da spazi infiniti, occuparli con la massima naturalezza. Luoghi torridi, aridi, ventosi, luoghi invivibili. Eppure c’è chi in questi luoghi vive, anzi sopravvive cercando sempre di guardare ‘oltre’ quell’orizzonte che si presenta di fronte ai suoi occhi ogni mattina, perché ‘oltre’ è un pensiero che regala all’uomo una speranza, ‘oltre’ è una speranza per chi ha poche certezze, ‘oltre’ è il sogno che non può essere negato a nessun essere umano”, spiega il fotografo. “Le immagini esposte raccontano storie di uomini solitari che occupano spazi sconfinati come i deserti africani e asiatici fino a raggiungere i fiumi sacri dell’India. Poco importa dove siano state realizzate, perché al centro di tutto questo lavoro c’è sempre e solo un piccolo uomo, l’infinito spazio che lo circonda e il pensiero che lo accompagna: guardare ‘oltre’ quello spazio”.