Approda a Bassano Romano (VT) TEATRO CARAVAGGIO 450- INSTALLAZIONE POLICENTRICA CON PERFORMANCE, il progetto speciale realizzato da Teatro Stabile delle Arti Medioevali – Società Cooperativa (tra l’altro ente organizzatore del Festival Quartieri dell’Arte) con fondi della Regione Lazio e con la collaborazione della Direzione Regionale Musei Lazio e il patrocinio del Comune di Bassano Romano. L’appuntamento è per sabato 18 dicembre alle 12,00 alla Villa Giustiniani Odescalchi a Piazza Umberto I, luogo appartenuto a Vincenzo Giustiniani, uno dei principali committenti di Caravaggio e legato nel Novecento ad alcune delle maggiori opere della cinematografia italiana, prima fra tutte “La dolce vita” di Federico Fellini.
In un luogo così risonante per i significati del progetto, saranno mostrati, a mo’ di esposizione, in anteprima, alcuni fotogrammi del film d’arte “Cecco del Caravaggio” sceneggiato da Gian Maria Cervo e diretto da Francesco di Mauro con un cast di attori che include Fausto Cabra (Caravaggio), Federico Russo (Cecco), Carlo Fineschi (Orazio Gentileschi) e Barnaba Bonafaccia. A questa installazione di videoarte legata al film è associata una conferenza-spettacolo, nell’arco della quale saranno proposti brani della più antica biografia di Caravaggio, recentemente ritrovata, che attesterebbe il compimento da parte di Caravaggio di un delitto in età giovanile in Lombardia, precedente quindi al noto fatto dell’uccisione di Ranuccio Tomassoni a Roma. Il drammaturgo Gian Maria Cervo parlerà inoltre di storie e leggende caravaggesche sorte dal XVII al XXI secolo (l’opera su Cecco è connessa a una vera e propria leggenda generatasi quattro anni fa).
La mattinata a Villa Giustiniani si chiude con una visita al teatro tardo-secentesco del Palazzo che è stato set dell’opera su Cecco e dove è stata installata una gigantografia dell’intervento ricostruttivo del grande pittore contemporaneo Nicola Samorì del “Martirio di San Matteo” di Michelangelo Merisi, realizzato sulla base degli esami radiografici e riflettografici eseguiti sulla versione attuale dell’opera.
Samorì, che ha visto alcune delle sue maggiori opere esposte quest’anno in una importante retrospettiva a lui dedicata a Palazzo Fava a Bologna, cita esplicitamente nel suo lavoro lo stile di Caravaggio e caravaggeschi riportandolo, tuttavia, ai turbamenti della nostra epoca attraverso procedimenti come la spellatura e la foratura dei suoi dipinti-citazione. Va però sottolineato come in questo caso l’artista non abbia voluto adottare evidenti procedimenti di “ri-contestualizzazione” del caravaggismo ma si sia attenuto, in omaggio all’antico maestro, a un forte rigore filologico.