”Brave ragazze” è il nuovo album della cantautrice partenopea Flo, in uscita il 14 gennaio per SoundFly.
Una raccolta di dieci brani, di cui sei sono rielaborazioni o traduzioni in lingua italiana e quattro originali.
«Brave Ragazze è il mio primo disco da interprete – racconta Flo. Quando canti ciò che scrivi sai già la verità, sai già come sono andati i fatti. Sai tutto. La sfida è prendere questo tutto e portarlo fuori perché possa appassionare le persone. Qui è stato diverso. Ho dovuto indagare le storie che hanno generato queste canzoni, immaginare traiettorie e motivazioni altrui. Ho dovuto scoprire il tutto di qualcun altro, riempirlo di un significato mio, di una mia verità. Spero di esserci riuscita».
Melodie emozionanti, testi profondi, ma soprattutto espressioni di un punto di vista femminile, quanto mai indomabile e coraggioso. Autrici e protagoniste di queste canzoni sono donne divise tra grandi successi e grandi solitudini, pietre miliari della nostra musica e della nostra cultura.
La prima tra le Brave Ragazze è Leda Valladares, cantante e ricercatrice del Tucuman, che con il suo registratore negli anni ‘40, raccoglieva per campagne e città, canzoni antiche, urla solitarie e riti che andavano via via scomparendo. L’ironia macabra della sorte la condannò a finire i suoi giorni in una clinica per malati di Alzheimer. Una vita spesa per la memoria che finisce senza più ricordi.
Poi c’è Gilda Mignonette, la cantante napoletana più famosa d’America, la Regina degli emigranti. Morì in mare, durante la traversata da New York a Napoli, dopo aver espresso il desiderio di morire nella propria amata città natale. Sul certificato di morte vennero riportate le coordinate del punto in cui si spense. Migrante per sempre.
Non poteva mancare Gabriella Ferri, la giovane di Testaccio, ironica e sofferente, che diventa “Mamma Roma”. Una storia che va dal folklore, alle notti brave di New York, dalla televisione, ad un rapporto difficile con la musica e col pubblico. Aveva cantato in italiano Grazias a la vida di Violeta Parra, un’altra di queste Brave ragazze. Violeta è un’artista tutta sacrificio e passione, una passione feconda e dolorosa, che la porterà dalle strade di Santiago fino al Louvre di Parigi e oltre. Un’artista senza tempo, assolutamente indimenticabile.
Poi c’è La Lupe, l’artista cubana con el diablo en el cuerpo, amata da Hemingway, Tennessee Williams, Marlon Brando. Nella sua vita c’è l’esilio, qualcuno dice le droghe, l’alcol. Il suo successo in America fu enorme, poi l’oblio in la sedia a rotelle, la vita da senza tetto e una crociata evangelica.
A completare la narrazione di questo caleidoscopico Femminile, quattro brani originali – Maddalena, Boccamara, Furtunata e Malemaritate – rispettivamente racconti della donna nata maschio, della femminilità selvaggia, della madre adottiva e della prostituta.
Ospiti speciali di questo disco sono Paolo Angeli, straordinario musicista e compositore d’avanguardia, che ha suonato in Maddalena e l’inimitabile e istrionico Peppe Servillo, che ha duettato con Flo in Boccamara.
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L’idea
Nel 1952 Anna Banti scrisse Le donne muoiono per parlarci di memoria, di immortalità e di donne. La storia è ambientata in un futuro lontanissimo in cui, a causa di un morbo chiamato “seconda memoria”, gli uomini non muoiono e ricordano le loro precedenti vite, mentre le donne sono condannate a vivere soltanto una vita, senza conservarne memoria. Tra gli uomini e le donne aumenta la distanza: i primi la imputano all’antico pregiudizio del “poco cervello delle donne” e fanno presto a meno di loro, mentre le donne si rifugiano in comunità isolate dove, certe della loro morte, si dedicano all’arte.
Una mattina d’estate la musicista trentenne Agnese, sicura di avere conquistato la seconda memoria, fugge dall’istituto che la ospita. Dopo una settimana passata a riflettere torna dalle sue compagne e si suicida dopo aver consegnato a un’amica il diario “della sua straordinaria avventura”.
Dalla lettura di questo racconto è nato Brave Ragazze e la voglia di scavare e recuperare storie straordinarie che hanno ancora bisogno di essere raccontate; canzoni come fili spezzati che non hanno avuto il tempo di annodarsi saldamente alla nostra memoria. Perché le storie delle donne si estinguono con la loro vita; hanno lo stoppino corto, la fiammella resiste per un po’ e poi … puff. Si spegne al primo soffio di vento. Brave Ragazze è come due mani giunte, che proteggono quella fiammella e l’aiutano a resistere al soffio del tempo.ù
FLO
Cantautrice, autrice, attrice di teatro e imprevedibile entertainer, ha debuttato giovanissima nel mondo del teatro musicale, sotto l’egida di Claudio Mattone. Nel 2014 esce in Europa il suo primo disco “D’amore e di altre cose irreversibili” che, accolto con grande entusiasmo dalla critica e dal pubblico, otterrà alcuni tra i più importanti riconoscimenti italiani (Premio Musicultura2014, Premio Assoluto, Migliore musica e Miglior arrangiamento al Premio Parodi 2014).
A due anni di distanza incide “Il mese del rosario” (Miglior testo al premio Bianca d’Aponte 2014, Premio Musicultura 2015, tra i candidati alle Targhe Tenco nelle categorie “Miglior disco dell’anno” e “Miglior canzone”). Nel 2018 esce il suo terzo disco “La mentirosa” e nel 2020 “31Salvitutti”, che la consacrano tra le più raffinate cantautrici della cosiddetta World Music d’autore. Alcuni tra i più importanti giornali musicali d’Europa (fRoots, Songlines), hanno scritto di Flo come di un’artista dallo stile unico, dal linguaggio ricco di riferimenti eppure inedito. Le sue performance sono un sorprendente miscuglio ritmico e coinvolgente, in cui c’è distensione melodica e improvvisazione, mistero, leggerezza ed emozione.
Ha inciso e condiviso il palco con Stefano Bollani, Paolo Fresu, Daniele Sepe, Enrico Rava, Jorge Hernandez, Elena Ledda e molti altri. In teatro è stata protagonista di spettacoli musicali e di prosa, diretta da registi come Alfredo Arias, Mimmo Borrelli, Davide Iodice.
Ha realizzato colonne sonore per il cinema e per il teatro, condotto una trasmissione per la radiotelevisione svizzera, partecipato a diversi documentari per la Deutschlandfunk Kultur. Per Flo musica, teatro, scrittura sono soltanto modi diversi di raccontare se stessi e la vita; non esistono barriere se non per essere travalicate.
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