Il Teatro Pergolesi di Jesi si prepara all’avvio della Stagione di prosa 2022 – ad inaugurare il cartellone, il 12 e 13 gennaio, saranno Glauco Mauri e Roberto Sturno in “Re Lear” – aprendo al pubblico le Sale Pergolesiane ad un interessante incontro con il pubblico, che anticiperà un nuovo progetto della Fondazione Pergolesi Spontini, e curato da Pierfrancesco Giannangeli, dal titolo “Essere spettatore”, percorso di approfondimento per leggere lo spettacolo dal vivo nel contemporaneo.
Sabato 8 gennaio alle ore 17, le Sale Pergolesiane del Teatro Pergolesi di Jesi accoglieranno lo scrittore Paolo Patrizi che presenterà il suo romanzo, “Re Lear si diverte” (2021, Raffaelli Editore). A dialogare con l’autore sarà Pierfrancesco Giannangeli, docente di Storia dello spettacolo presso l’Accademia di Belle Arti di Macerata.
Re Lear si diverte – gioco di parole, pronunciato da uno dei personaggi, che è un palese incrocio tra King Lear di Shakespeare e Le Roi s’amuse di Hugo – è un romanzo giallo. O, forse, un romanzo d’ambiente e di caratteri, racchiuso nell’involucro di giallo. L’ambiente in questione è il piccolo grande mondo del teatro d’opera. Protagonista un ex celebre baritono che, avendo perso la voce dopo una banale influenza, è stato costretto a cambiare lavoro, trasformandosi in detective privato. Attorno a lui – creando una sorta di rete polifonica – un fitto corteggio di coprotagonisti, antagonisti, deuteragonisti. Un romanzo che oscilla fra il poliziesco, l’umoristico e il grottesco, modulante attraverso differenti registri stilistici a seconda del punto di vista dei personaggi, serratamente dialogato nell’intento di costruire in forma narrativa arie, duetti, quartetti: proprio come nelle opere liriche. Quanto ai drammi di Shakespeare e Hugo – quest’ultimo, non dimentichiamolo, fonte del Rigoletto di Verdi – con cui gioca il titolo, si riveleranno essere le due polarità del mistero e, in qualche modo, la chiave per risolverlo. Fino a un epilogo che, forse contravvenendo alle regole del giallo, mostra come “i fatti” non sempre coincidano con “la verità”. Perché, a motivare l’implacabile catena di omicidi, è stato in fondo il noto precetto verdiano per cui «Copiare il Vero può essere una buona cosa, ma inventare il Vero è meglio, molto meglio».
Paolo Patrizi è nato a Roma nel 1965. Critico e saggista musicale, scrive su varie riviste specializzate, partecipa a iniziative didattiche volte ad avvicinare le scuole al teatro d’opera, coordina progetti interculturali tra opera lirica e altre discipline. La sua attività editoriale si muove soprattutto nel campo della saggistica letteraria, riproponendo, prefando e annotando romanzi a soggetto operistico. Come autore teatrale ha realizzato Ombra mai fu (in collaborazione con Ennio Speranza, Roma, 2016), che affronta in forma di fiction il tema dell’estinzione dei cantanti castrati nell’Ottocento, e il “cabaret goethiano” Wertherfieber (Roma, 2018). Questo è il suo primo romanzo.
Ingresso con Super Green Pass e mascherina FFP2.
Prenotazione obbligatoria: marketing2@fpsjesi.com (fino ad esaurimento posti disponibili)