La stagione del Teatro Laura Betti, curata da ATER Fondazione, si apre nel 2022 con la musica, o meglio con la musica hip hop e le sue radici più profonde.
Sabato 15 gennaio alle ore 21, Luca Persico ovvero ‘O Zulù, frontman e cuore pulsante dello storico gruppo partenopeo 99 Posse, che hanno recentemente toccato il traguardo dei 30 anni di percorso, ci condurrà in un viaggio intorno alla sua biografia artistica, politica e umana con “RIDIRE – Parole a fare male”. La regia è di Pino Carbone non nuovo al tema delle riscritture, infatti Antonio Latella ha voluto dedicargli una piccola personale nella Biennale da lui diretta, nel 2019, a tema drammaturgie.
Ridire è uno spettacolo – concerto, una performance con contrappunti di vita, di storia e canzoni realizzate con i 99 Posse rivisitate. Qualcosa – per citare le stesse parole del regista – “che nasce da una dimensione personale e che assume una dimensione collettiva, in ogni affondo e in ogni sospensione, in ogni battuta e in ogni pausa. Ridire nasce dall’esigenza della parola a diventare musica e poi tornare ad essere parola. Nasce da un percorso e da un’esperienza maturata nel corso di decenni, dalla consapevolezza che gli artisti siano strumenti e voci per leggere la società e viceversa quanto la società abbia bisogno di artisti\chiavi di lettura”.
Si ripercorrono trent’anni di visioni, di lotte, di inquietudini. Tre decenni – dal 1991 al 2021 – di cambiamenti politici e sociali raccontati attraverso mutamenti artistici e personali.
La storia è quella di un artista, ‘O Zulù, Luca Persico, appunto. La sua scrittura, la sua voce e il suo corpo in scena diventano un racconto universale, generazionale, sociale e politico. Ridire è un viaggio tra le emozioni e i mutamenti. Un racconto che si srotola nella scrittura, come una strada lunga trent’anni. Parole, versi, questioni e motivazioni vanno a comporre una grande opera incompiuta e delineano il ritratto di un personaggio, la sua formazione, le sue battaglie.
In scena con Zulù il violinista Edo Notarloberti che percorre e reinterpreta i paesaggi sonori dell’intera storia. Un dialogo a tutti gli effetti al quale si aggiunge, con voce rotta e presenza infantile, l’attrice Francesca De Nicolais che ha il compito di rompere la frontalità, portando la narrazione nello spazio scenico in via di allestimento sotto gli occhi del pubblico. Tre ritmi, tre strumenti, tre linguaggi, un’unica voce.
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Nei giorni di spettacolo dalle 16.00 alle 18.30 e dalle 19.30 fino a inizio spettacolo.