Lo spettacolo che debuttò a Broadway nel ‘41 ha avuto migliaia di repliche in tutto il mondo
“Arsenico e vecchi merletti”, la commedia “brillante” di Joseph Kesselring per la regia di Geppy Gleijses al Teatro Donizetti di Bergamo è piaciuta tanto. Lo spettacolo dedicato a Mario Monicelli e liberamente ispirato alla sua prima regia teatrale su iniziativa dello stesso Gleijses che lo convinse a farla nel ‘92, ha tenuto col fiato sospeso gli spettatori sino alla fine.
In una nota, Gleijses – che, peraltro, riprende la regia di Monicelli – fa sapere come uno spettacolo del genere sia “difficile da catalogare perché non è né una farsa macabra, né una satira del giallo” tuttavia ha rappresentato un crogiuolo di situazioni surreali tra il tragico ed il grottesco che hanno fatto suscitare più volte il sorriso e tante risate tra gli spettatori incuriositi di come sarebbe andata a finire.
Indubbiamente brave le inossidabili protagoniste Anna Maria Guarnieri e Marilù Prati nelle vesti delle sorelle Martha ed Abby Brewster costrette a “svelare” al nipote: il giornalista e critico teatrale Mortimer (un altrettanto bravo Totò Onnis) la morte di 12 ospiti a cui avevan affittato le camere nella loro casa. Tutto ciò Mortimer lo viene a sapere dopo aver scoperto, per caso, ristretto in una cassapanca il cadavere di un uomo: il signor Brown, ultimo in ordine di tempo a venire “sacrificato” dalle due donne. La scena s’apre con queste ultime che ospitano il reverendo Stone (Bruno Crucitti) in visita nella loro casa.
E qui inizia tutto un intreccio di storie che s’innescano una dietro l’altra con le due anziane donne convinte di fare il bene di “persone divenute infelici perché sole senza una famiglia” e che, per questo motivo, “invitavano” a lasciare la vita col sorriso sulle labbra dopo aver fatto loro bere un particolare intruglio di vino mescolato a del veleno, talmente forte da spedirle all’altro mondo.
Naturalmente, l’assurda follia delle due donne non ha certo risparmiato il fratello di Moritmer Teddy (Leandro Amato) convinto d’esser un famoso generale con il compito di trasportare i cadaveri uccisi dalle due ziette “vittime dei cecchini” per dirla con Teddy nella cantina sotto casa dove venivano interrate. Mortimer che dovrà sposarsi con Giulia Stone (Maria Alberta Navello) dovrà risolvere questo caso e per non coinvolgerla più di tanto non le disvela nulla.
Nel frattempo compare sulla scena improvvisamente un altro fratello di Mortimer, Jonathan (Luigi Tabita) che aveva compiuto un omicidio e che per via di un intervento di chirurgia plastica effettuato dal dottor Einstein (Tarcisio Branca) gli abbrutisce il viso e il corpo a tal punto d’apparire come il mostro Frankestein e tutto ciò lo irretisce da diventare pericoloso se qualcuno glielo ricorda. Quest’utimo a sua volta disvela d’aver ucciso altre 12 persone e fatto sapere alle zie di concorrere con loro in questo assurdo primato di “mietere” morti.
Sulla scena subentrano dapprima gli agenti Mulligan (Daniele Biagini) e Brophy (Lorenzo Venturini) che mai avrebbero soltanto immaginato di trovare sulla scena del crimine le due sorelle assieme al tenente Rooney (Francesco Guzzo) nel tentativo poi non tanto convinto di trovarsi dinanzi a due anziane assassine seriali.
Poco prima della partenza di Teddy accompagnato dagli agenti verso la clinica dove finirà i suoi giorni, le due zie (che intendono seguire Teddy nella casa di cura) rivelano che in realtà Mortimer è il figlio illegittimo di una domestica che era andata a lavorare in casa Brewster poco prima che egli nascesse. Divenuto di colpo felice, non foss’altro per il fatto di non appartenere a questa “strana famiglia”, Mortimer annuncia la notizia alla futura moglie e va via. ll finale è l’estremo tentativo delle zie di far fuori l’ultimo malcapitato in casa loro, mentre il sipario si chiude tra gli applausi scroscianti di un pubblico entusiasta che chiude così, nel migliore dei modi, una settimana di repliche strepitose nel teatro bergamasco.