Da giovedì 3 a domenica 6 marzo al Teatro Fabbrichino
il giovane attore e autore comico Davide Grillo è l’interprete di Il tempo stringe: brevi monologhi contro l’affanno una raccolta di brevi soliloqui tragicomici (feriali 20.45, sabato19.30, domenica 16.30).
Si tratta di una selezione di brani che, direttamente o indirettamente, hanno a che fare con il tempo, il suo trascorrere, il rapporto seccante che se ne crea, gli affanni e le nefandezze connessi. Il collante è legato al fatto che il tempo peggiora l’umana condizione a partire dalla fanciullezza in poi.
“Il tempo stinge è una constatazione: dall’infanzia, che il momento più alto, è tutta una lunga discesa e non miglioriamo, tutt’altro, – afferma Grillo -. Crescere pensando alla vita come una continua evoluzione è sbagliato e presto si scopre che non è così. Il tempo infatti porta a maturazione i suoi frutti che poi però vanno a male. Come noterete mi muovo sempre nella cornice teorica del più spumeggiante e sfrenato ottimismo. Si dice spesso che la commedia e la tragedia sono intimamente legate, che sono 2 facce della stessa medaglia, non lo sappiamo. Forse la commedia è semplicemente una tragedia dove si mente sul finale o sulla forma, non sul contenuto. Eppure in Italia si è portati spesso ad associare il comico con l’allegria, la spensieratezza, la felicità e lo star bene, relegando i problemi dell’esistenza al parcheggio o alle buche. Il punto è che nella vita però si sta anche parecchio male o comunque poi in ogni caso si muore. Il mio ideale, come dichiarazione di intenti si intende, è quello di non mentire, di non dissimulare, di non negare la sofferenza. Del resto anche Samuel Becket diceva che nulla è più comico dell’infelicità”.
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