Avrà inizio domani sabato 12 febbraio la sedicesima edizione di Equilibrio, il festival dedicato alla danza contemporanea che fino al 26 febbraio 2022 porterà all’ Auditorium Parco della Musica dieci compagnie protagoniste di un programma internazionale, dopo due anni di stop forzato, ospitando coreografi di spicco della scena europea selezionati dal nuovo curatore della rassegna, Emanuele Masi. Ideatore del programma di questa edizione, Masi è l’attuale direttore artistico di Bolzano Danza, già direttore artistico del Teatro Comunale di Bolzano e consulente di istituzioni culturali nazionali, con progetti che continuano a ricevere importanti riconoscimenti.
In cartellone 7 grandi serate in Sala Petrassi, 10 titoli per altrettante compagnie, 5 coreografe e 3 coreografi, 3 leoni d’oro, una compositrice, 3 prime italiane, 1 prima europea, una performance per famiglie e una Notte all’Auditorium per bambini e bambine, una nuova produzione con il PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble e poi ancora incontri e proiezioni di film documentari.
Si parte dunque sabato 12 febbraio con un doppio appuntamento: in Cavea un flash mob, dal titolo Re:Rosas! a cura dell’Accademia Nazionale di Danza, tratto dallo spettacolo Rosas danst Rosas di Anne Teresa Keersmaker; sul palco della Petrassi l’acclamata coreografa israeliana Sharon Eyal – alla sua prima apparizione a Equilibrio – chiederà alla compagnia tanzmainz l’impossibile, combinando la fisicità del balletto contemporaneo con la musica elettronica e portando all’estremo il complesso gioco di disciplina e devozione che costituisce la formula magica della danza. Più ancora delle sue opere precedenti, Promise, in prima italiana, assomiglia a un sogno. Immagini quasi irreali scompaiono alla velocità con qui sono apparse, dopo essersi incise a fuoco nel cervello dello spettatore.
Attesissima il 15 febbraio Maguy Marin, regina della nouvelle danse française che negli anni ha dispiegato in ogni sua pièce un universo a sé stante, spesso tumultuoso, sempre radicale. Con Umwelt Marin crea un luogo dotato di regole autonome dove un dispositivo di pannelli e specchi scandisce la vita ai nove interpreti della sua compagnia. Un lavoro sulla disfatta del mondo travolto dal consumismo che proietta una visione molteplice, martellante, dispersiva, in risonanza con la musica battente composta dal fedele collaboratore Denis Mariotte.
Il 17 febbraio l’ironica Silvia Gribaudi porta in scena la performance R.OSA – 10 esercizi per nuovi virtuosismi, dissacrante analisi sull’espressione del corpo, della donna e del ruolo sociale che esso occupa. R.OSA si ispira alle immagini di Botero, e una straordinaria Claudia Marsicano (finalista premio UBU come Miglior attrice under 35) sprigiona in modo esplosivo tutta la leggerezza, la libertà e la volontà di esporre la propria fisicità in una performance emozionante nella quale lo spettatore diventa parte dell’azione per giungere infine a vedere la realtà con occhi diversi.
Cristiana Morganti, artista romana, già interprete di Pina Bausch, residente a Wuppertal e della quale Equilibrio ha seguito il percorso autoriale fin dagli esordi, torna in Auditorium con lo spettacolo Another Round for Five, nel corso del quale emergono sempre più nitidi cinque personaggi, in un racconto danzato non lineare che prende forma da un montaggio dal sapore cinematografico sul tema del cerchio inteso come circolo vizioso. In scena, il tempo è scandito da flashback e anticipazioni, in un gioco che confonde realtà e finzione, conscio e inconscio, equilibrio e caos.
Novità dell’edizione di quest’anno sarà una Notte a Teatro, il laboratorio prodotto e realizzato dalla Fondazione Muscia per Roma, grazie al quale sabato 19 un gruppo di bambini e bambine tra i 7 ei 12 anni potrà trascorre un’intera notte in Auditorium partecipando con il performer Marco D’Agostin a workshop di movimento, esperimenti di tecnica teatrale legata a luci, fonica e video, creazione di costumi. Il mattino seguente i giovani partecipanti accoglieranno i genitori con una propria breve performance e a seguire vedranno insieme a loro lo spettacolo Joseph Kids di Alessandro Sciarroni, coreografia che intende porre il pubblico dell’infanzia davanti alla possibilità di osservare i mezzi tecnologici come possibili viatici di creatività e non di mera alienazione.
In replica aperta a tutti alle 11 e alle 17 domenica 20, lo spettacolo creato nel 2013 da Sciarroni sarà interpretato da Michele Di Stefano, Leone d’argento alla Biennale di Venezia e da anni protagonista della scena artistica romana.
Martedì 22 andrà in scena la compagnia tradizionale basca Kukai Dantza che eseguirà la coreografia dell’iconico Marcos Morau dal titolo Oskara, in prima italiana. Lo spettacolo è il connubio tra due universi coreografici e due prospettive di danza, che navigano tra radici più popolari ed espressioni più d’avanguardia: un’opera installativa che ripercorre alcuni aspetti della cultura basca, descrivendo un percorso plastico ed emozionale di simboli e iconografie, dalla forza ambigua e sconcertante, che racchiude la storia dell’esperienza umana.
La serata del 24 febbraio vedrà eccezionalmente il susseguirsi di due coreografie firmate – a distanza di oltre trent’anni – da due leoni d’oro di generazioni contrapposte: Maguy Marin e Alessandro Sciarroni. I loro paesaggi estetici e rarefatti si fonderanno l’uno nell’altro.
La Marin presenterà un brano intenso e poetico, Duo D’Eden, eseguito da due danzatori della MM Contemporary Dance Company che interpretano con stile e padronanza questo pezzo di rara bellezza, originale, molto difficile e articolato. Semplicemente un uomo e una donna, tute color carne che mettono in evidenza la loro nudità, parrucca dei capelli lunghissimi per lei, avvinghiati l’un l’altro come Adamo ed Eva immersi in un percorso di sensualità, eros, difesa, attacco, in un mondo per nulla tranquillo e idilliaco.
A seguire la compagnia Collettivo Cinetico guidata da Francesca Pennini interpreterà il terzo capitolo del progetto Dialoghi, composto da Alessandro Sciarroni, il cui titolo Dialogo Terzo: In a Landscape prende ispirazione dall’omonimo brano di John Cage. Come in altri lavori, Sciarroni intende ricucire una relazione empatica con lo spettatore, quasi una nuova forma di tenerezza, attraverso qualcosa di leggero e misterioso nell’ostinazione della ripetizione, una costanza che sembra avere un’energia opposta rispetto alla pazienza e alla fatica.
Anche la serata conclusiva del festival (26 febbraio) si comporrà di due spettacoli: alle 18 Carbon Song Cycle, una prima europea, una creazione originale per Equilibrio prodotta dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con l’American Academy. Le musiche sono composte dalla performer e cantante statunitense Pamela Z, interpretate dal PMCE – Parco della Musica Contemporanea Ensemble con la direzione musicale di Tonino Battista, e con la performance coreografica di Francesca Pennini di Collettivo Cinetico. Il lavoro compositivo originario di Carbon Song Cycle di Pamela Z risale al 2012 ed è parte di un’opera multimediale che combina musica e proiezioni immersive, mentre per questa occasione l’apparato visuale è affidato a Francesca Pennini. Nella partitura musicale la compositrice, ispirandosi a dati scientifici sul ciclo del carbonio, ha messo in gioco cellule melodiche che rimbalzano tra gli strumenti e la voce, elaborata elettronicamente dal vivo; anche i testi, realizzati dalla stessa compositrice, si ispirano a riflessioni sui cambiamenti climatici e sugli sconvolgimenti in corso nell’ecosistema terrestre. Alle 21 gran spettacolo di chiusura del festival con Triple, lo spettacolo in tre parti di Richard Siegal. Alla sua prima apparizione a Roma, il coreografo americano è tra i più innovativi della scena attuale, ha collaborato con William Forsythe e pochi mesi fa ha avuto l’onore di creare un nuovo spettacolo per il Tanztheater Wuppertal di Pina Bausch. In questa serata Siegal riunisce tre coreografie che hanno tracciato la sua carriera autoriale: create per diversi ensemble internazionali, saranno ora eseguite dalla sua compagnia, Ballet of Difference.
La prima, ballata interamente sulle punte, è intitolata All for one e ha debuttato nell’aprile 2021 tra le sfarzose luci, progettate insieme al lighting designer Matthias Singer, e i futuristici costumi realizzati da Flora Miranda.
La seconda, Metric dozen è forse il balletto più rapido di Siegal: trascinati da un ritmo quasi disumano, opera del compositore Lorenzo Bianchi Hoesch, i ballerini frenetici vorticano nel buio del palcoscenico. Con My generation, il finale sfocia in una festa irrefrenabile con i costumi sgargianti dello stilista Bernhard Willhelm. Musicalmente concepita da Atom Tm come una ironica critica all’industria del pop, la coreografia prende le forme di una divampante scossa elettrica, una mostruosa ebbrezza che si finisce per sperare che non finisca mai.
Il programma del Festival sarà inoltre arricchito da due proiezioni di film documentari che racconteranno due tra i coreografi e gli spettacoli presenti nella rassegna: nel Musa, Museo degli Strumenti Musicale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, sabato 19 febbraio si proietterà il film “Oskara” di Pablo Iraburu e Iñaki Alforja sulla coreografia di Marcos Morau, e il sabato successivo 26 febbraio “Draw a line – Richard Siegal and the Ballet of Difference” della tedesca Benedict Mirow, che racconta il connubio del coreografo americano e della compagnia di danza da lui fondata.