Nei prossimi giorni rientrano dai loro viaggi all’estero due dipinti attribuiti a Sandro Botticelli.
Torna in Galleria la Madonna col Bambino Giovanni Battista e due angeli prestata al Tiroler Landesmuseum Ferdinandeum di Innsbruck per la mostra dedicata alle Madonne di Botticelli terminata il 30 gennaio. Datata 1468, è un’opera giovanile del pittore rinascimentale che, pur rimanendo legato allo stile dei maestri, quali Verrocchio e Filippo Lippi, mostra una volontà di emanciparsi dagli illustri modelli.
Torna in Galleria anche la Pala del Trebbio, esposta fino al 24 gennaio nella grande mostra dedicata dal Museo Jacquemart-André di Parigi alla bottega del Botticelli e che ha celebrato il genio dell’artista e l’attività del suo atelier. Il dipinto, così denominato perché proveniente dall’oratorio del Castello mediceo del Trebbio, nella campagna a nord di Firenze, vede la Madonna col Bambino attorniata dai Santi più cari alla famiglia Medici: si riconoscono infatti San Lorenzo e i santi martiri Cosma e Damiano, tutti nomi ricorrenti nella nobile famiglia fiorentina. Un prestito che si inserisce in un rapporto di collaborazione reciproca con altre istituzioni internazionali, sempre in linea con gli scambi internazionali voluti anche dal MiC – Ministero della Cultura e che vedrà, il prossimo 15 febbraio, il busto di Michelangelo, appartenente alla collezione del museo parigino, arrivare alla Galleria dell’Accademia di Firenze per la mostra che raccoglierà, per la prima volta, le nove effigi in bronzo attribuite a Daniele da Volterra che ritraggono Michelangelo Buonarroti.
Questi dipinti tornano giusto in tempo per riunirsi con le altre opere nel nuovo allestimento della Sala del Colosso che verrà inaugurata il prossimo 7 febbraio.
“L’attività della Galleria dell’Accademia di Firenze è sempre in grande fermento
– dichiara il direttore Cecilie Hollberg– sia per quanto riguarda le collaborazioni con prestigiose istituzioni europee e internazionali sia per i grandi lavori di ristrutturazione, manutenzione, riallestimento, illuminazione e climatizzazione delle sale, che non si sono mai fermati nonostante le criticità del periodo pandemico e che hanno visto il museo impegnato in grandi cantieri di ristrutturazione.”
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