“Jackie” un intenso monologo di Elfriede Jelinek, protagonista Romina Mondello, è al Ridotto del TCVI mercoledì 16 febbraio 2022
Riemerge il filo sottile che collega la stagione di prosa del Comunale con gli Spettacoli Classici al Teatro Olimpico con il ritorno di Romina Mondello, un’intensa Medea avvolta nei veli sontuosi del mistero nel 72° Ciclo dei Classici, che diventerà “Jackie” (Kennedy) al Ridotto del Tcvi, mercoledì 16 febbraio alle 20.45, in un monologo fresco di debutto, dal testo della scrittrice austriaca Premio Nobel per la letteratura, Elfriede Jelinek.
Lo spettacolo, che ha debuttato a Milano ad ottobre, è una produzione Tieffe Teatro Milano con CMC/Nido di Ragno, regia di Emilio Russo, scene di Jessica Koba, manichini di Raffaella Montaldo, costumi di Pamela Aicardi, luci di Andrea Violato; è strutturato in un unico atto diviso in undici capitoli, un percorso in crescendo che racconta il dramma emotivo in tutta la sua crudezza, di un personaggio pubblico, una delle più importanti icone di stile del Novecento, che porta alla luce non tanto la sua storia, quanto piuttosto il suo un tormento interiore.
Scritto nel 2002, due anni prima di ricevere il Nobel per la letteratura, “Jackie” testo teatrale di Elfriede Jelinek, mette al centro della sua indagine un personaggio controverso e, per molti versi inafferrabile, come Jacqueline Lee Kennedy Onassis, nata Bouvier. Protagonista di una narrazione, testimone a tratti feroce di un’epoca in cui il sogno americano di democrazia e pace “un po’ alla buona” era governato dal potere di una famiglia che offuscava con il bianco splendente di sorrisi patinati, abiti e gioielli, figli biondi e felici, una trama fatta di segreti, malattie, sesso, alcol e droga e morte.
Però i miti, restano miti. E quindi la drammaturga austriaca vede Jackie in un altrove, che non è più la vita, dalla quale si è già congedata, ma nemmeno un aldilà; probabilmente è il paradiso o l’inferno in cui lei continua ad esistere nell’epoca della comunicazione di massa, un’epoca di cui è stata protagonista assoluta. Jackie è morta, e a rivelarlo sono la scenografia dai colori freddi e i manichini, stesi per terra o seduti, che rappresentano i simulacri dei personaggi conosciuti, con cui lei continua a parlare del suo tormento, della sua sofferenza infinita nel ruolo di “principessa da rotocalco”: il monologo adotta la narrazione di un eterno tempo presente. Colpisce l’ossessione dell’autrice e del personaggio sull’immagine dei sedili posteriori della limousine presidenziale nel momento dell’omicidio di Dallas, forse il fotogramma più famoso della storia. Jackie dice che con quello sparo è finito tutto questo, anzi tutto è iniziato da quello sparo; nell’unica didascalia al testo del monologo la Jelinek invita a pensare al famoso tailleur rosa indossato a Dallas. L’altra ossessione è quella dei suoi “troppi” abiti, della “troppa” carne di Marylin, del “troppo” sesso di Kennedy. Il suo racconto è in apparenza privo di morale e di giudizio, quasi leggero, ma in realtà si sente tutto il peso della sua vita, dei suoi morti, dei tradimenti, della sua stanchezza, del suo essere icona per le edicole dei giornali (cosa di cui non si ribella affatto). Sicuramente è una storia, anzi più storie (almeno tre, Jackie, JFK, Marilyn) viste da un’angolazione inaspettata che sicuramente pone allo spettatore molte domande.
Elfriede Jelinek, intellettuale da sempre impegnata in opere di forte denuncia sociale e di decostruzione degli sterotipi e dei falsi miti, inserisce nella teatralità del monologo una scrittura che diventa il linguaggio, che tutto comprende e illumina crudelmente: schemi preordinati, storici e sociali, luoghi comuni, miti popolari in una sorta di non rappresentazione.
Il monologo, un’ora e dieci di profonde emozioni in un climax di grande intensità, è stato applauditissimo al debutto in ottobre al Teatro Menotti a Milano; rappresenta una prova straordinaria per Romina Mondello, attrice di grazia, forza e spessore e consente al pubblico di confrontarsi con una scrittura contemporanea, come quella della Jelinek, in una messa in scena assolutamente originale per incontrare un personaggio controverso e dalle mille sfaccettature.
I biglietti per lo spettacolo “Jackie” dal testo della scrittrice Premio Nobel Elfriede Jelinek costano 24 euro l’intero, 19 euro il ridotto over 65 e il ridotto under 30; sono in vendita alla biglietteria del Teatro Comunale, appuntamento obbligatorio, dal martedì al sabato dalle 15.00 alle 18.15; al telefono chiamando lo 0444 324442 nei giorni di apertura dalle 16.00 alle 18.00 e online sul sito www.tcvi.it.
È possibile comprarli anche tramite 18App, Carta del Docente o voucher. Fino al 23 febbraio sono ancora in vendita anche gli abbonamenti alla stagione di prosa 2021-2022 del TCVI.
È aperto, un’ora prima dell’inizio degli spettacoli, il bar nel piazzale esterno del Teatro.
Relativamente alle misure di contenimento della pandemia, i biglietti per gli spettacoli sono nominali. In caso di acquisto per più spettatori, sarà necessario fornire i dati anagrafici e l’indirizzo mail di ognuno. In base alle normative vigenti, l’accesso alle sale teatrali è consentito esclusivamente ai soggetti muniti di “Green Pass rafforzato”, ovvero a chi è vaccinato o guarito dal Covid-19, salvo i casi di esenzione previsti dalla legge. All’interno del Teatro è obbligatorio l’uso della mascherina di protezione superiore FFP2.
Per maggiori informazioni: www.dgc.gov.it.