di August Strindberg
adattamento e regia Leonardo Lidi
con Giuliana Vigogna, Christian La Rosa, Ilaria Falini
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono G.U.P. Alcaro
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi
Con uno sguardo teatrale che mira a restituire il primato del testo, Leonardo Lidi ha vinto a soli 32 anni il Premio della Critica 2020 dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro.
Lidi affronta i testi sacri contemporanei smembrando e ricomponendo la progressione temporale per rivelarne nuove e insolite pieghe interpretative, coerente con un ideale di teatro di parola. Dopo essersi misurato con Spettri, Zoo di Vetro, Casa di Bernarda Alba, La Città Morta e Fedra, ha debuttato nel giugno 2021 al Festival di Spoleto con La signorina Giulia.
«Continuo la mia ricerca sui confini autoimposti dalla mia generazione – afferma Leonardo Lidi – consapevole che il concetto di lockdown ora interroga lo spettatore quotidianamente sui limiti fisici e mentali della nostra esistenza. Tre orfani vivono uno spazio dove è impossibile non curvarsi al tempo, dove la vita è più faticosa del lavoro, in una casa ostile da dove tutti noi vorremmo fuggire. Nell’arco di una notte capiamo come gestire questa attesa, prima della fine, cercando di ballare, cantare e perdersi nell’oblio per non sentire il rumore del silenzio; se nella macabra attesa del Finale di Partita o nell’aspettare Godot sono i morti e i vagabondi a dover gestire il nulla, in Strindberg sono i figli a dover subire l’impossibilità del futuro. Nello spavento del domani l’unica stupida soluzione è quella del gioco al massacro, il cannibalismo intellettuale. L’inganno. Il Teatro. Julie: Ottimo Jean! Dovresti fare l’attore».
Dalla rassegna stampa
«Sono letture oblique le sue, ma che riescono a mettere in trasparenza la ‘banalità’ dei personaggi e nello stesso tempo i condizionamenti di classe e di genere, o anche solo di sentimento. Come nel caso de La signorina Giulia, testo considerato scandaloso all’epoca dell’autore, perché qui il nodo dell’amore impossibile (o meglio non-praticabile) resta quello della diversa appartenenza di classe, lei padrona e lui servo.I personaggi sono ridotti a tre, quasi perché più chiari siano i meccanismi di lotta e di infelicità, e di sconfitta per tutti. Il loro mondo, come quello dei loro rapporti, appare immediatamente asfittico e faticoso, chiusi come sono in una striscia orizzontale di altezza minore di quella umana (che obbliga quindi al capo sempre chino) che sfocia su un lato in un alto spazio verticale, una sorta di grande T rovesciata. (…)Gli attori sono tenuti alla concentrazione massima, di sforzo fisico e di dolore su cui affacciarsi. Una bella prova per tutti e tre: Christian De Rosa desiderio conteso e sacrificale, e le due contraddittorie facce del femminile, la ricca e la povera, Giuliana Vigogna e Ilaria Falini».
Gianfranco Capitta, il manifesto
TEATRO ELFO PUCCINI
Sala Fassbinder
corso Buenos Aires 33, Milano
Mart/sab. ore 21.00; dom. ore 16.30
Prezzi: intero € 33 / rid. giovani e anziani €17,50 / online da € 16,50
Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org