Il Professor Vittorino Andreoli, psichiatra
di fama internazionale e studioso dell’uomo contemporaneo, racconta al pubblico il tema del suo ultimo libro “Storia del dolore” (ed. Solferino), immergendo lo spettatore in un itinerario unico e illuminante alla scoperta della parte più vera e nascosta della nostra mente.
Il dolore, fisico e forse soprattutto mentale, è una delle caratteristiche della specie umana e non è accettabile che l’argomento continui a rimanere un tabù, come se non fosse parte della storia comune a ciascun esser vivente. Per questo è importante raccontarlo: è un modo di affrontarlo ed elaborarlo, di vedere e ascoltare in modo autentico le persone che vivono vicino a noi ma anche noi stessi e la sofferenza che fa parte della nostra vita.
Vittorino Andreoli affronta questo particolare «sentimento» al di là di ogni reticenza, facendone il protagonista di una lezione che incrocia le vite di uomini e donne, le sfide e i destini paralleli di giovani e vecchi. Il dolore è narrato attraverso storie che illustrano e spiegano il mondo quotidiano: dalle conseguenze della pandemia (il lockdown della mente) alla tragedia delle migrazioni (la necessità dell’esodo), dal rapporto tra generazioni (il confronto tra un nonno e un nipote) alla condizione della vecchiaia (il silenzio della memoria) e all’emarginazione del mondo contadino (una corte di campagna).
Letture del testo a cura di Leo De Colle
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