Non poteva mancare nella stagione del quarantennale la bacchetta di Valery Gergiev – al Teatro alla Scala lunedì 7 marzo alle ore 20 – socio onorario e amico della Filarmonica sin dall’inizio della sua carriera. Come ogni volta, ventisette concerti dal 1990 ad oggi, alla sua salita sul podio corrisponde la lettura rivelatoria di uno dei grandi capolavori del repertorio russo, reso con la chiarezza di colori e forme di un’immagine che diventa musica. Debutta al suo fianco il ventitreenne pianista giapponese Mao Fujita, interprete del Concerto per pianoforte n. 2 in sol mag. op. 44 di Pëtr Il’ič Čajkovskij cui Gergiev accosta, nella prima parte del programma, la Suite sinfonica dal balletto Il bacio della fata di Igor’ Stravinskij.
Mao Fujita e Valery Gergiev si sono incontrati in occasione della partecipazione del giovane pianista alla International Tchaikovsky Competition di Mosca nel 2019, dove ha ricevuto la Medaglia d’Argento. Da allora Fujita, premiato anche con il Primo Premio al Concours International de Piano Clara Haskil nel 2017, si è esibito al fianco di orchestre quali Münchner Philharmoniker, City of Birmingham Symphony Orchestra, sotto la direzione di Valery Gergiev stesso, Kirill Petrenko e Mirga Gražinytė-Tyla. Nella scorsa stagione ha debuttato alla Wigmore Hall di Londra e ha interpretato l’integrale delle sonate di Mozart al Festival di Verbier.
Tra i suoi cavalli di battaglia c’è il Concerto n. 2 in sol maggiore di Pëtr Il’ič Čajkovskij, scritto tra il dicembre 1879 e il maggio 1880 in un periodo di fervida attività creativa. Sin dal primo tema orchestrale appare l’attrazione di Cajkovskij per gli elementi melodici e armonici della cultura musicale che lo circondava negli anni dell’infanzia a Kamsko-Votkinsk, un’attrazione tanto forte da ritenere il ricorso a materiale folkloristico un’imprescindibile necessità per dare alla musica tutta la profondità del mondo slavo. Una capacità di fondere tradizione slava e schemi espressivi europei nella quale Stravinskij in seguito si riconobbe.
Il balletto Il bacio della fata, concepito da Igor’ Stravinskij sulla trama di una favola di Hans Christian Andersen, rielaborando temi di Cajkovskij, è dedicato al compositore russo. Come chiarisce Stravinskij nella dedica in partitura, la Fata della favola – che con il suo bacio salva il bambino dalla morte per tornare anni dopo, poco prima del suo matrimonio, e portarlo via con sé nel suo mondo di neve perenne – non è altro che la Musa del compositore russo, incarnazione dell’Arte e della sua attrazione fatale così cara all’estetica romantica.
L’ammirazione di Stravinskij durava sin da quando a undici anni si recò al Mariinskij e, nell’intervallo, incontrò Čajkovskij due settimane prima della morte: «Guardai e vidi un uomo con capelli bianchi e grandi spalle, e questa immagine è rimasta nella retina della mia memoria per tutta la vita», ha scritto in Expositions and Developments.
INFO
Lunedì 7 marzo ore 20, Concerto
Teatro alla Scala
Filarmonica della Scala
Valery Gergiev, direttore
Mao Fujita, pianoforte
Pëtr Il’ič Čajkovskij
Concerto per pianoforte n. 2 in sol mag. op. 44
Igor’ Stravinskij
Il Bacio della Fata
Suite dal balletto
Biglietti:
€ 10-110.
848 002 008