Un racconto scenico per riappropriarsi di uno dei concetti più compromessi dagli ultimi anni di emergenza sanitaria: il tempo.
Debutta a Verbania “Vanitas. L’inganno del tempo”: lo spettacolo guidato da voce narrazione (live cultural storytelling) con un obiettivo: divulgare la cultura e reinventare insieme al pubblico un punto di riferimento da cui ripartire post pandemia.
Sabato 5 marzo ore 21.00 al Teatro Maggiore (via S. Bernardino 49), accompagnati dallo storico dell’arte e museologo Maurizio Vanni, gli spettatori saranno condotti alla scoperta dell’idea di presente, passato e futuro nel pensiero artisti, filosofi e scienziati dalla Grecia classica alle avanguardie storiche, da Sant’Agostino a Picasso, da Einstein a Galileo tra narrazione, recitazione e musica. L’evento sarà ad ingresso gratuito con libera donazione. I proventi saranno interamente devoluti al progetto di sostegno alimentare Emporio dei legami.
“Stiamo vivendo uno dei momenti più complessi della nostra storia – spiega Vanni, ideatore dell’iniziativa già attivo a Verbania coi progetti “Piacere cultura” 2020 e 2021 – il Covid-19 ha creato in noi disorientamento, stress, stati d’ansia e disagio di fronte a un mondo nuovo ancora da connotare. La cultura è sempre stata un acceleratore di evoluzioni, un elemento che stimola pensiero e riflessione, ma soprattutto un meraviglioso pretesto per accendere il desiderio di ripartire. È questo il pensiero che ci ha guidati nella produzione di uno spettacolo che avesse come punto fermo la responsabilità sociale delle arti, da cui deriva la volontà di essere gratuitamente a disposizione degli spettatori e il progetto di collaborazione con Lions Club Verbania a favore di Emporio dei legami”.
“FINALMENTE VANITAS! Programmata, come terzo evento di PIACERE CULTURA, per il dicembre 2020, ha subito i tempi della pandemia. Questo ci dice che, in ogni caso, il TEMPO è il grande protagonista delle vite di tutti gli esseri viventi – ha continuato Rita Nobile, Presidente della Fondazione Il Maggiore – Volendo limitarsi al genere umano, dal concepimento alla nascita passano nove mesi…così per tutti e ovunque. Già la mitologia greca usa e mette in evidenza la componente tempo per intessere storie o conciliare vite degli dei. Un esempio può essere il ratto di Proserpina, sulle rive del lago di Pergusa, in Sicilia, tra Enna e Piazza Armerina. Cerere vuole che Plutone restituisca Proserpina, perché non rimanga con lui nel regno degli Inferi. La conciliazione arriverà attraverso il tempo…Proserpina vivrà per sei mesi con la madre e per sei mesi con il marito. Un’altra storia legata al tempo è quella di Penelope, che rifiuta di risposarsi, in attesa di Ulisse. Per venti anni sta al telaio, per tessere di giorno e disfare, di notte, la tela al cui completamento ha legato il suo impegno di scegliere un nuovo marito. Venendo alla storia recente, credo sia determinante l’esempio di Liliana Segre. Come ha vissuto il tempo dal momento in cui ha saputo che non sarebbe potuta ritornare a scuola con i suoi compagni, al momento in cui, il 21 gennaio del 1944, fu deportata insieme al padre, nel campo di Auschwitz-Birkenau. Il padre non lo vide mai più perché morì il 27 aprile 1944. Fu liberata il 1° maggio 1945. Da allora ha dovuto, col tempo, recuperare ricordi, lenire dolori, ricostruire la sua vita. Ancora oggi, già novantenne, nominata Senatrice a vita il 19 gennaio 2018 dal Presidente Sergio Mattarella, è lucida testimone di quel tempo e di quegli eventi. Mi piacerebbe che il Prof. Maurizio Vanni potesse ideare una prosecuzione del progetto, dedicandolo e strutturandolo su aspetti, artistici e culturali, della vita delle donne, nel tempo e nei Tempi”.
“Non possiamo negare che la percezione del tempo determini il nostro modo di pensare, di essere e di fare – conclude Vanni – ad esempio, il solo fatto di credere che la vita abbia un tempo limitato, oltre il quale nulla esiste, incide notevolmente sulle nostre modalità di rapportarci ai valori del mondo. La nostra esistenza si basa interamente su concezioni relative al concetto di tempo. E chi, se non artisti, filosofi e scienziati, potevano raccontare meglio il rapporto tra tempo e uomo, per aiutarci a comprenderlo e ad allargare i nostri orizzonti?”.
In scena con lui, il violinista Francesco Carmignani, gli attori Francesco Bargi e Andrea Faver. “Fondendo narrazione, musica e teatro – conclude Vanni – trasporteremo il pubblico in una dimensione coinvolgente, che catturerà la sua immaginazione”.
Critico e storico dell’arte, specialista in Valorizzazione e Gestione museale e in Marketing non convenzionale, Maurizio Vanni lavora per la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara, è docente di Museologia per il turismo all’Università di Pisa, di Marketing non convenzionale alla Facoltà di Economia di Roma Tor Vergata per il Master Economia e Gestione della Comunicazione e dei Media, e ha curato più di 700 eventi e mostre in oltre 30 paesi del mondo promuovendo sempre i concetti di sostenibilità e di responsabilità sociale della cultura.
I racconti scenici, o live cultural storytelling, sono narrazioni interdisciplinari che, guidate da una voce narrante (storyteller), mettono in scena una drammaturgia legata alla vita e al pensiero di un grande artista che ha influenzato lo stile di vita della comunità in cui ha vissuto e, quasi sempre, di quelle successive. Ogni disciplina – musica, voce, lettura scenica, performance teatrali – diventa parte di un’unica narrazione, tessera di uno stesso mosaico. Un racconto che si presta a far rivivere un artista del passato, farlo conoscere in modo meno formale e più irriverente attraverso aneddoti e “leggende” legate alla sua vita, in modo da offrirne una visione meno scontata, più accattivante, divertente e forse soprattutto più vera.
L’evento è prodotto da IL MAGGIORE Centro Eventi, realizzato in collaborazione con il Lions Club di Verbania, patrocinato dalla Regione Piemonte, dalla Città di Verbania, dalla Fondazione CRT, da REN-CAR e da Acqua Novara.VCO.