AL TEATRO MIELA DI TRIESTE PEQUOD
ITINERARI DI LETTERATURA E GIORNALISMO
E’ proprio vero, quei sedili color sabbia ripiegati su se stessi
e le gomme, anche tutto quel ferro…
se l’acciaio è stato ridotto così, cosa ne è stato della carne?
E i pensieri, i sogni, i progetti?
Hanno avuto il tempo di salutare la vita?
Erano lì dentro Antonio, Rocco, Vito.
Aver davanti la vettura, o quel che ne rimane è un pugno nello stomaco, non si tratta più di un filmato televisivo, delle immagini riviste ogni 23 maggio da trent’anni.
E’ profondamente vero quel senso di sgomento, di inadeguatezza, di dolore e la domanda è inevitabile:
<<Cosa fare?>>
La risposta arriva forte, potente, determinata da uomini quali Enzo D’Antona, Antonio Calabrò, Sergio Buonadonna i giornalisti de L’Ora di Palermo.
Uomini che hanno portato avanti la cronaca, assieme a molti altri, con coraggio e consapevolezza affinché la lotta alla criminalità organizzata non si arrestasse e tanto meno si abbassasse la guardia nell’illusione di una resa dinnanzi allo Stato che non è mai avvenuta. I quadri scenici, che hanno visto protagonista Marco Puntin, hanno reso ancora più coinvolgente la partecipazione del pubblico, costruendo collegamenti storici degli eventi di un tempo tanto terribile che richiedeva quasi ad ogni uscita un’edizione straordinaria tra omicidi, rapimenti, bombe.
A trent’anni dalla strage di Capaci, il 14 marzo al Teatro Miela di Trieste è stato presentato “Cronache di mafia”, ovvero “Tre giornate dedicate all’impegno civile e alle lotte al fenomeno mafioso” all’interno della rassegna PEQUOD Itinerari di Letteratura e Giornalismo. Una toccante cerimonia inaugurale, alla presenza delle autorità civili e militari, ha avuto come protagonista l’auto Quarto Savona Quindici. Nel pomeriggio è stato presentato il libro L’ANTIMAFIA TRADITA
Riti e maschere di una rivoluzione mancata, oltre all’autore Franco La Torre sono intervenuti i giornalisti Attilio Bolzoni e Enrico Bellavia.
Martedì 15 è stato presentato il volume “L’ORA Edizione Straordinaria” il romanzo di un giornale raccontato dai suoi cronisti a presentare l’evento Pier Luigi Sabatti e Tina Montinaro (moglie di Antonio Montinaro, capo della scorta di Giovanni Falcone).
Mercoledì 16 marzo, sempre al Teatro Miela è andato in scena “Borsellino”, di e con Giacomo Rossetto, produzione del Teatro Bresci. Nel piazzale dinanzi al teatro è posizionata una teca con quel che resta dell’auto “Quarto Savona 15”, nome in codice della scorta dei magistrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo. In quell’auto persero la vita gli agenti Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Il mondo della cultura oggi celebra la loro memoria e quella dei troppi magistrati uccisi dalla mafia. Il teatro Miela di Trieste decide di portare avanti una rassegna di sostegno civile che ha come protagonista il dibattito tra i maggiori scrittori italiani e i giornalisti delle testate nazionali. Ad aprile si parlerà di Dante, Pasolini, Sciascia, a maggio degli Anni di Piombo tracciando un racconto tra le Trame Nere e il Terrorismo Rosso. PEQUOD la nuova rassegna del Miela ha in programma interessanti appuntamenti in cui, magicamente sulle tavole del palcoscenico, vivono racconti, cronache, dibattiti, dialoghi e brevi monologhi. www.miela.it
Giada Caliendo