Il 28 marzo (ore 20) Maurizio Pollini, che ha compiuto 80 anni lo scorso 5 gennaio, tornerà al Piermarini per il ciclo “Grandi Pianisti alla Scala” (sostenuto da Credit Suisse). In programma Arabeske op. 18 e la Fantasia op. 17 di Robert Schumann e la Mazurka n. 3 op. 56, la Barcarolle op. 60, la Ballata n. 4 op. 52 e lo Scherzo n. 1 op. 20 di Fryderyk Chopin.
Nato a Milano nel 1942, figlio dell’architetto Gino e di Renata Melotti, sorella dello scultore Fausto, Pollini studia con Carlo Lonati e Carlo Vidusso e mostra insieme un talento precocissimo e una non comune capacità di collocare la musica nel panorama più ampio delle arti, del pensiero, della vita civile. Il debutto al Piermarini avviene a 16 anni, nel 1958, con la prima esecuzione assoluta della Fantasia per pianoforte e strumenti a corda di Giorgio Federico Ghedini, diretta da Thomas Schippers. Due anni più tardi la vittoria al Premio Chopin di Varsavia e l’apprezzamento di Arthur Rubinstein lo consacrano tra le più brillanti speranze del mondo musicale: Pollini torna anche alla Scala con Celibidache e il Primo Concerto di Chopin, ma i passi della carriera vengono saggiamente bilanciati dal tempo dedicato al perfezionamento.
Al Piermarini torna nel 1964 per il concerto di Schumann diretto da Sanzogno, e poi nell’autunno del 1969 con il Terzo Concerto di Prokof’ev diretto da Abbado, che aveva da poco assunto trentacinquenne la guida musicale del Teatro. Con il direttore milanese, più anziano di lui di nove anni, Pollini instaura un rapporto artistico, culturale e politico destinato rinnovare il ruolo di Milano tra le capitali musicali europee. Rilettura del grande repertorio, apertura alla musica contemporanea, coinvolgimento di nuove fasce di pubblico sono le direttrici lungo le quali Abbado e Pollini sviluppano percorsi autonomi ma con importanti tratti comuni. Pollini studia e ripercorre per tutta la vita le Sonate di Beethoven (l’ultima incisione delle ultime tre per DG è del 2020), propone una rivoluzionaria lettura antisentimentale e antidecorativa di Chopin, offre un Debussy inedito per precisione tecnica e approccio interpretativo, si fa paladino delle Sonate di Schubert e delle pagine pianistiche di Schnberg e Webern e realizza letture indimenticabili di Bartók, Schumann e Brahms. Ma per lui non esiste discontinuità tra il repertorio e la nuova musica: con la stessa profondità, naturalezza e convinzione esegue la musica dell’amico Luigi Nono (che gli dedica Sofferte onde serene), i Klavierstücke di Stockhausen e pagine di Boulez, Manzoni o Sciarrino.
Il suo percorso scaligero, che include concerti in altri luoghi della città dal Conservatorio alle fabbriche e diverse tournée, prosegue con nuove collaborazioni con Riccardo Muti, Pierre Boulez, Daniel Barenboim e Riccardo Chailly, sia con la Filarmonica sia con il Gewandhaus. Nel mondo Pollini ha suonato presso tutte le più importanti sale da concerto e i festival di maggior richiamo in Europa, in America e in Giappone, ha suonato con le più celebri orchestre e i più grandi direttori. Gli sono stati assegnati molti dei più importanti premi musicali internazionali, tra cui l’Ernst-von-Siemens Musikpreis di Monaco, il Praemium Imperiale di Tokyo, il Royal Philharmonic Society Award di Londra. Alle sue interpretazioni discografiche sono stati assegnati i più prestigiosi premi del settore, come il Grammy Award, l’ECHO Klassik, il Diapason d’or, lo Choc di “Classica”.
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Prezzi: da 95 a 10 euro
Infotel 02 72 00 37 44