Il regista teatrale e di opera lirica statunitense Peter Sellars è l’autore del Messaggio della sessantesima Giornata Mondiale del Teatro, ideata e promossa dall’International Theatre Institute – Unesco. Dal 1962, ogni 27 marzo, nei teatri e nei centri culturali di tutto il mondo, risuona infatti un unico messaggio, affidato a una personalità della cultura mondiale per testimoniare le riflessioni vive sul tema del teatro e della cultura della pace.
Dopo Jean Cocteau e, tra gli altri, Arthur Miller, Laurence Olivier, Jean-Louis Barraul, Peter Brook, Dimitri Chostakovitch, Maurice Béjart, Luchino Visconti, Richard Burton, Ellen Stewart, Eugène Ionesco, Umberto Orsini, Vaclav Havel, Ariane Mnouchkine, Augusto Boal, John Malkovich, Isabelle Huppert, Simon Mc Burney, Sabina Berman, Were Were Liking, Ram Gopal Bajaj, Maya Zbib, Carlos Celdràn, Shahid Nadeem, Helen Mirren, i Premi Nobel Miguel Angel Asturias, Dario Fo, Pablo Neruda, Wole Soyinka, nel 2021 la scrittura del Messaggio è stata affidata all’artista statunitense Peter Sellars che ha acquisito fama internazionale per le sue interpretazioni rivoluzionarie e trasformative dei classici, per la sua difesa della musica contemporanea e per i suoi progetti di collaborazione con una serie straordinaria di artisti.
Fondata nel 1948 a Praga, da esperti di teatro e danza dell’UNESCO, l’International Theatre Institute, unica organizzazione non governativa, operante in ambito culturale, in relazioni formali con l’UNESCO, è presente con Centri Nazionali in circa 100 Paesi, ed ha come obiettivo lo sviluppo di pratiche di cooperazione tra artisti e istituzioni teatrali a livello internazionale, per consolidare collaborazioni tra operatori culturali di tutto il mondo e favorire il dialogo interculturale. «Il contesto storico della nascita dell’ITI è quello della fine della Seconda Guerra Mondiale e dell’inizio della Guerra Fredda. Il teatro si trova, dunque, a fronteggiare da un lato la ricostruzione e il superamento della barbarie che il conflitto mondiale ha generato e, dall’altro, il processo di decolonizzazione e della divisione in blocco orientale e occidentale. L’intento iniziale dei fondatori dell’ITI era di sostenere le azioni dell’UNESCO sulla cultura, l’educazione e le arti, concentrando il proprio intervento sullo status dei lavoratori – ad ogni livello – nei mestieri dello spettacolo», racconta Fabio Tolledi, direttore artistico della compagnia salentina Astràgali Teatro, presidente del Centro Italiano e vicepresidente della rete mondiale dell’ITI – UNESCO.
Mission primarie dell’ITI sono, infatti, la promozione della pace attraverso l’arte, il sostegno dell’innovazione nelle arti performative, la valorizzazione delle diversità culturali, il rispetto dei diritti umani nel campo delle arti dello spettacolo. Tra le più note iniziative promosse a livello mondiale dall’International Theatre Institute figurano, oltre al World Theatre Day (27 marzo), l’International Dance Day (29 aprile) e il Theatre of Nations, dove si sono esibiti per la prima volta in Occidente, dopo la seconda Guerra mondiale, l’Opera di Pechino, il Berliner Ensemble, il Teatro Kabuki, il Teatro d’Arte di Mosca. In Italia, domenica 27 marzo, si celebra anche la nona Giornata Nazionale di Teatro in Carcere promossa dal Coordinamento Nazionale del Teatro in Carcere, costituito da cinquanta esperienze teatrali diffuse su tutto il territorio italiano, con il sostegno del Ministero della Giustizia – Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità.
IL MESSAGGIO
(traduzione a cura di Roberta Quarta)
Mentre il mondo è sospeso di ora in ora, di minuto in minuto su un flusso quotidiano di notizie, posso invitare tutti noi, in qualità di creatori, ad entrare nel nostro ambito, nella nostra sfera e nella nostra prospettiva di tempo epico, di cambiamento epico, di consapevolezza epica, di riflessione e visione epica?
Stiamo vivendo in un periodo epico della storia umana e i cambiamenti profondi e significativi che stiamo vivendo nelle relazioni degli esseri umani con se stessi, tra di loro e con i mondi non umani sono quasi al di là delle nostre capacità di comprendere, articolare, parlarne ed esprimerci. Non stiamo vivendo in un ciclo di notizie 24 ore su 24, stiamo vivendo al bordo del tempo. I giornali e i media sono completamente impreparati ed incapaci ad affrontare ciò che stiamo vivendo. Dov’è il linguaggio, quali sono i movimenti e quali sono le immagini che potrebbero permetterci di comprendere i profondi cambiamenti e le rotture che stiamo vivendo? E come trasmettere in questo momento il contenuto delle nostre vite non come reportage ma come esperienza?
Il teatro è la forma d’arte dell’esperienza. In un mondo travolto da enormi campagne stampa, da esperienze simulate, da previsioni terrificanti, come possiamo andare oltre l’infinito ripetersi di numeri per fare esperienza del carattere sacro ed infinito di una singola vita, di un singolo ecosistema, di un’amicizia o della qualità della luce in un cielo strano? Due anni di COVID-19 hanno offuscato i sensi delle persone, ristretto la vita delle persone, interrotto le connessioni e ci hanno messo in uno strano ground zero dell’insediamento umano. Quali semi bisogna piantare e ripiantare in questi anni, e quali sono le specie invasive e troppo cresciute che devono essere completamente e definitivamente eliminate? Così tante persone si sentono al limite. Tanta violenza sta divampando, irrazionalmente o inaspettatamente. Tanti sistemi consolidati si sono rivelati strutture di crudeltà continua. Dove sono le nostre cerimonie della memoria? Che cosa dobbiamo ricordare? Quali sono i rituali che ci permettono finalmente di reimmaginare e cominciare a provare passi che non abbiamo mai fatto prima?
Il teatro della visione epica, dello scopo epico, del recupero, della riparazione e della cura ha bisogno di nuovi rituali. Non abbiamo bisogno di essere intrattenuti. Dobbiamo metterci insieme. Abbiamo bisogno di condividere lo spazio e di nutrire lo spazio condiviso. Abbiamo bisogno di spazi protetti di ascolto profondo e di uguaglianza. Il teatro è la creazione sulla terra dello spazio dell’uguaglianza tra umani, dèi, piante, animali, gocce di pioggia, lacrime e rigenerazione. Lo spazio dell’uguaglianza e dell’ascolto profondo è illuminato da una bellezza nascosta, mantenuta viva da una profonda interazione col pericolo, l’equanimità, la saggezza, l’azione e la pazienza. Nel Sutra dell’Ornamento Fiorito Buddha elenca dieci tipi di grande pazienza nella vita umana. Uno dei più potenti si chiama Pazienza nel Percepire Tutto come Miraggio. Il teatro ha sempre presentato la vita di questo mondo come somigliante a un miraggio, consentendoci di vedere, attraverso l’illusione umana, la delusione, la cecità e la negazione con chiarezza e forza liberatorie. Siamo così certi di ciò che stiamo guardando e del modo in cui lo guardiamo che non siamo in grado di vedere e sentire realtà alternative, nuove possibilità, approcci diversi, relazioni invisibili e connessioni senza tempo. Questo è un tempo per una profonda rivitalizzazione delle nostre menti, dei nostri sensi, delle nostre immaginazioni, delle nostre storie e dei nostri futuri. Questo lavoro non può essere fatto da persone isolate che lavorano da sole. Questo è un lavoro che dobbiamo fare insieme. Il teatro è l’invito a fare insieme questo lavoro.
L’AUTORE
Lo statunitense Peter Sellars, nato a Pittsburgh in Pennsylvania, è un regista teatrale e di opera lirica e direttore di festival che ha acquisito fama internazionale per le sue interpretazioni rivoluzionarie e trasformative dei classici, per la sua difesa della musica del XX secolo e contemporanea e per i suoi progetti di collaborazione con una serie straordinaria di artisti. Il suo lavoro illumina il potere dell’arte come mezzo di espressione morale e di azione sociale. Ha messo in scena opere alla Dutch National Opera, English National Opera, Festival d’Aix-en-Provence, Lyric Opera of Chicago, Opéra National de Paris e Festival di Salisburgo, tra gli altri. Sellars ha collaborato alla creazione di molte opere con il compositore John Adams, tra cui Nixon in China, The Death of Klinghoffer, El Niño, Doctor Atomic, The Gospel According to the Other Mary e The Girls of the Golden West.
Ispirato dalle composizioni di Kaija Saariaho, ha diretto la creazione di produzioni dalla sua opera (L‘Amour de loin, Adriana Mater, Only the Sound Remains) che hanno ampliato il repertorio dell’opera moderna. I progetti recenti (pre-pandemia) includono una nuova produzione del Dottor Atomic all’Opera di Santa Fe, una messa in scena di Kopernikus di Claude Vivier per il Festival D’Automne (Parigi) ed una produzione dell’Idomeneo di Mozart per il Festival di Salisburgo. Verso la fine del 2020 ha ideato e diretto “questo corpo è così impermanente...”, un film creato in risposta alla pandemia globale ispirato al testo del Vimalakirti Sutra.
I prossimi progetti includono una messa in scena del Roman de Fauvel, in collaborazione con il musicologo e fondatore del Sequentia Ensemble, Benjamin Bagby; un revival dell’acclamata produzione di Sellars di Tristano e Isotta, con la sua storia illuminata e approfondita dall’eccezionale opera video creata dall’artista Bill Viola; e Perle Noire, meditations for Josephine, con le musiche del compositore e polistrumentista Tyshawn Sorey, interpretate dall’impareggiabile vocalist Julia Bullock. Sellars ha diretto diversi importanti festival artistici, inclusi i Los Angeles Festivals del 1990 e 1993 e l’Adelaide Arts Festival del 2002. Nel 2006 è stato Direttore Artistico di New Crowned Hope, un festival a Vienna al quale ha invitato artisti emergenti e affermati di diversa estrazione culturale per creare nuove opere nei settori della musica, del teatro, della danza, del cinema, delle arti visive e dell’architettura per la celebrazione del 250° anniversario della nascita di Mozart.
È stato Direttore Musicale dell’Ojai Music Festival 2016. Sellars è Professore Emerito presso il Department of World Arts and Cultures dell’UCLA (University of California, Los Angeles), direttore fondatore del Boethius Institute presso l’UCLA, curatore residente del Telluride Film Festival ed è stato tutor per la Rolex Arts Initiative. Ha ricevuto una borsa di studio MacArthur, il Premio Erasmus per il suo contributo alla cultura europea, il Premio Gish ed è membro dell’American Academy of Arts and Sciences. Ha ricevuto il prestigioso Polar Music Prize ed è stato nominato Artista dell’Anno da Musical America.
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