La leggerezza è in scena con Il delitto di via dell’Orsina, la commedia di Eugène Labiche, dall’1 al 3 aprile al Teatro Comunale di Ferrara. Fa leva sull’ingegno e fa ridere con intelligenza lo spettacolo che vedrà al teatro Abbado gli attori Massimo Dapporto e Antonello Fassari, con la regia e l’adattamento di Andrée Ruth Shammah, che cura anche la traduzione del testo insieme a Giorgio Melazzi.
Un uomo si sveglia e si ritrova uno sconosciuto nel letto, entrambi hanno una gran sete, le mani sporche e le tasche piene di carbone, ma non sanno perché, non ricordano niente della notte precedente. Lentamente i due tentano di ricostruire quanto accaduto, ma l’unica cosa di cui sono certi è di essere stati entrambi ad una festa di ex allievi del liceo. Di quello che è accaduto quando hanno lasciato il raduno non ricordano niente. Da un giornale apprendono che una giovane carbonaia è morta quella notte e, tra una serie di malintesi ed equivoci, si fa strada la possibilità che i due abbiano commesso quell’efferato omicidio.
Una situazione paradossale, un po’ beckettiana, brillantemente costruita da un gigante della drammaturgia come Eugène-Marin Labiche. Temi come la colpa, la responsabilità individuale, la percezione di sé sono affrontati con le regole della commedia di cui è intrisa l’opera, scritta a metà dell’Ottocento dal commediografo francese. Nella produzione del Teatro Franco Parenti, anche gli attori Susanna Marcomeni, Marco Balbi, Andrea Soffiantini e Christian Pradella e Luca Cesa-Bianchi. Scene di Margherita Palli, luci Camilla Piccioni, costumi di Nicoletta Ceccolini, sagome di Paolo Ventura, musiche di Alessandro Nidi.
Non è un caso che questo testo sia stato scelto da registi come Patrice Chereau, che l’ha messo in scena nel 1966 in Francia, e da Klaus Michael Grüber in Germania, racconta Andrée Ruth Shammah. “Appena l’ho letto ho pensato che sarebbe stata una grande sfida, un’opportunità per una regia sorprendente – spiega la regista – Pensando a questi due personaggi, profondamente diversi l’uno dall’altro: uno ricco, nobile, elegante e l’altro rozzo, volgare, proletario che devono confrontarsi con quello che credono di aver fatto, ho pensato subito a Massimo Dapporto e Antonello Fassari, un’accoppiata con cui non ho mai avuto l’occasione di lavorare – e che non ha mai lavorato assieme – ma che credo perfetta per dare vita a questa storia”. Per la regista è “come una scommessa, come la possibilità di dare vita ad uno spettacolo leggero e divertente, ma allo stesso tempo profondo; una riflessione sull’insensatezza e l’assurdità della vita”.
“In questi personaggi fatui, solari e rispettabili, giocosi e goliardici vive un’anima nera che li porterà ad azioni efferate pur di mantenere il loro status di borghesi e privilegiati. Il genere è quello della commedia nera – sottolinea Antonello Fassari – Questa commedia racconta una tragedia in modo comico e la tragedia, sottotraccia, è sempre presente, dietro ogni nostra risata”. “Nei testi teatrali ci sono personaggi che si ribellano all’autore che li ha creati e cercano rifugio nell’attore che li interpreta – dice Massimo Dapporto -. Giorno dopo giorno, durante le prove ti fanno partecipe del loro carattere e ti sorprendono rivelando se stessi con una forza che a una prima lettura ti era sfuggita. Così è stato per il mio Oscar Zancopè”.
Eugène-Marin Labiche nacque a Parigi nel 1815 da una famiglia di ricchi borghesi, industriali molto stimati. E fu proprio nella borghesia che trovò quasi tutti i protagonisti e gli intrecci delle sue pièces. Borghesi con tutte le loro manie, le loro pecche, i piccoli difetti e le grandi virtù. Ha firmato in quarant’anni ben 174 copioni fra commedie e atti unici, scritti da solo o in collaborazione con altri autori. Una frenetica attività drammaturgica che ha prodotto alcuni capolavori come Il cappello di paglia di Firenze ed è culminata con due messinscene alla Comédie Française e la chiamata all’Académie Française. Fu consacrato anche come il “re del teatro da boulevard”, genere di teatro leggero e comico allestito in teatri parigini a gestione privata, come il Palais-Royal dove il drammaturgo mise in scena anche L’Affaire de la rue de Lourcine nel 1857, e 29 degrés à l’ombre nel 1873.
INFO
Giorni e orari degli spettacoli. Venerdì 1 e sabato 2 aprile inizio ore 20.30, domenica 3 aprile ore 16. La pièce fa parte anche della stagione de “Il teatro fa Scuola”, in programma alle ore 10 di sabato 2 aprile. Durata 1 ora e 30 minuti senza intervallo.
Biglietti da 8 a 32 euro (intero). Sono previste riduzioni per senior (over 65), under 30, under 20 e abbonati alla stagione 2019/2020 e gruppi. Per accedere è obbligatorio il Green Pass rafforzato e l’utilizzo della mascherina FFP2.
Informazioni e vendite: 0532.202675 e biglietteria@teatrocomunaleferrara.it.
Maggiori informazioni sul sito https://www.teatrocomunaleferrara.it e su www.vivaticket.com.
Domenica 3 aprile, in occasione dello spettacolo, con “Biblioteca di sera” sono a disposizione del pubblico, per la consultazione, dei testi inerenti alla rappresentazione e un opuscolo con una bibliografia di approfondimento. L’iniziativa vede la collaborazione della Biblioteca del Teatro Comunale con la Cooperativa Le Pagine. “Biblioteca di sera” è una attività realizzata grazie al contributo concesso alla Biblioteca della Fondazione Teatro Comunale dalla Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della cultura.