Il 31 marzo ricorre il quarto anniversario della morte di Luigi De Filippo e Leo Muscato, che ha ereditato la direzione artistica della sua compagnia, firma la regia di Non è vero ma ci credo, commedia di Peppino De Filippo che debutta, alle ore
con una serata speciale al Parioli di Roma. Non è vero ma ci credo, in scena fino al 10 aprile, inaugura il nuovo corso della direzione artistica di Muscato e non certo casualmente perché si tratta del primo spettacolo che il regista aveva realizzato come attore con De Filippo che gli ha insegnato le basi del mestiere.
“Ho mosso i primi passi nel mondo del teatro quando avevo poco più di vent’anni. Mi ero trasferito a Roma per fare l’Università e non sapevo ancora nulla di questo mestiere – ricorda Muscato – Mi presentai a un provino con Luigi De Filippo e lui mi prese a bottega nella sua compagnia. Mi insegnò letteralmente a stare in palcoscenico, dandomi l’opportunità di vivere la straordinaria avventura delle vecchie tournée da 200 repliche l’anno. Rimasi con lui per due stagioni, poi ci siamo rivisti ventidue anni dopo, pochi mesi prima che morisse. Mi chiese di pensare a un progetto da fare insieme. Ne pensai mille, ma non abbiamo avuto il tempo di realizzarne uno”.
Adesso Muscato porta in scena la celebre commedia di De Filippo affidando il ruolo del superstizioso e avarissimo imprenditore Gervasio Savastano a un attore molto amato dal pubblico, Enzo De Caro, in scena accanto a Francesca Ciardiello, Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo, Ingrid Sansone.
In un solo travolgente atto unico si consuma la ben nota vicenda del commendator Savastano che vive quotidianamente nella perenne angoscia di essere vittima della iettatura tanto da impedire a moglie e figlia di uscire e di licenziare il suo dipendente, certo che porti sfortuna. L’arrivo di Sammaria, un giovane in cerca di lavoro, e con tanto di gobba, che secondo Savastano porterebbe fortuna, innesca una serie di eventi paradossali. Muscato lavora su una regia ideata da Luigi De Filippo che aveva ambientato la commedia negli anni Cinquanta, spostandola di una ventina d’anni rispetto al testo originale, ma tenta di attualizzare ulteriormente la vicenda spostandola nella Napoli degli anni Ottanta, surreale e comica, fra Pino Daniele e il mito imperante di Maradona.
“Quella che andremo a raccontare è una tragedia tutta da ridere, popolata da una serie di caratteri dai nomi improbabili e che sono in qualche modo versioni moderne delle maschere della commedia dell’arte – conferma Muscato che sottolinea il pieno rispetto dei canoni della commedia napoletana nel testo – Il protagonista di questa storia assomiglia tanto ad alcuni personaggi di Molière che Luigi De Filippo amava molto”.
Le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Chicca Ruocco, il disegno luci di Pietro Sperduti. Info e dettagli su www.ilparioli.it.
Fabiana Raponi