Di Amélie Nothomb © Editions Albin Michel
traduzione di Alessandro Grilli
regia Cristina Crippa
con Elio De Capitani, Angelo Di Genio, Carolina Cametti
luci Nando Frigerio, suono Jean Christophe Potvin
produzione Teatro dell’Elfo, La corte ospitale
Ironica e maliziosa per alcuni, nera, sulfurea e morbosa per altri, Amélie Nothomb è autrice di romanzi di successo che hanno ispirato film e spettacoli, tuttavia ha scritto un unico testo teatrale, Libri da ardere. Cristina Crippa, sua assidua lettrice, nel 2006 ha scelto di portarlo in scena, certa della forza dei tre personaggi coinvolti in questo gioco crudele. Nel 2018 lo spettacolo è stato riallestito con Elio De Capitani, come allora nel ruolo protagonista, e due nuovi interpreti, Angelo Di Genio e Carolina Cametti (a sostituire Elena Russo Arman e Corrado Accordino).
Una città, forse di un paese dell’est europeo, in un gelido inverno di guerra è stretta nella morsa di un assedio. Un tempo ha avuto una rinomata università e una brillante vita culturale, ormai è semidistrutta dai bombardamenti e ridotta alla fame. Ancora in piedi, la casa di un illustre professore di letteratura ospita, oltre al padrone di casa, Daniel, il suo assistente, e una giovane allieva, amante di turno di Daniel. La situazione d’emergenza altera brutalmente questo microcosmo: a poco a poco i normali punti di riferimento crollano, travolti dal puro desiderio di sopravvivenza, che inverte e modifica ogni rapporto, intellettuale, affettivo, di potere e stravolge il senso intimo di ogni gesto, di ogni abitudine. Il freddo domina la scena, con la sua capacità di paralizzare, di annullare ogni desiderio. È Marina, fragile sotto l’apparente spregiudicatezza, a proporre per prima l’utilizzo della fornita biblioteca del professore come combustibile.
All’inizio si tratta quasi di un gioco un po’ intellettuale, un complicato “distinguo” tra buona e cattiva letteratura. Ma alla fine, giunti all’ultimo romanzo sopravvissuto, non sono più le qualità letterarie ad avere importanza. E il libro rivela tutta la sua valenza simbolica.
«La vicenda è quella di un professore di letteratura, interpretato dal bravissimo Elio De Capitani, perfetto nei panni del suo cinico, colto, tromboneggiante e vile personaggio, del suo assistente Daniel, idealista ma non troppo, della giovane allieva Marina, iconoclasta, anoressica, attanagliata dal gelo, la prima a ‘soccombere’ alla barbarie della guerra… Ma la domanda che il testo sollecita non è se in guerra la vita sia più importante della letteratura, bensì: l’uomo privato della ragione, dell’arte, del suo godere per una parola, un quadro, un tramonto, che uomo è?».
Magda Poli, Corriere della Sera
«Per riscoprire a pieno la bravura intimidatoria, il sarcasmo intellettuale, la lusinga da commediante e l’ubiquità contemporanea di Elio De Capitani, ci voleva la pièce scritta da Amélie Nothomb. Spettacolo serrato e ammonitore, neanche troppo fantascientifico nel suo ipotizzare un misto di guerra, assedio e freddo. De Capitani è superbo nell’irrazionalità del sessantenne che seduce la ragazza dell’altro. Un bel Cechov dell’est di oggi».
Rodolfo Di Giammarco, la Repubblica
TEATRO ELFO PUCCINI, sala Fassbinder, corso Buenos Aires 33, Milano
Mart/sab. ore 21.00
dom. ore 16.30
Prezzi:
intero € 33
rid. giovani e anziani €17,50
online da € 16,50
Info e prenotazione:
tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org