uno spettacolo di Ferzan Ozpetek
con
Francesco Pannofino
Iaia Forte
Erasmo Genzini
Carmine Recano
Simona Marchini
Roberta Astuti, Sarah Falanga, Mimma Lovoi, Francesco Maggi, Luca Pantini, Edoardo Purgatori
scene Luigi Ferrigno
costumi Alessandro Lai
luci Pasquale Mari
produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo,
Fondazione Teatro della Toscana
foto di scena Romolo Eucalitto
La prima regia teatrale di Ferzan Ozpetek è dedicata ad un suo film già pluripremiato, riadattato, in modo fedele, alla trama originale e alle esigenze del palcoscenico.
La scena pulita, avvolta in un candore, quasi accecante, di drappi leggeri, talvolta calati delicatamente dall’alto e, altre volte, intervallati, come sipari di apertura o chiusura, ha permesso, grazie ad un lavoro complesso ma riuscito, un movimento fluido che ben ricorda i tempi del cinema.
Gli attori hanno lavorato al successo corale di questo spettacolo, portando al pubblico le caratteristiche espressive che li hanno resi noti, riconfermando ancora la loro bravura e permettendo all’autore di realizzare una vivace invasione di platea che ha coinvolto e regalato preziosa, spensierata ilarità.
Una ricetta per la pace che si innesta sulle tracce della commedia all’italiana, influenzata dalla scuola almodovariana e capace di sdrammatizzare eccellentemente i toni più cupi e amletici che appartengono alla trama, ma, prima ancora, alla vita; il dolore si scioglie, così, in sorrisi e i sorrisi aiutano a riflettere sui nodi centrali dell’esistenza e della fratellanza, anche paterna.
L’esercizio di intimità profonda con il sé, dapprima forzato da una condizione di segretezza di intenti fanciullescamente imbarazzata, contraddistingue, come in una famosa opera del Collodi, un racconto di crescita, di acquisita consapevolezza e alla fine, anche la scelta, non meno importante, di un ruolo di partecipazione sociale, in cui, finalmente, ci si riconosce senza aver paura di perdersi.
Ines Arsì