Andato in scena il 21 marzo al Teatro Comunale Laura Betti di Casalecchio di Reno
Villagrazia di Carini. In un cantiere abbandonato un uomo fa rotolare per terra delle arance. È Tommaso Buscetta, collaboratore di giustizia. Tra le grigie lamiere si fanno strada quattro figure, attratte dal profumo delle arance. Sono le anime di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Paolo Borsellino e Agnese Piraino Leto.
Lo spettacolo del regista argentino César Brie mette in scena le vite dei due magistrati, delle loro mogli e di un pentito di mafia. Frutto di una ricerca durata più di due anni, la drammaturgia si focalizza sulle biografie dei cinque, sullo sfondo della mafia siciliana dal dopoguerra fino al tragico epilogo dell’estate del ’92 quando, a distanza di tre mesi, i due magistrati furono barbaramente uccisi nelle “stragi” di Capaci e via D’Amelio.
Dalle parole dei cinque, l’afosa Sicilia emerge in tutta la sua accecante bellezza e in tutta la sua amara realtà. Al centro di tutto, la denuncia dell’intreccio tra criminalità organizzata, politica, affari e servizi segreti corrotti. Falcone e Borsellino contro Cosa nostra, ma non solo.
Nel tempo che ci resta non è uno spettacolo, ma più (come dice appunto il sottotitolo) un’elegia. Dall’enciclopedia Treccani: “nella letteratura greca e latina, componimento poetico […] in origine di argomento e tono vario e poi sempre più improntato a un tono, meditativo e malinconico, di compianto per una condizione d’infelicità di varia origine (morte o lontananza di persone care, amore non corrisposto, ecc.)”. César Brie rende omaggio a chi ha dedicato la sua vita alla collettività, ad un sentire comune che mette al primo posto, ad ogni costo, la giustizia.
In scena lo stesso regista nei panni di Tommaso Buscetta insieme a Marco Colombo Bolla (Borsellino), Elena D’Agnolo (Piraino Leto), Rossella Guidotti (Morvillo) e Donato Nubile (Falcone).
Le vite dei due magistrati si intrecciano con quelle delle loro donne, gli amori, le amicizie, le battaglie. Stralci di vita vera e aneddoti anche divertenti, di momenti felici, quasi spensierati. Fra i quattro, Buscetta e le sue testimonianze dure, culminanti con il racconto di come la mafia distrusse la sua famiglia.
Alla vigilia del trentesimo anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, Nel tempo che ci resta andrebbe programmato in tutta Italia, in lungo e in largo. La conoscenza e il ricordo sono la nostra più grande arma, e il modo migliore per rendere omaggio al coraggio di grandi uomini.