L’album Pinocchio & More, in uscita il 29 aprile,
celebra un doppio anniversario: la messa in onda della prima puntata del Pinocchio televisivo di Luigi Comencini (aprile 1972) e la scomparsa, il 21 maggio del 1997, del compositore Fiorenzo Carpi, che ne scrisse la colonna sonora divenuta leggendaria.
«La musica di Carpi – spiega Giuseppe Grazioli – possiede una qualità molto rara, quella di non far trasparire la fatica del comporre, come se quelle straordinarie marcette, canzoni o filastrocche fossero nate per germinazione spontanea».
L’album è una raccolta di musiche che racconta i legami che Carpi ebbe non solo con la televisione e il cinema, ma soprattutto con il teatro e in particolar modo con il Piccolo Teatro di Giorgio Strehler, un ininterrotto sodalizio durato cinquant’anni.
«Ho sempre pensato – prosegue Grazioli – che la musica di Rota stia al Cinema di Fellini come la musica di Carpi al Teatro di Strehler. Voglio dire con questo che la grandezza dei due registi e l’espressione della loro poetica non sarebbe stata possibile senza il contributo dei due musicisti». E fu lo stesso Strehler a dichiarare, in un’intervista, che il suo Teatro era tenuto insieme dalle note di Fiorenzo Carpi.
Piccolo Teatro Suite e Goldoni Suite, grazie agli arrangiamenti del compianto Giulio Luciani, rendono omaggio alla grande forza evocativa della musica di Carpi. «Se proviamo a rivedere uno spezzone dell’Arlecchino o della Tempesta togliendo l’accompagnamento musicale – sottolinea Grazioli – comprendiamo come Carpi ricrei in pochi secondi un falso settecento, un falso rinascimento, evochi una regione geografica non ben precisata. Suggestioni che sono la base su cui si possono poggiare le invenzioni di Strehler».
Fiorenzo Carpi era capace di dominare linguaggi musicali complessi e articolati, ma mirava soprattutto alla semplicità, semplicità nelle armonie, nella costruzione delle melodie, nell’orchestrazione limitata spesso a pochi strumenti. «Questa semplicità – conclude Grazioli – deve essere stata una formidabile conquista per Carpi che era partito da posizioni di avanguardia dopo gli studi con Ghedini al Conservatorio di Milano».
L’album Pinocchio & More delinea un ritratto di Fiorenzo Carpi, mettendo in luce, come già preannunciò Franco Abbiati, “il suo amore delle vie inesplorate, dell’esperimento e magari dell’azzardo”.