Liberamente ispirato al racconto di Herman Melville
regia Emanuele Gamba
con Leo Gullotta,
Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci
una produzione Arca Azzurra
Dopo i successi di “Tartufo”, “A Spasso con Daisy” e “Diamine!”, un altro grande titolo arriva al Teatro di Lamporecchio, giovedì 14 aprile (ore 21) a chiusura della stagione di prosa 2021/2022, promossa dall’Amministrazione Comunale con Associazione Teatrale Pistoiese, che ha confermato l’ampio gradimento dal parte del pubblico.
In scena “Bartleby lo scrivano”, la rilettura del grande personaggio di Melville curata dall’autore Francesco Niccolini con la regia di Emanuele Gamba (già ospite del Teatro di Lamporecchio in passato con lo spettacolo “Viktor und Viktoria”).
Protagonista uno dei più amati artisti italiani, passato di successo in successo tra teatro, cinema e tv, Leo Gullotta, affiancato dai bravissimi attori dell’Arca Azzurra: Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimo Salvianti, Lucia Socci.
Si ricorda che i biglietti acquistati per la data inizialmente prevista, del 12 febbraio scorso, sono validi per la nuova data.
Prevendita in corso alla Biglietteria del Teatro Manzoni (tel. 0573991609), online su bigliettoveloce.it e, nei giorni 13 e 14 aprile, anche alla Biglietteria del Teatro di Lamporecchio (ore 16.30/19.30; tel. 3339250172).
Un ufficio. A Wall Street o in qualunque altra parte del mondo, poco cambia. È una giornata qualunque nello studio di un avvocato, un uomo buono, gentile, così anonimo che non ne conosciamo nemmeno il nome. Ogni giorno scorre identico, noioso e paziente, secondo le regole di un moto perpetuo beatamente burocratico, ovvero: meccanico e insensato. L’ufficio è spoglio, le pareti alte e grigie. Anche le finestre sono alte e irraggiungibili. Tutto si ripete come in uno di quegli orologi per turisti che si trovano nelle piazze della città antiche: il tempo viene scandito da un balletto senza senso, ma soprattutto senza inizio e senza fine. In questo ufficio popolato da una curiosa umanità – due impiegati che si odiano fra di loro e cercano di rubarsi l’un l’altro preziosi centimetri della scrivania che condividono, una segretaria civettuola che si fa corteggiare a turno da entrambi ma che spasima per il datore di lavoro, e una donna delle pulizie molto attiva e fin troppo invadente – un giorno, viene assunto un nuovo scrivano. Ed è come se in quell’ufficio sempre uguale a se stesso da chissà quanto tempo, fosse entrato un vento inatteso, che manda all’aria il senso normale delle cose, e della vita. Eppure, è un uomo da nulla: «…rivedo ancora quella figura – scialba nella sua dignità, pietosa nella sua rispettabilità, incurabilmente perduta». Bartleby si chiama, e fa lo scrivano. Copia e compila diligentemente le carte che il suo padrone gli passa. Finché un po’ di sabbia finisce nell’ingranaggio e tutto si blocca. Senza una ragione.
Senza un perché. Un giorno Bartleby decide di rispondere a qualsiasi richiesta, dalla più semplice alla più normale in ambito lavorativo, con una frase che è rimasta nella storia: “Avrei preferenza di no”. Solo quattro parole, dette sottovoce, senza violenza e senza senso, ma tanto basta. Un gentile rifiuto che paralizza il lavoro e la logica: una sorta di inattesa turbolenza atmosferica che sconvolge tanto l’ufficio che la vita intima del datore di lavoro. Da quel momento Bartleby si spegne. Sta inerte alla scrivania, poi in piedi per ore a guardare verso la finestra; smette di uscire durante le pause, non beve, non mangia, arriverà a dormire di nascosto nell’ufficio, preoccupando (prima, e impietosendo poi) il suo principale che non riesce a farsi una ragione di quel comportamento.
Il fatto è che Bartleby, semplicemente, ha deciso di negarsi. Perché? Quando lo scopriremo, sarà troppo tardi. Il silenzio inspiegabile di Bartleby ci turba e ci accompagna da un secolo e mezzo: perché sulla sua scrivania non batte mai il sole? Da dove viene la sua divina povertà? Perché non è possibile salvarlo? Perché non vuole essere salvato?
Abituati all’idea di sviluppo e crescita senza limite con la quale siamo cresciuti, Bartleby ci lascia spiazzati: in lui nessuna aspirazione alla grandezza, solo rinuncia. In barba ai vincenti, ai sorrisi a trentadue denti, agli eternamente promossi e ai trend di crescita. Come se lui, il povero Bartleby simbolo della divina povertà, portasse sulle sue spalle il lutto per le titaniche e deliranti ansie di vittoria ed espansione del nostro mondo.
Biglietti da 9 a 18 euro, con riduzioni per Ultra65, Under30; associazioni teatrali, gruppi organizzati di minimo 10 persone, abbonati stagioni ATP 2019/2020.
Info: Biblioteca Comunale di Lamporecchio 0573 800659
Comune di Lamporecchio 0573 800627- 800621
L’accesso del pubblico ai concerti è condizionato all’esibizione del Green Pass rafforzato, in corso di validità (ad esclusione dei minori di 12 anni e dei soggetti esenti per patologie pregresse) e all’utilizzo della mascherina FFP2 per l’intera durata.