Debutta in anteprima assoluta al 70esimo Trento Film Festival “Il mondo in camera. Mario Fantin il cineasta dell’avventura”, il film documentario per la regia di Mauro Bartoli, dedicato alla figura del bolognese Mario Fantin, che, tra le mille avventure intraprese in vita, riuscì per la prima volta a filmare un’ascensione agli 8000 Himalaiani, salendo come cineoperatore quasi in vetta al K2 insieme alla mitica spedizione italiana del 1954 capitanata da Ardito Desio. Prodotto da Apapaja e LabFilm, con il contributo, tra gli altri, di MiBACT e di Regione Emilia-Romagna e Centro di Cinematografia e Cineteca del CAI, il film sarà presentato insieme all’autore e ai produttori, sabato 30 aprile (ore 19.00) presso la Multisala Modena di Trento, con replica mercoledì 4 maggio (ore 15.00).
Mario Fantin è stato un cineasta, fotografo e alpinista, che ha deciso di raccontare ogni esperienza con tutti i mezzi che aveva a disposizione, dalla macchina fotografica alla cinepresa, alla scrittura. Cineasta di numerose spedizioni alpinistiche ed etnografiche extraeuropee nelle Ande, nel Sahara, nell’Africa equatoriale, in Groenlandia, in Giappone, Fantin è stato uno straordinario narratore delle montagne e delle imprese estreme, conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo. Ha realizzato oltre 40 film di montagna, migliaia di immagini, una ventina di opere monografiche e un centinaio di pubblicazioni sull’alpinismo internazionale, sull’esplorazione e l’etnografia. Animato dalla necessità di raccogliere e conservare la storia delle spedizioni extraeuropee, Mario Fantin ha fondato il CISDAE, il centro internazionale sulle spedizioni alpinistiche extraeuropee, ad oggi il più grande archivio mondiale, donato al Museo Nazionale della Montagna di Torino. Nel 1980, dopo una vita di incredibili avventure, nella sua casa a Bologna trasformata in un enorme archivio, Mario Fantin si toglie la vita. Da quel momento viene dimenticato, triste destino per un uomo che ha dedicato la vita all’importanza della memoria.
Attraverso le immagini girate e scattate dallo stesso Fantin recuperate e digitalizzate dai laboratori dell’Immagine Ritrovata di Bologna e di Home Movies-Archivio Nazionale del Film di Famiglia, attraverso le sue pubblicazioni, i suoi diari e lettere inedite, Mauro Bartoli esplora non solo la passione di Fantin per la montagna e l’avventura, ma anche e soprattutto il suo bisogno di documentare e trasmettere la memoria delle imprese a cui partecipava, riportando alla luce una figura complessa che ha rischiato di essere dimenticata e che per la prima volta viene rivelata in un documentario.
Un film sull’avventura e su come raccontarla, che si avvale anche delle testimonianze di quattro persone fondamentali nel ricostruire la storia del cineasta ed esploratore bolognese: Pierino Pession e Antonio Carrel, guide alpine del Cervino che hanno partecipato a diverse spedizioni con Fantin, aiutandolo nelle riprese, soprattutto per gli spostamenti necessari ai campi lunghi che consentono di vedere la cordata da lontano; Kurt Diemberger, straordinario alpinista e cineasta di montagna che spiega cosa significhi girare a quelle altitudine e condizioni estreme; e Valeria Tomesani, la nipote che ha conservato ogni cosa dello “Zio Mao”, lo zio delle favole, dei racconti straordinari, che portava storie dei mondi lontani ai pranzi domenicali di famiglia.
Regista, sceneggiatore, produttore indipendente, Mauro Bartoli ha fondato la società di produzione cinematografica Lab Film, con la quale realizza progetti propri e di altri autori. Ha realizzato oltre venti film documentari, presentati in festival, trasmessi sulle reti televisive RAI e TV2000 e distribuiti in home-video. È stato ambasciatore del cinema italiano a Minsk.
Il film è stato riconosciuto d’interesse culturale con il contributo economico del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo – Direzione Generale Cinema; ed è stato realizzato da Apapaja e Film Lab con il contributo di Regione Emilia-Romagna, Centro di Cinematografia e Cineteca del CAI; con la collaborazione di Museo Nazionale della Montagna – CAI Torino, Fondazione Cineteca di Bologna, FAI, Associazione Amici del FAI OdV, Home Movies e Cervelli in Azione; e con il patrocinio di CAI – Sezione di Bologna “Mario Fantin” e Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna.
La proiezione del film sarà accompagnata dalla mostra fotografica “Senza posa. Italia K2 di Mario Fantin. Racconto di un’impresa” realizzata dal Club Alpino Italiano, con la curatela di Mauro Bartoli, l’allestimento di Claudio Ballestracci e la collaborazione di Monica Brenga e Pamela Lainati. La mostra racconta Mario Fantin cineasta sul K2 nel 1954, presentando per la prima volta il taccuino inedito dove il bolognese appuntò impressioni, emozioni e note tecniche sulla spedizione e sulle riprese del film Italia K2. Nel percorso espositivo alcune pagine del taccuino e i “suoni del K2” vengono riprodotti su leggii autoportanti e autoilluminati, realizzati con materiali naturali, mentre su una tenda vengono proiettate immagini registrate da Fantin in condizioni estreme.