19 aprile > 6 maggio | sala Shakespeare
Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte
di Simon Stephens dal romanzo di Mark Haddon
traduzione di Emanuele Aldrovandi
regia Ferdinando Bruni e Elio De Capitani
scene Andrea Taddei, costumi e disegni Ferdinando Bruni
maschere Saverio Assumma, video Francesco Frongia
musiche originali Teho Teardo
movimenti scenici Riccardo Olivier e Chiara Ameglio di Fattoria Vittadini
luci Nando Frigerio, suono Giuseppe Marzoli
con Corinna Agustoni, Cristina Crippa, Elena Russo Arman, Ginestra Paladino, Debora Zuin, Nicola Stravalaci, Daniele Fedeli, Davide Lorino, Marco Bonadei, Alessandro Mor
coproduzione Teatro dell’Elfo e Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Uno spettacolo, un romanzo, una storia che continua a incantare, commuovere e conquistare lettori e spettatori: è stato così da quando Mark Haddon ha pubblicato nel 2003 Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, tradotto in oltre venti paesi e poi approdato nel 2013 sul palco del National Theatre di Londra, nell’adattamento di Simon Stephens. E il successo si è ripetuto anche con l’allestimento dell’Elfo che torna in scena a Milano dal 19 aprile per poi concludere il tour.
Christopher è un ragazzo quindicenne che decide di indagare sulla morte di Wellington, il cane della vicina. Adora Sherlock Holmes e da subito capisce di trovarsi davanti a uno di quei misteri che il suo eroe saprebbe risolvere. Incomincia quindi a scrivere un libro mettendo insieme gli indizi del caso dal suo punto di vista. E il suo punto di vista è davvero speciale. Perché Christopher ha un disturbo dello spettro autistico che rende complicato il suo rapporto con il mondo. Odia essere toccato, odia il giallo e il marrone, si arrabbia se i mobili di casa vengono spostati, non riesce a interpretare l’espressione del viso degli altri.
Il ragazzo scoprirà chi ha ucciso il cane e molto altro ancora, mettendo a nudo gli egoismi e l’indifferenza degli adulti. E tutto questo avrà il sapore di un grande successo.
In una scena circondata dai disegni animati, che sembrano uscire dalla fantasia del protagonista, la storia si dipana a pieno ritmo, sostenuta dalla «bellissima prova del giovane Daniele Fedeli» e di un grande cast trasformista di attori, ben noti al pubblico dell’Elfo, «in uno spettacolo lieve e profondo, altamente empatico».
«Sembra un emblema di ciò che è stato l’Elfo in questi anni, un luogo di consumo intelligente, capace di rivolgersi a un vasto pubblico sostanzialmente popolare, non in quanto a composizione sociale, ma per la mescolanza di età, culture, aspettative teatrali diverse. Lo spettacolo, ispirato a un best-seller di Mark Haddon, abilmente ridotto per la scena da un altro autore inglese, Simon Stephens, e tradotto da Emanuele Aldrovandi, vive soprattutto attorno alla figura del protagonista, un quindicenne affetto dalla sindrome di Asperger, una forma di autismo che rende difficile il rapporto con gli altri e il contatto con la realtà, ma sviluppa invece singolari talenti logici e scientifici. (…) A rendere credibile e appassionante la proposta è in special modo il magnifico exploit attorale del giovane Daniele Fedeli, al centro di un’interpretazione corale».
Renato Palazzi, Il sole 24 ore
INFO
TEATRO ELFO PUCCINI, sala Shakespeare, corso Buenos Aires 33, Milano
Mart/sab. ore 20.30; dom. ore 16.00
Prezzi:
intero € 33 / rid. €17,50 / online da € 16,50
Info e prenotazione:
tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org
Per la prima volta la Compagnia Dimitri/Canessa è ospite dell’Elfo Puccini. Nata nel 2013, è apprezzata per il lavoro di ricerca, per i suoi spettacoli continuamente in bilico tra danza, teatro e performance, caratterizzati da un registro che spazia dalle tinte drammatiche a quelle più comiche e grottesche.
Dal 19 al 21 aprile
Bruno
di e con Elisa Canessa e Federico Dimitri
luci Marco Oliani
assistenza artistica Giorgio Rossi
progetto sostenuto dalla Divisione della Cultura e degli Studi Universitari, Bellinzona, e dal
Fondo Swissloss.cile
produzione Compagnia Dimitri/Canessa – Associazione Sosta Palmizi,
Miglior spettacolo al 22° FIT, Festival Internazionale di Teatro di Lugano
Nominato da MilanoTeatri tra i migliori spettacoli della stagione milanese 2017/18
Il mio ideale è maturare verso l’infanzia
Bruno Schulz
Lo spettacolo trae spunto dalla vita di Bruno Schulz (geniale scrittore e pittore polacco ucciso da un ufficiale della gestapo nel 1942), dai personaggi che hanno costellato la sua infanzia e dalle suggestioni mitologiche dei suoi scritti e dei suoi disegni.
«In Schulz mito e infanzia coincidono», sottolineano Elisa Canessa e Federico Dimitri. «Questo è stato per noi elemento portante del progetto. Gli elementi di questo idioma mitologico sgorgano da un’oscura regione delle primordiali fantasie infantili, dai timori, dai presentimenti, dalle anticipazioni di quel mattino della vita, che costituisce la vera e propria culla del pensare mitico.
Come sospeso nel tempo, ‘prigioniero’ nella sua camera d’infanzia, Bruno fruscia leggero, piccolo topo immortale, incidendo memorie in questo luogo che di volta in volta rivive nelle parole, nei gesti, nelle danze che un tempo lo abitarono».
«La compagnia riesce a mescolare sapientemente tutti i linguaggi che la scena offre: teatro danza, prosa, performance, installazione. Si potrebbe definire uno spettacolo millimetrico: nulla è fuori posto, ogni cosa è pesata e misurata. Allo stesso modo il tema delicato e importante che affrontano è maneggiato in modo maturo e rispettoso. Non si pongono l’obiettivo di raccontare una storia, ma di calare lo spettatore direttamente all’interno della visione poetica di Bruno Shulz, mettendo in scena un grande omaggio al suo enorme talento perduto nella foga amara e crudele di un periodo storico segnato dall’odio».
Michele Ciardulli, Milanoteatri
22 > 24 aprile
Ad esempio questo cielo
regia di Elisa Canessa
con Federico Dimitri e Andrea Noce Noseda
produzione Compagnia Dimitri/Canessa e Theaterwerkstatt Glais 5 (CH), con il sostegno di fondazione culturale del Canton Turgovia, dipartimento culturale città di Frauenfeld e Kulturpool Regio(CH)
«Immagina che ti resti soltanto un minuto da vivere. Che fai?»
Chiede l’attore. Non molti saprebbero rispondere a questa domanda. Soprattutto perché mentre ci stai pensando il minuto è ormai passato. Raymond Carver, sulle cui parole poetiche è costruito lo spettacolo, sapeva cosa fare. L’ultimo periodo della sua vita è una frenetica corsa alla registrazione, alla conservazione. Egli lavora incessantemente alla stesura del volume che raccoglierà tutte le poesie di una vita. «Vorrei avere ancora un po’ di tempo. Non cinque anni, e nemmeno tre, non potrei sperare così tanto – ma se avessi anche solo un anno. Se sapessi di avere un anno».
«Lo spettacolo è fisicamente molto agito, fin da subito, giovandosi di una presenza al centro della scena ineludibile, una pedana rotante che sviluppa e amplifica il gioco di relazione fra i due protagonisti, creando di volta in volta altri mondi, fra rappresentazione, sistema di relazione e intreccio delle dinamiche di senso fra i due. Spesso si tratta di vere e proprie gag che nascono dalla poesia stessa di Carver nella sua riproduzione teatrale e dai diversi codici stilistici, dalle diverse cifre attorali dei due attori, l’uno più tradizionale, l’altro vocato a un codice performativo della corporeità scenica. Lo scontro fra i due codici e le scintille provocate in questo attrito dalla parola di Carver, arrivano di volta in volta a creare, dramma, ironia, finzione, disvelamento».
Renzo Francabandera, paneacquaculture.net
TEATRO ELFO PUCCINI, sala Bausch, corso Buenos Aires 33, Milano
Mart/sab. ore 19.30; dom. ore 15.30
Prezzi: intero € 33 / rid. giovani e anziani €17,50 / online da € 16,50
Info e prenotazione: tel. 02.0066.0606 – biglietteria@elfo.org