Il Requiem di Mozart, ma non solo: Manfred Honeck torna sul podio dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia da stasera, giovedì 12 maggio ore 19.30, poi repliche venerdì 13 maggio ore 20.30 e sabato 14 maggio ore 18 in Sala Santa Cecilia, per un progetto da lui stesso ideato sull’idea della morte nella musica del grande compositore di Salisburgo.
Un percorso inedito messo a punto dal direttore artistico, fervente cattolico, che propone le sole sezioni del Requiem interamente composte e completate da Mozart, alterate da altri brani, la Musica funebre massonica K 477 composta nel 1785 per la morte di due “fratelli” massoni di Mozart, il Laudate Dominum dalle Vesperae solennes de confessore K 339, l’Ave verum corpus K 618, canti gregoriani che verranno eseguiti dalla Schola Gregoriana del “Pontificio Istituto di Musica Sacra”.
Protagonisti, anche Federica Lombardi (soprano), Marianna Pizzolato (contralto), Mauro Peter (tenore) e Krzysztof Bączyk (basso) e Massimo Popolizio, uno dei migliori attori della scena teatrale e cinematografica nazionale.
“Partecipare come “voce recitante” a un programma musicale così importante con la direzione prestigiosa del Maestro Manfred Honeck, significa entrare con umiltà in un “altro mondo” – racconta Popolizio – Non si tratterà solo di “leggere”, ma in un certo modo di interpretare quei brani così densi, rimanendo allo stesso tempo uno strumento musicale. Credo che quelle parole potranno essere la parte complementare e ugualmente emozionale della serata”.
Al debutto sul palcoscenico di Santa Cecilia, Popolizio interpreterà alcune letture tratte dall’epistolario mozartiano, dal Libro della Rivelazione e due sonetti di Michelangelo Buonarroti (il Sonetto 285 “Giunto è già ‘l corso della vita mia” e il Sonetto 288 “Le favole del mondo m’hanno tolto”).
Il progetto di Honeck, fra i migliori direttori della scena internazionale, da quattordici anni Direttore musicale della Pittsburgh Symphony Orchestra, nasce direttamente dal suo fervente cattolicesimo, ma anche dalla sua esperienza personale.
“Io ho perso mia madre all’età di sette anni. Non la conoscevo veramente, ma ricordo la cerimonia funebre. Sono lì le radici delle mie riflessioni sulla morte. Quando in seguito ascoltai per la prima volta il Requiem, percepii quel che Mozart deve avere sentito quando creò questa composizione – spiega il direttore – La religione, la musica e la poesia sono i tre elementi fondamentali della mia vita e io credo a una vita dopo la morte. Mozart era un uomo profondamente religioso: «La morte è il miglior amico dell’uomo» era la frase alla base del suo pensiero. E questa comprensione della morte, questo stretto legame si sente nel suo Requiem”.
In apertura della serata, la Prima Sinfonia di Beethoven, eseguita nove anni dopo la morte di Mozart. Info e dettagli su www.santacecilia.it.
Fabiana Raponi