Francesco Nigri è uno scrittore e poeta, in cui il segreto dell’amore e della poesia si confondono perfettamente. Inizia a comporre poesie all’età di tredici anni. A vent’anni pubblica il suo primo libro di poesia, “Primi vagiti” – Editrice Albatros. Risulta così vincitore di diversi Premi Letterari nazionali ed internazionali. Tra cui il Premio di Poesie “L’Ala della Vittoria”, il Premio Internazionale di Poesia “La Rosa del Successo”, il Premio Letterario Internazionale “Trofeo delll’Altipiano dei Marsi”, il Premio Letterario Internazionale “Sangro”. Torna a scrivere nel 2009. Apre un blog pubblico su Facebook e pubblica con Lulu.com “RUGIADE Lì dove il cuore si apre”, raccolta di poesie da lui scritte tra settembre 2008 e maggio 2009. Sempre nel 2009 pubblica con Lulu.com “DEWS Where the heart opens”, traduzione in inglese di “RUGIADE”, e “FUI COLOMBO Lì dove il cuore ama”. Nel marzo 2010 pubblica il libro che completa la trilogia del suo ritorno alla scrittura, “OLTRE L’INVERNO Lì dove il cuore spera” – Ed. Lulu.com. Nel luglio 2010 a Francesco Nigri è conferito il Primo Premio per la Poesia Inedita del Concorso Letterario Internazionale Città di Martinsicuro (TE). A fine 2010 e nel 2011 pubblica “SHEMEN Unta d’amore per me” e “SHEMEN Il tesoro delle Janas”. Con ilmiolibro.it del Gruppo Editoriale L’Espresso. Nel 2011 viene selezionato da una Giuria Internazionale di critici letterari di diversi Paesi. Assieme ad altri 20 scrittori di tutto il mondo è protagonista con una sua lirica sul tema della pace nella Mostra Fotografica Internazionale WAR. Ideata e realizzata dall’artista americano Pablo Bobbio. Si tratta di una Mostra sui temi della guerra, della pace e della non-violenza in giro per importanti città internazionali del Centro e Sud America – Cuba, Argentina, Uruguay, Brasile, Venezuela, Messico, Ecuador, Cile –. E dell’Europa – Spagna, Portogallo, Italia, Francia, Germania, Inghilterra -. Nel 2012 pubblica sempre con ilmiolibro.it “Il Guerriero dell’Amore”. Anche in ebook su Smashwords.com. Nel 2022 pubblica IL SEGRETO DI HEBE, Libro di Poesie d’amore, con Albatros Il Filo in edizione caratacea e digitale, in libreria e store online. Si potrebbe aggiungere molto altro. Ma lasciamo che siano le sue parole a raccontarci qualcosa in più.
– Ci vuoi raccontare di cosa parla questo tuo ultimo lavoro letterario?
IL SEGRETO DI EBE raccoglie una parte delle poesie scritte tra il 2014 ed il 2021 e si tratta di poesie d’amore per un’opera di quasi 300 pagine. Le poesie sono state scritte tra Roma, Parma, Firenze, Bologna durante il mio trasferirmi da Roma e lo stabilizzarmi Parma. Ed hanno evidenti riferimenti a queste terre. È certamente un percorso vissuto di crescita interiore nell’amare, di maturazione del mio stile poetico ed è la trama della mia più importante storia d’amore, la definitiva che significa d’unico, con la scrittrice e poetessa italovenezuelana Hebe Muñoz.
– C’è un altro libro a cui sei particolarmente legato, anche non tuo? E perché?
Ho scritto e pubblicato con quest’ultimo dieci libri e sono tutti per me importanti. Ognuno rappresenta un “paletto” nel mio percorso di vita personale, di maturazione interiore e di evoluzione della mia poetica. Ma c’è certamente un mio libro del cuore. Ed è il libro con cui ho iniziato la mia esperienza di lettura in scuola elementare, assieme alla mia esperienza di interiorità: Cuore di De Amicis.
– Qualche riconoscimento, anche personale, di cui vai fiero?
Non sono solito partecipare a concorsi letterari. Quei pochi a cui ho partecipato li ho vinti. Il riconoscimento più grande? Quello di una coppia di ultrasessantenni con la ferita del tradimento. Un tradimento di quelli che avvengono per cedimento alla lusinga del proprio fascino nonostante il tempo. Un tradimento rientrato e perdonato. Ma con una profonda ferita difficile da rimarginare. La riconquista del reinnamoramento maturo è avvenuta tra lacrime e baci con una nuova, rinnovata dichiarazione d’amore fatta con una poesia del mio ultimo libro. Quando me l’hanno raccontato ho pianto. È, per un poeta, il toccare con mano l’universalità della propria poesia. Il che è un elemento fortemente distintivo.
– Quale peso o responsabilità credi che abbia la cultura nella società di oggi?
La cultura ha la grande responsabilità del domani nell’oggi ed il peso d’oro di tutta l’autenticità del passato. Quanto la società ha stabilito un dialogo-confronto equilibrato tra gli “anta” ed i giovani, allora è cresciuta ed ha stabilito basi per una ulteriore positiva crescita. Oggi questo dialogo-confronto non c’è. E chi dovrebbe farsene carico è più preso dal mantenere i propri equilibri, soprattutto economici. Probabilmente chi fa cultura non vive la cultura nella vita.
– Quale rapporto hai con la città nella quale vivi, anche come fonte di ispirazione?
La Terra di Parma ha fortemente ispirato gran parte del mio ultimo libro. Ma a dire il vero mi hanno sempre ispirato tutte le “terre” in cui ho vissuto, anche se per poco. Il coinvolgimento “geografico” è parte di un percorso interiore, quando si percorre il “dentro”.
– Cosa pensi della collaborazione e della condivisione tra artisti e scrittori?
Penso, riallacciandomi alla domanda precedente sulla cultura nella società di oggi, che chi fa cultura dovrebbe vivere nella vita la cultura. La cultura è la dimensione in cui si forma l’autenticità che fa l’Uomo oltre l’uomo. In Europa c’è troppa attenzione al proprio “orto”, ai propri interessi, ai propri equilibri, al proprio sé. E questo va a discapito del confronto, della crescita. Trovo invece molta più autenticità negli artisti latinoamericani, forse non ancora colpiti dalla consumazione consumistica dell’interiore che appanna e stordisce anche la ragione. Ad esempio in tutto il mondo, grazie alla globalizzazione telematica, i latinoamericani sviluppano ed incrementano ancora i loro circoli letterari con stile di “tertulia”, dove tutti sono uguali (neofiti e grandi letterati) ed ognuno ha la “fame interiore” di conoscere ed imparare ancora, senza secondi fini. In Italia pullulano invece iniziative che premiano tutti con diplomi pagati. Si partecipa per vanità vuota. Si governano le iniziative per “fame economica”.
– Parlando dei tuoi scritti ricordi un passo a memoria? Come mai proprio questo?
Beh, la mia prima poesia d’amore. Come potrei dimenticarla. Ero un ragazzino, di fronte al mare, tra le luci ed i riflessi serali d’un placido primaverile d’occhi che brillano.
“Come il mare / frastaglia i nostri cuori / erodendo la bruta scorza / unendo ‘sì’l profondo / mentre la luna calda riflette i raggi suoi / e accende l’acque di tiepido calore: / amore”
– Chi sono i tuoi riferimenti letterari o artistici in generale?
Certamente Pablo Neruda. L’ho letto in italiano, in spagnolo. L’ho studiato in lungo e in largo. Poi Montale, Ungaretti, Leopardi. E saggisti come Fromm.
– Sicuramente i lettori di Teatrionline vorranno sapere: qual è il tuo rapporto con il teatro?
Parlare di teatro mi riporta alle lezioni della mia mitica professoressa di Lettere del Liceo e ai suoi approfondire su Bertolt Brecht e sul teatro epico. Mi innamorai delle tecniche di “straniamento”. Ma più in là anche a quelle classiche dell’immedesimazione.
– Quali sono i tuoi progetti futuri?
Il più importante e sempre in itinere è quello di crescere interiormente. Il resto verrà. Vi scriverò su, come ho già fatto. Sarebbe bello portare le mie poesie nei Paesi latinoamericani.
Francesco Nigri è uno scrittore e poeta, in cui il segreto dell’amore e della poesia si confondono perfettamente.