REPLICHE MARTEDÌ 31 MAGGIO E VENERDÌ 3 GIUGNO ALLE 20
E SABATO 28 MAGGIO ALLE 17.
Dopo ben 117 anni dall’ultima rappresentazione in città – che risale al 1905 – torna al Maggio Musicale di Firenze “I Due Foscari” di Giuseppe Verdi, un dramma familiare cupo e violento tratto dall’omonima opera di George Byron e composto durante i suoi cosidetti “anni di galera”, un periodo d’incessante e forzoso lavoro attuato dal nostro sommo maestro.
E torna per l’occasione con un interprete d’eccezione: Placido Domingo nel ruolo del vecchio Doge Francesco Foscari. A ben 81 anni, 65 di carriera di cui gli ultimi nella veste di baritono, Plácido Domingo tratteggia con grande maestria i sentimenti contrastanti del suo personaggio, lacerato tra l’amore per il figlio ed il rigore che la sua veste di Doge gli impone. E così, da attore consumato quale è, ci trasmette tutto lo strazio e la fragilità dell’anziano Foscari, che ormai nel declino fisico e politico vede strapparsi via ogni speranza di vita.
Accanto a lui non poteva che esserci un cast di livello.
Nel ruolo di Jacopo Foscari, il cileno Jonathan Tetelman considerato un astro nascente del panorama tenorile odierno, come conferma il recente contratto con l’etichetta discografica Deutsche Grammophon. Bel timbro vocale, ottimo fraseggio ed un’ottima presenza scenica, unite ad una recitazione accurata ed intensa, ne fanno un Jacopo molto credibile sul palco.
Il soprano Maria José Siri affronta il difficile ruolo di Lucrezia Contarini, moglie di Jacopo e nuora del Doge, donna dal carattere forte e fiero che fino all’ultimo si batte come una “tigre” per difendere e sostenere la propria famiglia. La Siri convince più nei momenti dolenti che in quelli fieri, sia per musicalità che per tenuta, in quanto gli acuti estremi risultano talvolta un po’ forzati. Ma comunque ci regala una Lucrezia di grande pathos.
L’Orchestra e il Coro del Maggio sono diretti da Carlo Rizzi, mentre la regia è di Grischa Asagaroff che firma uno spettacolo di impronta tradizionale nell’estetica e nella forma.
Lo scenografo e costumista Luigi Perego sfrutta i limiti imposti dal limitato spazio scenico lasciando a vista il fondo dell’auditorium e costruendo un grande parallelepipedo rotante al centro del palco con sportelli apribili e pochissimi elementi d’arredo, il tutto mosso da quattro figuranti; ogni lato rappresenta con poche immagini dipinte o proiettate gli elementi evocativi degli ambienti che si vogliono evocare (la sala del consiglio, la prigione di Jacopo, lo studio del doge, la laguna…).
Scene e costumi sono caratterizzati da una bicromia di azzurro (un richiamo al mare) e rosso, così come contrastati sono i sentimenti dei personaggi in scena.
La recita si chiude in un vero trionfo per tutti, con grandi applausi per il grande Placido Domingo e per Tetelman e Siri.
84° Festival del Maggio Musicale Fiorentino
I DUE FOSCARI
Tragedia lirica in tre atti
Libretto di Francesco Maria Piave
Musica di Giuseppe Verdi
Francesco Foscari Plácido Domingo
Jacopo Foscari Jonathan Tetelman
Lucrezia Contarini Maria José Siri
Jacopo Loredano Riccardo Fassi
Barbarigo Rim Park
Pisana Xenia Tziouvaras
Fante del Consiglio de’ Dieci Lulama Taifasi
Servo del Doge Adam Jon
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Direttore Carlo Rizzi
Maestro del coro Lorenzo Fratini
Regia Grischa Asagaroff
Scene e costumi Luigi Perego
Luci Valerio Tiberi
Coreografia Cristiano Colangelo
Nuovo allestimento
Firenze, 25 maggio 2022
Recensione
Daria Missori