Lo spettacolo “per questo mi chiamo Giovanni“ si ispira all’omologo libro di Luigi Garlando (Rizzoli editore, 2004) che ripercorre la vita e l’opera del magistrato Giovanni Falcone, ucciso dalla mafia nel 1992.
È il dialogo tra un bambino di dieci anni, Giovanni, che a scuola entra in contatto con la mentalità e la cultura mafiosa, e suo padre che, per mettere in guardia il figlio, decide di spiegargli perché ha scelto di chiamarlo proprio Giovanni. Anche il padre aveva subìto la vessazione e i ricatti della mafia ma, un giorno, decise di ribellarsi (pagandone le conseguenze) proprio in occasione della morte del magistrato avvenuta lo stesso giorno in cui viene alla luce il figlio a cui decide di dare nome Giovanni.
Nell’adattamento teatrale, per rendere “corale” la messa in scena e dare spazio a tutti gli attori della Compagnia dei Ragazzi, gli autori immaginano i due protagonisti (Giovanni e il papà) a passeggio in vari luoghi della città di Palermo dove incontrano dei personaggi, non presenti nel libro, che aiutano il padre a raccontare al figlio la storia di Falcone. In più, rispetto al libro di Garlando, ci sono anche i riferimenti al “maxi processo” (con il sonoro delle voci di Tommaso Buscetta e altri imputati e testimoni) e a Rocco Chinnici, un altro magistrato ucciso dalla mafia, che amava andare nelle scuole a parlare di mafia. Ci sono infine delle persone comuni che non partecipano direttamente ai dialoghi ma si avvicinano e ascoltano perché, questo il messaggio degli autori, ascoltare e non smettere mai di parlarne è un modo potente di combattere la mafia, soprattutto per i giovani.
La Compagnia dei Ragazzi nasce nel 2017 come laboratorio teatrale di studenti di seconda media per mettere in scena l’Inferno di Dante Alighieri: uno spettacolo di 70 minuti nel quale la recitazione dei versi è accompagnata da musiche originali, coreografie, effetti scenici e visivi, come l’uso di torce elettriche, cellofan, corde e stoffe, che trasformano la recita in una grande e corale esperienza teatrale ed emotiva per tutti: attori, autori e genitori. Il debutto nel mese di giugno al teatro Tor di Nona e, un anno dopo, una replica ospitata nella prestigiosa sede della Società Dante Alighieri a Palazzo Firenze a Roma.
La determinazione e l’entusiasmo dei protagonisti spingono autori e famiglie degli attori a costituirsi in associazione culturale, basata sul lavoro volontario dei soci. Da qui, la sensibilizzazione e l’interesse del Piccolo Eliseo e la messa in scena, nel maggio 2019, del nuovo spettacolo “per questo mi chiamo Giovanni”, alla presenza di oltre 400 studenti delle scuole medie; lo spettacolo viene nuovamente messo in scena il 16 febbraio 2020 a Narni, grazie all’interessamento del sindaco, presso il teatro comunale “Giuseppe Marini”. Il sopraggiungere della Pandemia impedisce la replica dello spettacolo, già programmata nei giorni 22, 23 e 24 maggio 2020, sempre presso il Piccolo Eliseo di Roma. Costretta al fermo, imposto dal lockdown, la Compagnia riprende subito fiato e, nel luglio 2021, rimette in scena l’Inferno nella splendida cornice dell’anfiteatro nell’area archeologica di Monteleone Sabino (Rieti).