Adriana Deminicis
Da un Poemetto alla Luna
I fiori di Gelsomino
Recensione di Enzo Concardi
Questa pubblicazione corposa della poetessa marchigiana Adriana Deminicis si presenta al lettore come un’opera letteraria aperta a diversi livelli di lettura, da quelli più immediati a quelli più profondi. Innanzitutto corposa in quanto il suo stile non utilizza il verso breve ed epigrammatico in senso lato – come ormai invalso nella maggior parte della metrica contemporanea – bensì l’orizzontalità del verso stesso e la forma del ‘quasi-poemetto’ a strofa unica, allontanandosi quindi anche dalla tendenza ermetica. Per tale motivo, correttamente, la prefatrice del libro, Maria Rizzi, può affermare che l’autrice «… crea una sorta di romanzo in versi che tocca vette altissime di lirismo e trascina nel suo universo, in apparenza surreale, in realtà quanto mai vicino alla concretezza». In altri termini si potrebbe quindi parlare anche di ‘poesia-prosa’, dove però a prevalere sono nettamente le atmosfere poetiche, le immagini sognanti, le creazioni fantasiose coniugate alla condizione umana, più che le trame di eventi cronologici, le quali non esistono: esiste semmai, questo sì, un cammino autobiografico ed interiore che viene proposto agli altri per vivere in un mondo migliore, con un suo preciso significato e con una scala di valori autentici, che sono
indicati all’interno dei testi tutti con le iniziali maiuscole e più volte reiterati (scelta grafica
simbolica). Un livello di primo impatto è senz’altro quello riguardante la Natura, sia inerente il macro-cosmo che il micro-cosmo: la Natura mi pare qui interpretata come una dea che elargisce all’uomo frutti copiosi, ed è forse inseribile in una visione ‘panteistica’ della poetessa. Un altro livello di chiaro e forte impatto porta il nome dell’Amore: amare e sentirsi amati, guardare nella stessa direzione, affrontare la vita in due, stare insieme, diffondere tale modo di vita nell’Universo è fonte di energia inesauribile e di speranza per il futuro. Si coglie poi in maniera inequivocabile il genere della favola metaforica e simbolica data ai testi dall’autrice, nascente dall’idealismo con contenuti esistenziali che pervade tutta la scrittura: «De te fabula narratur», dicevano gli antichi, per cui anche in Deminicis vanno scoperte le valenze morali e pedagogiche dei racconti in versi, derivanti anche dalla vocazione didattica nella nostra poetessa-insegnante. Verso livelli più profondi di
interpretazione e lettura scopriamo le basi filosofiche e metafisiche dei messaggi lirici del libro: la parte e il tutto della realtà; il pensiero e la parola; il corpo e lo spirito; l’essere e l’esserci; l’essere e l’avere; la gnoseologia e la comunicazione; la condivisione e la solidarietà; il senso e il cammino dell’esistenza; la bellezza del Cristo, da lei chiamato “l’Esseno”. Di tali concetti vediamo ora alcune collocazioni e immagini analizzando direttamente la fonte testuale.
Prima però di addentrarci in ciò, vorrei esprimere in breve l’intuizione che l’occhio critico mi ha suggerito a lettura avvenuta: l’impostazione generale del lavoro della Deminicis mi ha richiamato alla memoria il celebre racconto Il piccolo principe di Saint-Exupéry. Vi sono gli stessi scenari cosmici surreali, personaggi bizzarri, molta fantasia, molte metafore sul senso della vita e sulla ricerca di ciò che più conta: «Non si vede bene che con il cuore, l’essenziale è invisibile agli occhi», è una delle frasi più note, che esalta l’amore e l’amicizia. La simbologia della nostra poetessa viaggia sulla stessa falsariga. Esempi di favole surreali sono Una Storia di Luna Piena, I fiori di Gelsomino: i concetti con la maiuscola sono Amore, Cielo, Cuore, Luce, Anima, Bellezza, Eternità, Creato, Uomo, Infinito, Universo, Intelligenza, Arcobaleno, Speranza poeticamente immaginati a creare un mondo dove vivere in sintonia con la Natura. Da Una storia i versi finali esaltano il camminare uniti: «…/ Tu c’eri ancor prima che io nascessi, / io c’ero ancor prima che tu nascessi, / anzi a meglio dir, eravamo nati insieme, / nel medesimo istante e ci tenevamo / la mano da Sempre». I testi Il pianeta dei Diamanti e Frammenti di esistere ci svelano la partecipazione ad un progetto universale: «Il giorno che potrò viaggiare dalla Terra al Cielo, / da un pianeta all’altro, /
solo allora potrò sentirmi parte di un Tutto, / un Tutto venuto a svelare ogni mistero / …»; “…/ Infiniti mondi, / frammenti di esistere messi insieme / vengono a formare la descrizione / di un Tutto, … / ad un Tutto unico da cui si è avuta l’origine / …». Buon viaggio nel mondo parallelo dei poeti!
ENZO CONCARDI
ADRIANA DEMINICIS, Da un Poemetto alla Luna – I fiori di Gelsomino, pref. Maria Rizzi, Guido Miano Editore, Milano 2022, pp. 120, isbn 978-88-31497-32-9, mianoposta@gmail.com.