Esperienza entusiasmante quella di sabato 11 giugno nel parco cittadino di Vimercate dove A.C.I.D.I. è stata invitata a presentare il suo progetto Diari Di Guerra. Un incontro con ragazzi e ragazze che hanno mostrato interesse ed hanno raccolto il messaggio del protagonista dei Diari, il capitano Fortunato Perotti, che come protagonista della prima guerra mondiale si è assunto il compito di fare arrivare alla sua famiglia ma anche alle generazioni future la sua esperienza della guerra. I ragazzi hanno recepito il messaggio, hanno immaginato le emozioni di chi scriveva e hanno elaborato un loro messaggio da trasmettere a loro volta alle generazioni future sulla odierna percezione della guerra in Ucraina. L’ esperienza ha richiesto uno sforzo non indifferente di restare ancora focalizzati su temi ” seri” , come hanno detto, dopo la pandemia a cui è seguita la guerra. abbiamo notato un forte desiderio di passare alla leggerezza, di disintossicarsi da notizie cupe e pesanti, di tornare a vivere l’ estate in libertà. Nonostante questa insofferenza alla riflessione su temi impegnativi, hanno voluto contribuire al “passaggio del testimone” con un’ azione emblematica quanto emozionante: hanno chiesto di sotterrare, cioè consegnare alla terra, le loro considerazioni, le loro aspettative verso il futuro nella certezza che un giorno possano servire ai giovani del futuro a riflettere sul concetto chiave che la guerra genera guerra, solo la pace che nasce dal profondo del cuore genera pace nel mondo intero.
Presentazione :
Nel teatro greco la rappresentazione è sempre stata intesa come la forma espressiva che consentiva un’immediata azione catartica, il teatro serviva per orientare la mente, con una funzione di catarsi, di purificazione.
Oggi è sempre più difficile dare un riferimento alle giovani menti.
Ma proprio oggi siamo chiamati tutti ad una maggiore consapevolezza di quello che viviamo, di quello che progettiamo, del nostro sogno per il futuro.
E’ vero che intorno a noi vediamo cose orribili, la guerra che non conoscevamo o che ci sembrava un evento che riguardava altri popoli lontani da noi. La violenza e la cattiveria verso i nostri simili ci ha raggiunto nelle nostre case, sui nostri device. La guerra è diventata un fatto mediatico, da social.
Ma c’è anche tanta bellezza, proprio a cui vogliamo raccontare imprese di visionari che hanno compiuto azioni mitiche perchè fatte da uomini comuni.
Cosa possiamo fare noi?
Cominciamo dal nostro piccolo, cominciamo a dare un segnale di esserci, essere presenti nelle azioni quotidiane per difendere valori e principi che si traducano in azioni concrete. Solo se diventano quotidiano comportamento possono essere d’insegnamento per le giovani generazioni.
E fare in modo che essi possano leggere la realtà con occhi nuovi. Soprattutto cercando di renderli autonomi nel pensiero, nel capire la realtà.
La guerra scatena la parte meno nobile dell’uomo, la parte animale, anche se gli animali non si comportano come l’uomo.Gli animali attaccano altri animali più piccoli per sopravvivere, per cibarsi, solo l’uomo attacca i suoi simili solo per esercitare su di essi il potere.
In una intervista del 2004 a controradio Tiziano Terzani (la sua ultima intervista radiofonica) diceva che <<la più grande malattia del nostro tempo è l’indifferenza. Questo cinismo con cui siamo abituati a crescere. Noi siamo corresponsabili di quello che ci st accadendo>>
Questa indifferenza che poi è diventata addirittura cinismo .
Oggi siamo chiamati ad una maggiore consapevolezza di quello che siamo e prima ancora dei nostri pensieri. Ci troviamo di fronte ad un momento cruciale per la nostra evoluzione come uomini, esseri pensanti che non rispondono agli eventi in modo automatico e reattivo ma riflesivo. Il nostro impegno come adulti e la nostra responsabilità è cercare di instillare nelle giovani coscienze la luce di un pensiero libero e sensibile. Un agire volto alla condivisione, alla comprensione , all’accoglienza delle istanze dell’altro con empatia, metendoci nei panni di coloro con cui interagiamo ogni giorno.
Solo cosi possiamo rompere i tanti muri che ci separano dai nostri simili, muri culturali, geografici, di pregiudizio per aprirci ai valori che ci connettono agli altri. La recente esperienza della pandemia ci ha insegnato che siamo tutti uno, che ciò che pensiamo e facciamo da una parte del mondo ha ripercussioni dalla parte opposta del mondo.
Diventa chiaro immediatamente che non esistono ragioni per scagliarsi contro i nostri simili, che non ci sono giustificazioni alla guerra. Che ditruggere città e colpire donne e bambini è la fine della civiltà.
Ognuno di noi oggi è più consapevole che la vita è l’apertura, l’accoglienza, che scegliere la pace e non la sopraffazione è possibile a cominciare dal nostro mndo interiore.
Questa iniziativa vuole essere una testimonianza, uno stimolo a scegliere di riflettere, di decidere cosa è davvero importante, portarci alla riflessione che se lasciamo germogliare nei nostri cuori il seme dell’impegno e della fiducia, la storia dell’umanità procederà con l’affermazione di principi che sono validi per il singolo e per tutti.
La pace è il valore comune a tutti, il valore più alto.
La pace si può realizzare se parte dal rispetto della persona, dal rispetto dell’ambiente, dal aver compreso che siamo tutti uno.
Noi siamo il cambiamento, voi siete il cambiamento.
Ce lo chiede la terra, ce lo chiede il pianeta se vogliamo sopravvire anzi vivere bene.
Non schiavi del consumo, ma digiuni di tutto quello che è superfluo, che un inutile fardello che appesantisce invece di renderci felici.
Il cambiamento è ora. Non abbiamo altre possibilità.
La vita è un bene molto fragile. La libertà è un valore molto fragile.
Dobbiamo impegnarci nella difesa della libertà, solo così possiamo superare questo momento storico e trasformare la paura, la fragilità in fiducia nel futuro.