Ai Giardini della Filarmonica, per il festival estivo dell’Accademia Filarmonica Romana, lunedì 27 giugno arriva l’euforia contagiosa, il ritmo e i colori del Giappone con i Takarabune (Giardini, ore 21.30). Capace di trasmettere la tradizione delle danze della propria terra con quella creatività che nasce spontanea in una giovane compagnia, il gruppo è formato da cinque danzatori e musicisti, nati e cresciuti nell’Isola dello Shikoku, la più piccola e la meno popolosa tra le quattro isole maggiori dell’arcipelago giapponese. L’isola ha mantenuto vive tradizioni antichissime, tra cui la Awaodori, probabile commistione di danze sacerdotali e agresti, eseguite nella provincia di Awa in occasione del raccolto. L’esecuzione prorompente e impetuosa dei Takarabune spinge la danza Awaodori oltre i confini della tradizione, e rende il gruppo uno dei più famosi di tutto il paese nipponico, acclamato anche nel resto del mondo con esibizioni per i principali festival internazionali, tra cui il Japan Expo di Parigi, la più grande manifestazione al mondo sulla cultura giapponese. Tornano a Roma per la seconda volta, dopo la prima tournée internazionale del 2017, ai Giardini della Filarmonica, in una serata organizzata in collaborazione con l’Istituto giapponese di cultura a Roma.
Tra le danze estive più popolari in Giappone, la Awaodori, ballata per le strade dello Shikoku, attira ogni anno oltre un milione di turisti, affascinati dai ritmi gioiosi e dalle coreografie di ballerini che volteggiano sulle note di strumenti antichissimi, quali la campana (kane), lo shamisen, il tamburo taiko, il flauto shinobue, indossando sgargianti costumi tradizionali. Si svolge a metà agosto all’interno della festa di Obon (antica celebrazione in onore dei defunti); al seguito di danzatori professionisti che guidano la vivace performance si accoda sempre uno stuolo di residenti di ogni età, cui si aggiungono via via curiosi e turisti.
Ad aprire la giornata il terzo incontro di “Intorno a un libro” (Sala Casella, ore 20), con la presentazione della nuova edizione di Stravinskij di Roman Vlad (Milano, il Saggiatore, 2021). Coordina l’incontro Valerio Sebastiani con gli interventi di Alessio Vlad e Marcello Panni, mentre Francesco Bravi e Adriano Scapicchi eseguono alcuni estratti da Petruška nella trascrizione a quattro mani dello stesso Stravinskij.
Fra i critici più influenti del nostro paese, Roman Vlad ha rivestito un ruolo cruciale nell’interpretazione della musica di Stravinskij. Antiromantico, neoclassico, rivoluzionario e, per alcuni, persino reazionario, la complessità della sua opera ha attraversato Russia, Europa e Nord America. Apparso per la prima volta nel 1958, lo Stravinskij di Roman Vlad è diventato un work in progress dalla durata trentennale, forse lo studio dell’opera del musicista più importante e completo che gli sia stato dedicato quando questi era in vita, frutto di una profonda conoscenza delle partiture e di uno scambio intellettuale con il loro autore lungo decenni – testimoniato dal carteggio inedito riportato nella nuova edizione –, che tuttavia non ha minato l’indipendenza di giudizio critico. A sessantaquattro anni dalla sua prima pubblicazione Stravinskij è ancora un caposaldo della critica stravinskiana e conserva tutta la sua modernità.
Prosegue infine fino al 30 giugno nella Sala Affreschi (ingresso libero) la mostra “Disegnare l’ebraico – Interpretazione artistica delle lettere dell’Alef Bet”, fusione tra una lingua millenaria e la creatività di giovani designer provenienti dallo IED di Roma. Composto dalle stesse lettere con cui è stata scritta la Bibbia, nel corso dei secoli l’alfabeto ebraico si è arricchito di significati profondi ed evocativi. Alle lettere ebraiche è stata conferita un’aura di sacralità e mistero, che ha affascinato credenti e non. Con questo progetto, sedici giovani talenti e alcuni loro insegnanti, senza alcuna conoscenza dell’ebraico o familiarità con la storia e la cultura israeliana, dopo aver seguito un percorso formativo per apprendere la lingua ebraica da un punto di vista storico, culturale e grafico, hanno creato rappresentazioni artistiche originali delle lettere ebraiche, caratterizzate da una prospettiva fresca e nuova. La mostra è realizzata in collaborazione con Ambasciata d’Israele in Italia, Istituto Europeo di Design (IED) di Roma, Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS) di Ferrara.
GLI ALTRI APPUNTAMENTI DELLA SETTIMANA
Martedì 28 giugno toccherà all’originale duo bolognese GuerzonCellos – all’anagrafe Enrico e Tiziano Guerzoni, padre e figlio violoncellisti – in un concerto che spazia fra jazz, pop e rock con originali trascrizioni per due violoncelli fra i Nirvana e i Queen (Giardini ore 21.30), mentre la Sala Casella ospita la presentazione del volume A casa di Hans. Villa La Leprara di Hans Werner Henze nei Castelli Romani a cura di Gastón Fournier-Facio e Anton Giulio Onofri (ore 20).
Spazio alla musica contemporanea mercoledì 29 giugno in Sala Casella con il dittico Anita e Costanza. Due Garibaldi che fecero l’Italia due melologhi (Anita su testo di Giovanni Maria Briganti, musica di Fausto Sebastiani, Costanza su testo di Cecilia D’Amico, musica di Stefano Cucci) nati per omaggiare due donne forti e affascinate dagli ideali politici dei loro uomini, che hanno seguito sino a dedicare loro la vita: sono Anita Garibaldi moglie del Generale, e Harriet Constance Hopcraft, moglie di Ricciotti, terzogenito di Anita e Giuseppe (ore 20). A introdurre il dittico, alle 19.30, l’incontro con Costanza Ravizza Garibaldi discendente di Giuseppe e Anita Garibaldi. A seguire (ore 21.30) Giovanni Maria Briganti è autore e voce narrante di La storia del ragazzo, una lettura nuova e contemporanea che trae spunto dalla trama dell’Histoire du soldat di Ramuz-Stravinskij, alternandosi ai cinque pezzi della Suite dell’Histoire approntata dallo stesso compositore russo per clarinetto, violino e pianoforte.
Giornata conclusiva giovedì 30 giugno con l’ultimo concerto (Giardini, ore 21.30) all’insegna della musica di Germano Mazzocchetti, poliedrico compositore, dedito alla musica per il teatro, la commedia musicale, il cinema e la televisione, oltre che rinomato virtuoso di fisarmonica. Mazzocchetti torna ai Giardini con il suo ensemble in un programma con alcuni brani dall’ultimo suo album Muggianne e altri da precedenti produzioni. La giornata si apre alle ore 20 in Sala Casella con l’ultimo incontro di “Intorno a un libro”, dedicato a Il canto dell’anima. Vita e passioni di Giuseppe Sinopoli a cura di Gastón Fournier-Facio (Milano, il Saggiatore, 2021) uscito a vent’anni dalla prematura scomparsa di Giuseppe Sinopoli.
Il progetto “I Giardini della Filarmonica”, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico “Estate Romana 2020 – 2021 – 2022” curato dal Dipartimento Attività Culturali, ed è realizzato in collaborazione con SIAE.
I Giardini della Filarmonica 2022 sono realizzati in collaborazione con Ambasciata Argentina, Ambasciata d’Israele in Italia, Istituto Giapponese di Cultura in Roma, Istituto Polacco di Roma,
Istituto Slovacco a Roma, Istituto Europeo di Design di Roma (IED), Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara (MEIS), Alefba, Associazione Fabrica.
Tutto il programma sul sito filarmonicaromana.org
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Biglietti: 11 euro Takarabune; 5,50 euro presentazione del libro; la mostra è a ingresso libero. Si raccomanda l’acquisto on line su filarmonicaromana.org. Presso la Sala Casella la biglietteria apre un’ora prima del concerto.
Info: filarmonicaromana.org, tel. 342 9550100, promozione@filarmonicaromana.org
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LUNEDì 27 GIUGNO
SALA CASELLA ore 20
STRAVINSKIJ
nuova edizione del libro di Roman Vlad con il carteggio Stravinskij-Vlad
(Milano, il Saggiatore, 2021)
Intorno a un libro
con Alessio Vlad, Marcello Panni
coordina Valerio Sebastiani
Francesco Bravi e Adriano Scapicchi
pianoforte a quattro mani
Igor Stravinskij
Estratti dal balletto Petruška nella trascrizione a quattro mani dell’autore
GIARDINI ore 21.30
GIAPPONE
TAKARABUNE
Performance musicale della prefettura di Tokushima (isola Shikoku)
con Megumi Yonezawa, Wataru Yonezawa
Takashi Yonezawa, Yuki Kamata, Kaoko Kato
In collaborazione con Istituto Giapponese di Cultura in Roma
SALA AFFRESCHI
Fino al 30 giugno (ore 19 – 23),
ad esclusione del 26 giugno
DISEGNARE L’EBRAICO
Interpretazione artistica delle lettere dell’Alef Bet
in collaborazione con
Ambasciata d’Israele in Italia;
Istituto Europeo di Design (IED) di Roma;
Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah (MEIS) di Ferrara