Sabato 11 e domenica 12 giugno
, alle 21.00, andrà in scena nell’ambito di Let’s Play nel giardino del Museo Sartorio la produzione Contrada “Il Barbiere di Trieste” da Il barbiere di Siviglia di Beaumarchais, per la traduzione, adattamento e regia di Giacomo Segulia, in scena insieme a Davide Rossi, Veronica Dariol, Simone Debenedetti, Daniele Molino e con Alessio Venier al violino, Giacomi Cozzi al clarinetto e Mitja Tull alla fisarmonica. Un nobile innamorato cerca di coronare il suo sogno d’amore per una bella ragazza, rinchiusa in casa dal suo tutore, con l’aiuto e le furbizie del celebre barbiere. Ambientato nella Trieste del ‘700, secolo di grande splendore per la città e i territori confinanti, lo spettacolo è riadattato al contesto sociale e multietnico della Trieste d’allora. La messa in scena, con una forte impronta musicale, utilizza le maschere della Commedia dell’arte, il codice attraverso il quale viene letta la storia.
Lo spettacolo, dalla forte impronta musicale, si basa sul testo di Beaumarchais e sull’opera omonima di Gioachino Rossini, dove la nota storia è stata riadattata e ambientata nella Trieste del Settecento. Traduzione, adattamento e regia sono di Giacomo Segulia; lo spettacolo è arricchito dalle maschere della Commedia dell’arte di Francesco Garuti.
«Il momento in cui è stato scritto questo testo – spiega il regista e attore Giacomo Segulia – coincide con un periodo di grande splendore per la città di Trieste e per i territori circostanti, sul finire della grande esperienza di Maria Teresa d’Austria sul trono imperiale e l’inizio della definitiva affermazione della città di Trieste moderna come la conosciamo. Siamo in un’epoca di prosperità, un’epoca caratterizzata dalla pacifica convivenza di popoli e culture differenti grazie al porto e ai suoi traffici che univano il mare e la terraferma, una sorta di laboratorio mitteleuropeo che aveva già in sé alcuni principi dell’Europa unita di oggi, un luogo senza confini, di libera circolazione delle persone, di crescita sociale e culturale insieme, che racchiude bene il motto ufficiale dell’Unione europea “unita nella diversità”.
Ecco quindi che questo testo teatrale, un grande classico celebre in tutto il mondo, ci è sembrata l’opera ideale per affrontare temi quali la convivenza pacifica tra le diverse culture presenti oggi in un mondo senza confini. Ma non solo. Analizzandolo e scavando nelle dinamiche tra i personaggi, è emerso fin da subito un conflitto che ha , secondo me, sempre bisogno di essere affrontato a viso aperto, senza pregiudizi: quello generazionale. L’eterna lotta tra i vecchi e i giovani, tra visioni del passato e visioni del futuro. Anche e soprattutto adesso, in questo difficile momento storico.»
In caso di maltempo lo spettacolo si svolgerà nelle stesse date al Teatro dei Fabbri, per le prenotazioni si può anche telefonare allo 040.948471 da lunedì a venerdì, 9.00 – 13.00.
Prenotazioni – contrada@contrada.it oppure 040947481