Giovedì 9 giugno, ore 20.30,
al Teatro Manzoni, con il recital della pianista Khatia Buniatishvili si conclude la rassegna Grandi Interpretidi Bologna Festival. Un pianismo magnetico e una forte presenza scenica fanno della pianista franco-georgiana una delle interpreti oggi più ricercate a livello internazionale. Nel programma proposto a Bologna Festival, creando un accostamento di generi e periodi storici molto diversi, spazia da Bach a Satie, passando per Chopin, Schubert e Liszt. «Epoche e generi non hanno poi tanta importanza – sostiene Khatia Buniatishvili – quello che dura è l’emozione. Non è questo lo scopo essenziale della musica? Visto che in questi pezzi si tratta più di emozione che non di forme stilistiche, non bisogna sapere a che periodo risalgono; in questa mescolanza di stili non c’è più alcuno stile». Fra sussurrate intimità e smagliante virtuosismo passa dal minimalismo della Gymnopédie n.1 di Satie al tripudio virtuosistico della Rapsodia ungherese di Liszt, dalla nostalgica tristezza di certe pagine chopiniane (preludi, mazurke, polacche) a sempreverdi del Barocco come l’Aria sulla quarta corda di Bach o Les barricades mystérieuses di Couperin; accosta il clima sospeso della Consolation n.3 di Liszt al Preludio e fuga BWV 543 di Bach nella sapiente trascrizione di Liszt.
Il concerto è realizzato grazie a ALFASIGMA, main sponsor della stagione 2022 di Bologna Festival.
Prima del concerto, alle ore 18, all’Oratorio di San Filippo Neri, PRIMA DELLE NOTE: guida all’ascolto introduttiva al programma del concerto, a cura di Guido Barbieri; ingresso libero.
Biglietti in vendita online www.bolognafestival.it / www.vivaticket.it; presso Bologna Welcome (Piazza Maggiore 1/E); il giorno stesso del concerto al Teatro Manzoni a partire dalle ore 19.30. Informazioni: Bologna Festival 051 6493397 www.bolognafestival.it
Giovedì 9 giugno 2022 ore 20.30
Auditorium Manzoni
Khatia Buniatishvili pianoforte
Éric Satie Gymnopédie n.1
Fryderyk Chopin Preludio op.28 n.4
Fryderyk Chopin Scherzo n.3 in do diesis minore op.39
Johann Sebastian Bach Aria sulla quarta corda
Franz Schubert Improvviso in sol bemolle maggiore op.90 n.3
Franz Liszt Sérénade S.560/7 d’après Ständchen di Franz Schubert
Fryderyk Chopin Polonaise in la bemolle maggiore op.53
Fryderyk Chopin Mazurka in la minore op.17 n.4
François Couperin Les barricades mystérieuses
Johann Sebastian Bach Preludio e fuga BWV 543
Franz Liszt Consolation n.3 in re bemolle maggiore S.172/3
Franz Liszt Rapsodia ungherese n.2 in do minore S.244/2
Convivono due anime di segno opposto in Khatia Buniatishvili, pianista dalla presenza scenica carismatica che trae la sua energia interpretativa dal rapporto di estroversa complicità che riesce a creare con il pubblico in sala. In palcoscenico Khatia vive anche la sua “solitudine musicale” – come l’ha definita lei stessa – che la spinge, al contrario, al dialogo con sé stessa. I due versanti si riuniscono idealmente in questo programma: un viaggio a ritmo vertiginoso nella “forma breve”, da Satie a Bach a Liszt, tra intimismo e dispiegato virtuosismo.
Khatia Buniatishvili. Nata in Georgia nel 1987, Khatia Buniatishvili ha studiato al Conservatorio di Tbilisi e a Vienna. Ha iniziato a suonare il pianoforte all’età di 3 anni sotto la guida della madre e ha tenuto il suo primo concerto a 6 anni. Si è distinta in diversi concorsi pianistici internazionali, tra cui l’Arthur Rubinstein di Tel Aviv, dove è stata premiata come miglior interprete di un brano di Chopin. Il debutto alla Carnegie Hall nel 2008 suonando il Concerto n.2 di Chopin, la presenza nelle rassegne New Generation Artist della BBC e Rising Stars della Konzerthaus di Vienna, il debutto discografico con un recital lisztiano pubblicato da Sony Classical, sono alcune delle tappe di una brillante carriera che la vede esibirsi sui palcoscenici internazionali come solista o con le orchestre e i direttori di maggior spicco. Interprete dotata di forte comunicativa, dal virtuosismo trascinante, nei suoi recital lascia trasparire momenti di solitaria introversione: il pianoforte per Khatia Buniatishvili diventa «simbolo di una solitudine che in sala da concerto può essere condivisa con gli altri». Ha suonato con complessi sinfonici come l’Orchestre de Paris, la Philharmonia Orchestra, la Los Angeles Philharmonic Orchestra, l’Orchestre National de France, la Israel Philharmonic Orchestra sotto la direzione di Zubin Mehta, Kent Nagano, Neeme Järvi, Paavo Järvi, Jaap Van Zweden, Gustavo Dudamel, Myung-Whun Chung, Yannick Nézet-Séguin, Daniele Gatti. Ama il repertorio cameristico, che condivide con artisti come Gidon Kremer e Renaud Capuçon o con la sorella pianista Gvantsa Buniatishvili. Nella sua discografia figurano recital con musiche di Liszt, Chopin e Schubert, le antologie Motherland (2014) e Kaleidoscope (2016), i Concerti per pianoforte n.2 e n.3 di Rachmaninov con la Filarmonica Ceca e Paavo Järvi e l’antologia Labyrinth (2020) con musiche di Chopin, Bach, Liszt, Satie, Morricone, Brahms, Rachmaninov, Villa-Lobos, Cage, Pärt.