Bernard Levin, uno dei giornalisti britannici più famosi e controversi della seconda metà del secolo scorso, una volta disse di una produzione delle prima commedia di Shakespeare a Regent Park che gli dava un senso di estasi paragonabile nella sua intensità solo al piacere sessuale.
In effetti, ci troviamo di fronte a una delle migliori opere del Bardo: una commedia spesso
paragonata a una fiaba musicale, che combina esuberanza giovanile, giochi di parole allusive e allegria oscurata nel finale dalla morte.
Nello spettacolo coprodotto da Politeama s.r.l. e dall’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, che ha inaugurato la stagione teatrale al “Gigi Proietti Globe Theatre Silvano Toti”, con la direzione artistica del M° Nicola Piovani, quello che intriga è l’ambientazione in un college di un gruppo di giovani ai tempi d’oggi, in un’epoca non ben definita. Ci sono scene d’amore spinte, gag fisiche e comiche in abbondanza ed esibizioni frenetiche piene di divertimento.
Alla corte di Navarra, il re e i suoi signori giurano per tre anni di astenersi dalle donne e dall’amore per dedicarsi allo studio e a una vita di contemplazione, ma dopo l'arrivo della principessa di Francia e delle sue dame, inevitabilmente si innamorano tutti, costretti a sottomettersi alla forza di eros. Proprio quando le coppie saranno sul punto di suggellare le loro unioni, i piani saranno sconvolti dall’arrivo di una notizia funesta, che a poche righe dalla fine disinnesca l’happy ending scontato della commedia romantica e consegna i personaggi a un futuro incerto.
Love’s Labour’s Lost non è un’opera teatrale facile da realizzare: una commedia all’interno di una commedia, i giochi di parole, i continui colpi di scena come lettere d’amore mal indirizzate e casi di identità errata e un finale insolitamente ambivalente. Nonostante queste sfide, la regia di Danilo Capezzani si presta bene al lavoro, e non solo per una buona recitazione a tutto tondo.
A cominciare dal Re, Dumain e Biron (rispettivamente, Gabriele Gasco, Luca Carbone,
Francesco Russo). Reggono il confronto la principessa di Francia (Sofia Panizzi), coraggiosa ma vulnerabile, e una vivace Jaquinette (Sara Mancuso) che ruba la scena.
L’adattamento di Capezzani prevede che alcuni degli interpreti recitino con un accento diverso, dal napoletano del gendarme Intronato (Paolo Madonna), al romano dell’incolto Zucca (Leonardo Cesaroni), fino all’irresistibile inflessione spagnola di Don Armado (Michele Enrico Montesano) il cavaliere baldanzoso impazzito d’amore.
Love’s Labour’s Lost unisce una trama semplice con una poesia elaborata ricca di riferimenti di attualità che bene si adatta allo spazio del Globe: il pubblico non è solo vicino al palco, ma è parte dell’azione, sono le improvvisazioni e i momenti interattivi sfacciati che sono davvero divertenti.
In questa magica commedia shakespeariana gli attori interpretano diversi brani pop internazionali, come Amore, amore mio e La ballata dell’amore, fino al più recente Tous les Mêmes di Stromae, tutti molto indovinati a sottolineare il gioco sul giovane amore destinato a indurirsi in qualcosa di maturo e duraturo. Infatti, è quando il padre della principessa muore e i giochi romantici svaniscono che il linguaggio di Shakespeare finalmente cattura, gli attori smettono di recitare sull’amore e iniziano a viverlo.
Roberta Daniele