Il Teatro della Toscana annuncia la stagione 2022/2023 del Teatro della Pergola confermando la sua volontà di operare sui principi di un Teatro d’Arte orientato ai giovani, con un’attenzione costante all’Europa, avendo nella Lingua Italiana la materia prima del suo agire, intorno ai temi condivisi con il Théâtre de la Ville di Parigi, nel quadro del sempre più solido partenariato incentrato su Arti e Scienze, Arte e Salute, Cultura e Ambiente, Educazione e Formazione, Pari opportunità e Identità di genere.
La nuova stagione, finalmente completa, segna un decisivo ritorno alla normalità e crea ponti tra le discipline, i Paesi e le generazioni, in relazione con tutte le arti, la poesia, il potere dell’immaginazione, tenendo sempre come riferimento il lascito pedagogico e culturale di Orazio Costa, la cui metodologia è costantemente attuata e divulgata attraverso il CAE – Centro di Avviamento all’Espressione, da lui fondato nel 1979 alla Pergola, punto di riferimento del percorso definito con il manifesto Per un Nuovo Teatro, vero e proprio motore culturale delle attività del Teatro della Toscana.
Il cartellone si apre con il programma del Saloncino ‘Paolo Poli’, di recente completamente rinnovato, che definisce l’identità della sala come spazio dedicato alla sperimentazione, e che vedrà a settembre prossimo la presentazione della programmazione prevista nel 2023. Il primo spettacolo, dall’11 al 20 ottobre in prima nazionale, è La dodicesima notte di Shakespeare diretta da Pier Paolo Pacini, nella traduzione di Orazio Costa, con la riduzione di Filippo Gentili, i costumi realizzati dal Laboratorio d’Arte del Teatro della Pergola.
La stagione in abbonamento nella Sala Grande, soggetta a lavori di miglioramento sismico che interesseranno il palcoscenico fino all’autunno inoltrato, inaugura dal 22 al 27 novembre con Lettura clandestina che restituisce alcuni tra gli innumerevoli articoli che Ennio Flaiano scrisse per giornali e riviste, selezionati e letti da Fabrizio Bentivoglio con il contrappunto del contrabbasso di Ferruccio Spinetti. Dal 6 all’11 dicembre Stefano Massini, vincitore del Tony Award per la migliore opera teatrale, unico italiano insignito dell’Oscar del Teatro, debutta in prima nazionale con L’interpretazione dei sogni, dal libro capitale di Sigmund Freud.
Dunque, sono 21 gli spettacoli in abbonamento in Sala Grande, e 6 quelli fuori abbonamento in Saloncino ‘Paolo Poli’. 5 le prime nazionali.
In Saloncino, il sistema dei partenariati internazionali porterà il bailaor Israel Galván con El Amor Brujo + La Consagración de la Primavera, in prima nazionale; La Colonia, diretta in prima nazionale da Beppe Navello, è la seconda tappa del Progetto Speciale MiC su Marivaux, che prevede anche il convegno internazionale “Le Ragioni del Cuore”; continua il rapporto con il Maestro della scena Giancarlo Sepe, il quale, nel quadro delle celebrazioni dei 50 anni del suo Teatro La Comunità, propone in esclusiva Bazin con al centro la figura di André Bazin, il creatore dei “Cahiers du cinéma”, che amava dire che il cinema dovrebbe esprimersi tra Lumière e Méliès: un insieme tra didattica e fantasia; i Nuovi presentano La vita è sogno – cronache per una città possibile, esito del progetto con la città per interrogarsi su cosa siano la cultura e l’identità, con la drammaturgia di Filippo Gentili; Mariano Rigillo è protagonista con Manuele Morgese di Siddhartha di Hesse, che fonde il linguaggio teatrale con quello dell’animazione, con la musica e incursioni nella visual art.
In Sala Grande, la linea della Lingua Italiana emerge con forza e convinzione, in un percorso che passa per i grandi testi rappresentati da grandi interpreti come Gabriele Lavia con Il Berretto a sonagli di Pirandello; Michele Placido con La bottega del caffè di Goldoni; Sergio Rubini con la trasposizione teatrale del suo film I Fratelli De Filippo; Armando Pugliese che dirige Uomo e Galantuomo, di Eduardo; Lucia Lavia con Come tu mi vuoi di Pirandello; Alessandro Benvenuti con Benvenuti in Casa Gori, in collaborazione con il Comune di Siena; Chiara Francini con Coppia aperta quasi spalancata di Dario Fo e Franca Rame.
La Lingua Italiana è intesa anche come alta traduzione di classici stranieri, a testimonianza di strette relazioni culturali tra i Paesi d’Europa, un’idea anche questa condivisa con il Théâtre de la Ville, che presenta regolarmente testi italiani tradotti in francese. È una linea di intervento rappresentata in stagione alla Pergola da: Interno Bernhard – Minetti e Il Riformatore del Mondo con Glauco Mauri e Roberto Sturno diretti da Andrea Baracco, in prima nazionale; Spettri di Ibsen con Andrea Jonasson; Chi ha paura di Virginia Woolf? di Albee, con Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni diretti da Antonio Latella; La valigia di Dovlatov con Giuseppe Battiston; Il Figlio di Zeller, con Cesare Bocci, Galatea Ranzi, Giulio Pranno, diretti da Piero Maccarinelli; Il Re muore di Ionesco, diretto da Maurizio Scaparro; Il Misantropo di Molière con Luca Micheletti, diretto da Andrée Ruth Shammah; Fedra di Seneca, con Valentina Banci diretta da Elena Sofia Ricci.
Incrociano innovativi linguaggi della scena, tra cinema, letteratura, nuove drammaturgie e originali rivisitazioni, riscritture e adattamenti, Daniele Finzi Pasca con Nuda; Paolo Genovese con Perfetti sconosciuti; Alessandro D’Alatri con Mettici la mano di Maurizio de Giovanni; Sebastiano Lo Monaco con L’uomo dal fiore in bocca, ultima recita di Roberto Cavosi.
Nel processo di sviluppo delle relazioni culturali su scala europea, il Teatro della Toscana dà grande importanza all’emergente area balcanica. In questo senso si è stabilita una partnership con Qendra Multimedia, legandola ad analoga partnership con Mittelfest. Primo risultato è Handke Project, un lavoro sulla fase più discussa della vita del letterato tedesco che coinvolge, oltre all’Italia e al Kosovo, anche Serbia, Albania e Germania, al debutto al Mittelfest il 23 luglio, e poi a Firenze nella stagione 2023/2024.
Una linea di intervento che si sostanzia nella Nuova Alleanza dei Teatri Europei promossa dal Teatro della Toscana e dal Théâtre de la Ville di Parigi. Alleanza rinsaldata il 7 maggio scorso in Palazzo Vecchio, a Firenze, in occasione del Festival d’Europa, il 19 maggio a Parigi, in occasione delle repliche di interno/esterno diretto da Charles Chemin al Théâtre de la Ville per gli Chantiers d’Europe, e il 18 giugno, sempre a Parigi, con la Giornata Europea delle Consultazioni poetiche.
Dopo l’estate, verranno annunciate le stagioni del Teatro Era di Pontedera e del Teatro di Rifredi, recentemente entrato a far parte del Teatro della Toscana, le attività de l’Oltrarno – Scuola di formazione del mestiere dell’attore diretta da Pierfrancesco Favino, oltre, per la Pergola, alle attività collaterali e per famiglie, e alla programmazione completa, come detto, del Saloncino ‘Paolo Poli’.
TEATRO DELLA PERGOLA | SALONCINO ‘PAOLO POLI’ | STAGIONE 2022/2023 fuori abbonamento
11 > 20 OTTOBRE – PRIMA NAZIONALE
LA DODICESIMA NOTTE
di William Shakespeare
traduzione Orazio Costa Giovangigli
riduzione Filippo Gentili
con Federico Serafini, Maddalena Amorini, Greta Bendinelli, Luca Pedron, Fabio Facchini, Giulia Weber, Luca Massaro, Federica Cavallaro, Davide Arena, Marco Santi
costumi Elena Bianchini – scena Fran Bobadilla –regia Pier Paolo Pacini
produzione Teatro della Toscana
Si abusa spesso del concetto di contemporaneità riferito a opere del passato, ma per La dodicesima notte di Shakespeare può essere utilizzato a ragion veduta. Contemporaneo è infatti il tema della distanza tra l’essere e l’apparire; i travestimenti di Viola e del buffone, i vari inganni che vengono messi in atto e anche il lutto non granitico di Olivia equivalgono alle identità ritoccate sui social.
È un mondo simile al nostro per contenuti, ma con una straordinaria differenza: la fluidità, le identità aperte e non rigidamente definite che oggi iniziamo finalmente ad accettare, ma ancora con mille difficoltà, qui (nel 1600!) sono un dato di fatto, celebrato con un’allegria e una spensieratezza totali in un gioco un po’ pazzo dove in fondo a contare davvero è “quel che volete”.
Una lezione di civiltà che Shakespeare ci fa arrivare attraverso i secoli con la maestria del suo genio teatrale e del suo spirito libero.
25 > 30 OTTOBRE – BAZIN
uno spettacolo di Giancarlo Sepe
con Giuseppe Arezzi, Marco Celli, Margherita Di Rauso, David Gallarello, Claudia Gambino, Francesca Patucchi, Federica Stefanelli, Guido Targetti
e con Pino Tufillaro
scene Alessandro Ciccone
costumi Lucia Mariani
disegno luci Roberto Bonfantini
musiche Davide Mastrogiovanni e Harmonia Team
produzione Teatro La Comunità in collaborazione con Diana OR.I.S e Teatro della Toscana
André Bazin è stato il creatore dei “Cahiers du cinéma” e colui che ha trasformato i giovani critici rendendoli poi registi, creando la nouvelle vague. Critico e teorico del cinema, amava dire che il cinema dovrebbe esprimersi tra Lumière e Méliès: un insieme tra didattica e fantasia.
Come in un film surreale lo spettacolo di Giancarlo Sepe, con cui festeggia i 50 anni di attività del suo Teatro La Comunità, non ha una narrazione logica, anzi, sembra il racconto di un uomo che sente di dover morire, e in quel momento, per paura di dimenticare qualcosa, parla della necessità del cinema e della sua arte.
Non è detto che quel che succede sulla scena sia la verità: Bazin potrebbe essere anche una metafora dell’intellettuale, un diffidato, uno schedato dall’establishment, uno che non raggiungerà mai il potere. Gli sono vicini la moglie Janine (produttrice cinematografica) e i personaggi dei suoi film preferiti: tra Clair, Renoir, Carné…
3 > 6 NOVEMBRE – Mariano Rigillo in
SIDDHARTHA
di Hermann Hesse
con Manuele Morgese, Riccardo Fola, Sara Adami
traduzione Massimo Mila
scene Roberto Foresta
costumi Isaura Bruni
creazioni video e animazioni Cosimo Brunetti
coreografie Francesca Di Boscio
luci Pasquale Papa
regia Manuele Morgese
produzione Compagnia Teatrozeta
Per la prima volta in Italia, il romanzo Siddhartha di Hermann Hesse, diventa spettacolo teatrale, grazie all’idea progettuale di Manuele Morgese, qui nel duplice ruolo di interprete e regista.
Mariano Rigillo, maestro e interprete d’eccezione, è il “deus ex machina” che guida le fila della rappresentazione per assurgere a protagonista nel ruolo del Barcaiolo, simbolo della spiritualità universale narrata da Hesse. In scena Riccardo Feola nel ruolo dell’amico fedele Govinda e Sara Adami, in Kamala, maestra d’amore.
Dialoghi e narrazione si alternano nel profondo rispetto del messaggio dell’autore, con l’obiettivo di condurre lo spettatore a una vera e propria rilettura della storia, lasciando intatto lo stile e la struttura del testo.
9 > 12 NOVEMBRE PRIMA NAZIONALE
EL AMOR BRUJO + LA CONSAGRACIÓN DE LA PRIMAVERA
direzione artistica, coreografia e danza Israel Galván
pianoforte Daria van den Bercken, Gerard Bouwhuis
produzione Israel Galván Company
Nel 2019 Israel Galván ha lavorato parallelamente a due progetti: El Amor Brujo, una sua versione del classico di Manuel de Falla, e La Consagración de la Primavera (La Sagra della Primavera) di Stravinsky. È rimasta dentro di lui la sensazione di un legame tra queste due composizioni, entrambe eseguite dal vivo al pianoforte e della durata di circa 30 minuti.
Con la pandemia questi lavori non sono ancora mai stati visti in Italia. Quando il Teatro di Toscana gli ha chiesto un progetto la sua prima alla Pergola, Galván ha pensato a un programma speciale con El Amor Brujo come primo atto e La Consagración de la Primavera, come secondo atto.
Il coreografo e bailaor è felice di confrontarsi per la prima volta nella stessa serata con questi due giganti della musica e offrire un simile programma al pubblico di Firenze.
23 > 27 NOVEMBRE – iNuovi in
LA VITA È SOGNO
Cronache per una città possibile
un progetto con la città a cura de iNuovi
drammaturgia Filippo Gentili
produzione Teatro della Toscana
Il progetto dei Nuovi La vita è sogno – Cronache per una città possibile è un primo passo per interrogarsi su cosa siano la cultura e l’identità, scoprendo come un luogo e la nostra storia dentro di esso influenzino l’autodeterminazione di ognuno.
«Qual è il tuo rifugio?». «Pensi che il mondo abbia un posto per te?». Sono alcune delle domande da cui parte un’indagine e un lavoro con i luoghi fisici della città chiamati periferie e quartieri, alla scoperta di quanto di non fisico vi si trova dentro: le storie, le idee, i limiti che ci ritroviamo a fissare e quali sono le possibilità che la realtà ci offre per superarli.
Guidati dalla storia de La vita è sogno di Calderón de la Barca, si costruisce il racconto della ricerca del nostro posto nel mondo e delle illusioni che esso ci riserva, riscoprendo il valore di un teatro “politico”, cioè fatto per i cittadini.
30 NOVEMBRE > 3 DICEMBRE – PRIMA NAZIONALE – LA COLONIA
di Marivaux
traduzione Beppe Navello
con Daria Pascal Attolini, Marcella Favilla, Diego Casalis, Stefano Moretti, Fabrizio Martorelli, Maria Alberta Navello, Giuseppe Nitti
al pianoforte Alessandro Panatteri
scene e costumi Luigi Perego
musiche Germano Mazzocchetti
luci Orso Casprini
regia Beppe Navello
produzione Associazione Teatro Europeo in collaborazione con Teatro della Toscana
Dopo la Seconda sorpresa dell’amore, Beppe Navello dirige, per la prima volta in italiano e nel nostro Paese, La colonia di Marivaux, con la stessa giovane compagnia di attrici e attori. Uno spettacolo sulla rivolta delle donne che ci permette di ascoltare le parole di un classico a proposito della questione femminile.
È una commedia, forma teatrale che non si prende sul serio neanche quando finge di predicare, ma gioca con gli strumenti del buon teatro: personaggi e caratteri sanguigni, l’invenzione di un naufragio su un’isola deserta come pretesto per provare a riformare il mondo maschilista, musiche e canzoni che svariano nel cabaret.
Se il finale resta prudentemente senza esito rispetto alle speranze che ha generato durante tutto il tempo dell’azione, è inevitabile sentire che quella conclusione è provvisoria e prefigura un futuro diverso affidato alle generazioni che verranno: un appello che cade attraverso i secoli nel terreno fertile del nostro tempo dove il problema femminile continua ad essere argomento di lotta e di dibattito.
TEATRO DELLA PERGOLA | SALA GRANDE | STAGIONE 2022/2023 in abbonamento
22 > 27 NOVEMBRE – Fabrizio Bentivoglio in
LETTURA CLANDESTINA
La solitudine del satiro di Ennio Flaiano
ideazione a cura di Fabrizio Bentivoglio
con Ferruccio Spinetti contrabbasso
produzione AidaStudio Produzioni in collaborazione con Bubba Music
Un viaggio alla ricerca dell’Italia d’oggi con le parole di Ennio Flaiano: perché ci sono molti modi di arrivare, e il migliore è quello di non partire.
Lettura clandestina restituisce alcuni tra gli innumerevoli articoli che Flaiano scrisse per giornali e riviste, selezionati e letti da Fabrizio Bentivoglio con il contrappunto del contrabbasso di Ferruccio Spinetti per raccontarne la figura, e tramandare fino al presente la figura di un uomo che come pochi altri ha saputo raccontare l’Italia per ciò che, incredibilmente, ancora oggi è.
I suoi motti, che ancora oggi punteggiano i social network come gli articoli di giornale, hanno decostruito meticolosamente la società italiana di quel periodo, per raffigurarne con intento satirico i (molti) vizi e le (poche) virtù.
6 > 11 DICEMBRE – PRIMA NAZIONALE – Stefano Massini in
L’INTERPRETAZIONE DEI SOGNI
dal libro di Sigmund Freud
musiche Stefano Corsi
eseguite dal vivo dai Whisky Trail,
arpa celtica e armonica Stefano Corsi
chitarra elettrica Paolo Lamuraglia
voce e harmonium Valentina Corsi
scene Marco Rossi
luci Alfredo Piras
produzione Teatro della Toscana, Teatro Stabile di Bolzano
in collaborazione con Piccolo Teatro di Milano / Teatro d’Europa
Cinque anni dopo la versione teatrale realizzata a Milano al Teatro Strehler, Stefano Massini riprende in mano il suo decennale lavoro su L’interpretazione dei sogni di Sigmund Freud, a cui ha dedicato anche l’omonimo romanzo di successo, edito da Mondadori e già tradotto in più lingue.
Da lì Massini riparte, stavolta in prima persona, mettendo il suo estro di narratore al servizio di un impressionante catalogo umano: sulla scena, fra le note dal vivo dei Whisky Trail, prende forma un variopinto mosaico di personaggi che, narrando i propri sogni, compongono una sinfonia di immagini e di possibili interpretazioni, in cui il pubblico si riconosce e ritrova.
13 > 18 DICEMBRE – Sergio Rubini in
I FRATELLI DE FILIPPO
di Carla Cavalluzzi, Sergio Rubini, Angelo Pasquini
con in o.a. Mario Autore, Jennifer Bianchi, Susy Del Giudice, Anna Ferraioli Ravel, Francesco Maccarinelli, Lucienne Perreca, Domenico Pinelli
regia Sergio Rubini
produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo in coproduzione con Teatro della Toscana, Pepito Produzioni
I Fratelli De Filippo è la storia emblematica di una famiglia d’arte italiana che si riscatta attraverso il teatro da una condizione di emarginazione, fino ad avere un successo straordinario. Dopo averla diretta al cinema, Sergio Rubini trasferisce sul palcoscenico la vicenda, riportandola dove tutto ha avuto inizio: il Teatro.
La vicenda va dal 1925, quando muore Eduardo Scarpetta, che non ha mai riconosciuto Titina, Eduardo e Peppino, suoi figli naturali, fino al Natale del 1931, quando debutta Natale in casa Cupiello, primo successo del Trio De Filippo, uno dei più grandi capolavori della produzione di Eduardo. A interpretare i personaggi chiave – la madre Luisa, i tre fratelli e i rispettivi coniugi – sono gli stessi attori del film. A Rubini il ruolo di Narratore, dell’antagonista Vincenzo Scarpetta e del resto delle parti.
27 DICEMBRE > 5 GENNAIO Geppy Gleijeses, Lorenzo Gleijeses in
UOMO E GALANTUOMO
di Eduardo De Filippo
con Ernesto Mahieux, Roberta Lucca, Gino Curcione, Antonella Cioli, Elisabetta Mirra, Agostino Pannone, Gregorio De Paola, Ciro Capano, Brunella De Feudis
scene Andrea Taddei
costumi Silvia Polidori
musiche Paolo Coletta
luci Gaetano La Mela
regia Armando Pugliese
produzione Gitiesse Artisti Riuniti, Teatro della Toscana
Armando Pugliese dirige Uomo e galantuomo di Eduardo De Filippo con protagonisti Geppy Gleijeses, Lorenzo Gleijeses, Ernesto Mahieux.
Meccanismo comico straordinario, narra la storia di una compagnia di guitti scritturati per una serie di recite in uno stabilimento balneare. Proverbiale la scena delle prove di “Mala Nova” di Libero Bovio, in cui un suggeritore maldestro, continuamente frainteso dagli attori, ne combina di tutti i colori. Poi gli intrecci amorosi si mescolano alla finta pazzia, unica via per evitare duelli e galera.
Una commedia dal sapore ‘scarpettiano’, in cui si ritrovano temi cari a Eduardo: l’atavica lotta tra la faticosa miseria di chi tira a campare e la fatua ricchezza di chi può giocare con la vita delle persone; il perbenismo farisaico di nobili e borghesi; l’irriverente critica a un teatro declamatorio o sciatto e cialtronesco.
10 > 15 GENNAIO PRIMA NAZIONALE – Glauco Mauri, Roberto Sturno in
INTERNO BERNHARD
Minetti e Il Riformatore del mondo
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
regia Andrea Baracco
produzione Compagnia Mauri Sturno, Teatro della Toscana
Andrea Baracco dirige Glauco Mauri, Roberto Sturno nel progetto Interno Bernhard – Minetti e Il Riformatore del Mondo. Protagonisti sono due dei personaggi di Thomas Bernhard tra i più iconici nella drammaturgia della seconda metà del ‘900. Non fanno nulla per essere amati: la vocazione distruttiva non può che produrre una feroce e agognata solitudine. Non sembra per loro esserci risarcimento possibile davanti alla beffa dell’esistenza.
L’unica possibilità di sopravvivenza sembra essere allora la ricerca della perfezione in campi che fino a poco tempo fa erano il luogo della bellezza, del senso. Ed ecco allora il grande attore Minetti in attesa di recitare per l’ultima, sublime volta, il suo memorabile Lear; ecco che Il Riformatore del mondo, nonostante abbia da tempo deciso di ritirarsi a vita solitaria, accetti una Laurea Honoris Causa per aver cercato, con i suoi scritti, di dare un senso al caos.
17 > 22 GENNAIO – Gabriele Lavia, Federica Di Martino in
IL BERRETTO A SONAGLI
di Luigi Pirandello
con Francesco Bonomo, Matilde Piana, Maribella Piana, Mario Pietramala, Giovanna Guida, Beatrice Ceccherini
scene Alessandro Camera
costumi ideati dagli allievi del Terzo anno dell’Accademia Costume & Moda Matilde Annis, Carlotta Bufalini, Flavia Garbini, Ludovica Ottaviani, Valentina Poli, Stefano Ritrovato, Nora Sala – coordinatore Andrea Viotti
musiche Antonio Di Pofi
luci Giuseppe Filipponio
regia Gabriele Lavia
produzione Effimera, Diana Or.i.s.
Un testo amaro, comico e crudele, specchio di una società “malata di menzogna”. Gabriele Lavia dirige Il berretto a sonagli con protagonista l’umile scrivano Ciampa, che ricorre alla follia per mantenere la facciata di rispettabilità del suo infelice matrimonio. La verità non può trovare casa nella società umana. Solo un pazzo può dirla.
Lavia – qui insieme a Federica di Martino – è una delle voci più appassionate del teatro del Nobel siciliano. Nella sua lettura siamo di fronte al primo esempio radicale di teatro italiano “espressionista”, un espressionismo feroce che vuole rappresentare una società malata di menzogna. In scena, quindi, un vecchio fondale e pochi elementi, relitti di un salottino borghese, dove viene rappresentato un pezzo di vita di una famiglia perbene che fa i conti con l’assillante angoscia di dover essere per gli altri.
24 > 29 GENNAIO NUDA
di, regia e luci Daniele Finzi Pasca
con Melissa Vettore, Beatriz Sayad, Jess Gardolin, Micol Veglia, Francesco Lanciotti
musiche Maria Bonzanigo
scene Hugo Gargiulo
costumi Giovanna Buzzi
video Roberto Vitalini
direttore di produzione, co-designer luci Marzio Picchetti
scenografo associato Matteo Verlicchi
produzione Compagnia Finzi Pasca, Gli Ipocriti Melina Balsamo, Teatro della Toscana
Ispirata al suo omonimo romanzo, Nuda di Daniele Finzi Pasca è uno spettacolo denso di mistero e stupore, dove profondità e abissi sono in continuo dialogo con un mondo leggero e luminoso, fatto di piani che si sovrappongono e giocano tra loro. La potenza teatrale si sposa con una narrazione poetica dal sapore onirico, in assoluta armonia con il teatro fisico e la danza aerea.
Due gemelle, cresciute in una famiglia “eccentrica”, eppure così simile a quella di tutti, si toccano, si sfiorano, a volte si calpestano, per poi riscoprirsi in un abbraccio pieno di gioia e libertà ritrovate.
Un gioco acrobatico, insieme a un’installazione di luci interattiva intrecciate alla narrazione e un potente universo sonoro, compongono questo spettacolo magico e surreale.
31 GENNAIO > 5 FEBBRAIO – Michele Placido in
LA BOTTEGA DEL CAFFÈ
di Carlo Goldoni
con in o.a. Luca Altavilla, Emanuele Fortunati, Ester Galazzi, Anna Gargano, Armando Granato, Vito Lopriore, Francesco Migliaccio, Michelangelo Placido, Maria Grazia Plos
scene Marta Crisolini Malatesta
costumi Stefano Nicolao
luci Gigi Saccomandi
musiche Antonio Di Pofi
movimenti di scena Monica Codena
regia Paolo Valerio
produzione Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Goldenart Production, Teatro della Toscana
Un’edizione nuova e accurata de La Bottega del caffè di Carlo Goldoni firmata da firmata da Paolo Valerio con protagonista Michele Placido.
In scena tutta la vitalità e il divertimento della commedia, la comprensione che Goldoni mostra per l’uomo, il suo amore viscerale per il teatro, per la scrittura, per gli attori, sulle cui potenzialità costruiva personaggi universali.
Don Marzio è il nobile napoletano che osserva seduto al caffè il piccolo mondo di un campiello veneziano e con malizia ne intriga i destini. Lo attorniano figure tutte importanti, ognuna ambigua e interessante: una coralità in cui la pièce trova il fulcro del suo impeccabile meccanismo, che imprime ritmi vorticosi alle interazioni fra i personaggi.
7 > 12 FEBBRAIO – Andrea Jonasson in
SPETTRI
di Henrik Ibsen
versione italiana e adattamento Fausto Paravidino
e con Gianluca Merolli, Fabio Sartor, Giancarlo Previati, Eleonora Panizzo
scene e costumi Adomas Jacovskis
musica Faustas Latènas, Giedrius Puskunigis, Jean Sibelius, Georges Bizet
disegno luci Fiammetta Baldiserri
regia Rimas Tuminas
produzione TSV – Teatro Nazionale
Spettri di Henrik Ibsen mescola incesto, follia, verità terribili dopo anni di menzogna. In questa nuova versione adattata da Fausto Paravidino, diretta da Rimas Tuminas e interpretata da Andrea Jonasson è ben rappresentato non solo il disvelamento di segreti familiari, ma anche l’esternazione dei fantasmi che si nascondono e vivono dentro tutti noi.
La storia si sviluppa intorno allo scontro tra Helene (interpretata da Jonasson) e suo figlio Osvald (Gianluca Merolli), scontro che porta a galla vecchi peccati di famiglia. L’ambientazione è quella di un’allucinata campagna norvegese, resa grigia e stagnante, come l’animo dei personaggi, da una pioggia battente; un luogo in cui il sole e il calore arrivano inutilmente e sempre troppo tardi.
14 > 19 FEBBRAIO Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni, Paola Giannini in
Edward Albee
CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOOLF?
di Edward Albee
traduzione Monica Capuani
regia Antonio Latella
dramaturg Linda Dalisi
scene Annelisa Zaccheria
costumi Graziella Pepe
musiche Franco Visioli
luci Simone De Angelis
produzione Teatro Stabile dell’Umbria
con il contributo speciale della Fondazione Brunello e Federica Cucinelli
Chi ha paura di Virginia Woolf? è la storia della doppia coppia che ha spiazzato il pubblico borghese degli anni ’60 scoperchiando, tra fiumi d’alcool in scena, tutte le frustrazioni, le ipocrisie e le contraddizioni del ceto medio. Antonio Latella lo allestisce nella nuova traduzione di Monica Capuani con protagonisti Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Ludovico Fededegni, Paola Giannini.
Un testo realistico, ma che diventa visionario per la potenza del linguaggio, per la maniacalità della punteggiatura e per la visionarietà, dovuta ai fumi dell’alcool e alle vertiginose risate che divorano e fagocitano i protagonisti.
Il linguaggio usato svela i meccanismi di ripetizione a volte surreali che portano a uno svuotamento di significato, parallelamente è un’arma efferata per attaccare e ridurre a brandelli l’involucro in cui ciascuno di noi nasconde la propria personalità e le proprie debolezze.
21 > 26 FEBBRAIO – COME TU MI VUOI
di Luigi Pirandello
regia Luca De Fusco
con Lucia Lavia, Francesco Biscione, Alessandra Costanzo, Bruno Torrisi, Pierluigi Corallo, Alessandro Balletta, Isabella Giacobbe, Paride Cicirello, Alessandra Pacifico, Nicola Costa
scene e costumi Marta Crisolini Malatesta
luci Gigi Saccomandi
produzione Teatro Stabile di Catania, Teatro della Toscana, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Tradizione e Turismo srl – Centro di Produzione Teatrale – Teatro Sannazaro
Un capolavoro della maturità di Luigi Pirandello, forse in assoluto il meno frequentato, scelto da un regista come Luca De Fusco che ha invece molto frequentato l’autore siciliano e che decide di portarlo ora in scena con Lucia Lavia, protagonista di uno spettacolo cupo e carico di esistenzialismo, più che mai vicino al nostro tempo.
Come tu mi vuoi si allontana da ogni connotazione caricaturale dei personaggi per lasciare avanzare atmosfere quasi cinematografiche, da noir anni ’40, e sottolineare la drammatica, solitaria chiusura di tutti i personaggi, a cominciare proprio dall’Ignota, con la sua ricerca sull’identità personale.
In una scenografia ispirata alla galleria degli specchi de La signora di Shangai di Orson Welles, i frammenti del proprio riflesso rimanderanno alla protagonista l’inquietudine fondamentale del suo personaggio: rivedersi le richiamerà all’incubo di non conoscersi.
28 FEBBRAIO > 5 MARZO IL FIGLIO
di Florian Zeller
traduzione e regia Piero Maccarinelli
con Cesare Bocci, Galatea Ranzi, Giulio Pranno, Marta Gastini
scene Carlo Di Marino
costumi Gianluca Sbicca
produzione Teatro Il Parioli, Teatro della Toscana
La vita in tutte le sue sfaccettature per piantare uno specchio nel cuore a tutti i genitori di un figlio adolescente. Dopo Il Padre Piero Maccarinelli dirige Il Figlio di Florian Zeller con Cesare Bocci, Galatea Ranzi, Giulio Pranno, Marta Gastini. Il testo fa parte di una trilogia che comprende anche La Madre, lavori non collegati fra loro se non dal numero dei personaggi e dalle implicazioni umane e sociali.
Mentre nel Padre venivano analizzati i rapporti familiare in relazione all’Alzheimer, qui Zeller ci conduce sul terreno delle incomprensioni generazionali. È un’opera che conquista grazie non solo alla bellezza del linguaggio, ma alla capacità di introspezione, ai rimandi fra un personaggio e l’altro, al manifestarsi delle loro debolezze delle loro incapacità di capire sé stessi e gli altri.
7 > 12 MARZO – Alessandro Benvenuti in
BENVENUTI IN CASA GORI
di Alessandro Benvenuti e Ugo Chiti
produzione Teatro della Toscana in collaborazione con Comune di Siena
Benvenuti in Casa Gori è un pezzo di storia del teatro, che torna in scena con intatta bellezza. Alessandro Benvenuti, facendo di necessità virtù, interpreta tutti i dieci componenti della famiglia Gori, creando uno sfolgorante monologo, destinato a oltre trent’anni di successi.
Nel più classico degli scenari, un pranzo natalizio in una tradizionale famiglia toscana, si assiste a uno spettacolo che ha fatto sorridere generazioni e generazioni di spettatori con tormentoni diventati oramai storici, anche grazie al film dello stesso Benvenuti.
È un ghiotto, sincero e tellurico sproloquio che è un omaggio d’amore alla Toscana, allo scherzare toscano, alle zingarate toscane, alle dispute toscane e alla tosta manifestazione degli affetti della provincia toscana.
14 > 19 MARZO – METTICI LA MANO
di Maurizio de Giovanni
Con Antonio Milo, Adriano Falivene e Elisabetta Mirra
scene Toni di Pace
costumi Alessandra Torella
musiche Marco Zurzolo
luci Davide Sondelli
regia Alessandro D’Alatri
produzione Diana Or.i.s.
Dopo il successo de Il silenzio grande, la nuova inedita commedia di Maurizio De Giovanni Mettici la mano con Antonio Milo, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra. Un progetto che nasce quasi come una costola della saga de Il commissario Ricciardi.
In una Napoli devastata dalle conseguenze del nazifascismo, martoriata dai bombardamenti, ma mai priva di quella carica di umanità e di amore per la vita, due tra i volti più colorati si staccano dal filone corale e tornano a raccontarsi con il pubblico, ma questa volta dal vivo: il brigadiere Maione e il femminiello Bambinella, uno con il rigore della divisa e l’altro con la leggerezza della femminilità travestita. Medesimi i due attori che hanno interpretato la serie tv: Antonio Milo e Adriano Falivene.
La novità è Elisabetta Mirra nel ruolo di Melina, straordinario sguardo sul sacrificio femminile di quell’epoca.
21 > 26 MARZO Giuseppe Battiston in
LA VALIGIA
di Sergej Dovlatov
adattamento di Paola Rota, Giuseppe Battiston
regia Paola Rota
produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo
Un testo per dissacrare il sacro, per imparare a rispettare ciò che rispettabile non è, per capire che i valori umani esistono solo al di fuori delle convenzioni. La valigia di Sergej Dovlatov è metafora della diasporica condizione umana, di un sentirsi emigranti dello spazio e del tempo. Emigriamo dalla nostra giovinezza, da un passato fatto di persone, di immagini, di episodi e sentimenti che il ricordo ha la forza di immortalare e resuscitare.
Giuseppe Battiston dà vita a personaggi che riemergono dalla memoria; uomini e donne raccontati con il filtro della distanza, della distorsione e della comicità. Dispositivo di racconto e di evocazione è uno studio radiofonico, in cui un presentatore, attingendo alla storia di Dovlatov, giornalista e reporter, si aggancia al mondo sonoro per evocare la propria storia.
28 MARZO > 2 APRILE – PERFETTI SCONOSCIUTI
uno spettacolo di Paolo Genovese
produzione Nuovo Teatro diretta da Marco Balsamo, Leone Film Group in coproduzione con Teatro della Toscana
Paolo Genovese firma la sua prima regia teatrale portando in scena l’adattamento di Perfetti sconosciuti. Una commedia brillante sull’amicizia, sull’amore e sul tradimento, che porterà quattro coppie di amici a confrontarsi e a scoprire di essere “perfetti sconosciuti”.
Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata ed una segreta. Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio della nostra memoria, oggi nelle nostre sim. Cosa succederebbe se quella minuscola schedina si mettesse a parlare?
Durante una cena, un gruppo di amici decide di fare un gioco della verità mettendo i propri cellulari sul tavolo, condividendo tra loro messaggi e telefonate. Metteranno così a conoscenza l’un l’altro dei propri segreti più profondi…
11 > 16 APRILE – Chiara Francini, Alessandro Federico in
COPPIA APERTA QUASI SPALANCATA
di Dario Fo, Franca Rame
luci Alessandro Barbieri
scenografia Katia Titolo
costumi Francesca di Giuliano
musiche Setti – Pasino
regia Alessandro Tedeschi
produzione Infinito Teatro in collaborazione con Argot Produzioni
Una commedia che è una favola tragicomica: Coppia aperta quasi spalancata di Dario Fo e Franca Rame descrive lo “stare in coppia” con toni divertenti, ma anche drammatici, narrando le differenze tra psicologia maschile e femminile. Un testo importante, che celebra il ruolo della donna all’interno della coppia.
Alessandro Tedeschi dirige Chiara Francini nell’energica Antonia che incarna l’eroina perfetta di tutte le mogli tradite e racconta con ironia la loro “sopravvivenza” tra le mura domestiche. Pur di continuare a stare vicino al marito, interpretato da Alessandro Federico, decide di accettare l’impensabile.
Soltanto quando nel cuore di Antonia si insidia un nuovo uomo, giovane e intelligente, il marito sembra accorgersi dell’esistenza della moglie, del suo bisogno di essere amata e considerata.
18 > 23 APRILE
Sebastiano Lo Monaco in
L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA, L’ULTIMA RECITA
libero adattamento di Roberto Cavosi
da L’uomo dal fiore in bocca di Luigi Pirandello
regia Alessio Pizzech
produzione SiciliaTeatro, Castellinaria
Alessio Pizzech dirige Sebastiano Lo Monaco ne L’uomo dal fiore in bocca, l’ultima recita, libero adattamento di Roberto Cavosi del celebre monologo di Pirandello.
Il meccanismo rivelatore del teatro diventa un costante gioco di immagini sonore, di macchie di colore, dove l’attesa Beckettiana straziante in un tempo senza tempo o meglio in un tempo immerso in continuo fluire apre le porte alla dissoluzione di un io novecentesco oramai liquido per noi.
La fine della rappresentazione è così metafora del finire della vita che affoga in un non senso, in un nulla in cui ci si aggrappa a istanti di presente, che si sfalda sotto l’incedere di un pensiero che diventa vita e che assume le forme di un’esistenza vissuta senza porsi il tema del senso.
Lo spettacolo fa entrare lo spettatore in un flusso di parole capace di restituire la capacità pirandelliana di disinnescare il pensiero logico: di fronte all’esperienza dolorosa della vita il teatro resta l’unica realtà in grado di afferrare il mutante presente.
26 > 30 APRILE – Edoardo Siravo in
IL RE MUORE
di Eugène Ionesco
con Enrico Bonavera, Gabriella Casali, Giulia Di Quilio, Michele Ferlito, Isabel Russinova
costumi Santuzza Calì
musiche Nicola Piovani
scene Antonia Petrocelli
regia Maurizio Scaparro
produzione Associazione Culturale Laros
A distanza di sessant’anni dalla prima mondiale de Il re muore di Eugène Ionesco al Théàtre de l’Alliance francaise a Parigi, Maurizio Scaparro torna alla regia affrontando questo lavoro più che mai attuale, con protagonista Edoardo Siravo e con le musiche del premio Oscar Nicola Piovani.
Il testo di Ionesco non è un’allegoria. Come la maggior parte delle opere del Teatro dell’Assurdo, è un’immagine poetica della condizione umana. Si direbbe che l’autore abbia assorbito alcune linearità formali di Beckett e alcune ritualità di Genet.
Una commedia profonda e quanto mai necessaria per cercare di portare un po’ più di consapevolezza in un momento storico come questo, in cui la pandemia e la guerra hanno lasciato e stanno lasciando tuttora segni molto forti nelle nostre coscienze.
2 > 7 MAGGIO – IL MISANTROPO
di Molière
con Luca Micheletti, Marina Occhionero e cast in via di definizione
regia Andrée Ruth Shammah
produzione Teatro Franco Parenti, Teatro della Toscana
Un Misantropo che prosegue la ricerca su Molière di Andrée Ruth Shammah, nell’intenzione non di portare lui verso di noi, ma nella volontà di avvicinare noi a lui. Un’edizione fresca, ma il più rispettosa possibile del testo e delle sue intenzioni, ancora così vive.
Siamo di fronte all’omaggio a uno dei più grandi uomini di teatro di tutti i tempi, che una parte così importante ha avuto nella storia del Teatro Franco Parenti di Milano. È stato Franco Parenti che ha insegnato a Shammah ad amarlo, ed è a Cesare Garboli che la regista è grata per averle fatto capire quanto Molière sia nostro contemporaneo. Ed è stato proprio Luca Micheletti a proporle di affrontare con lui Il misantropo, che in scena con Parenti e Raffaella Azim è stato un cavallo di battaglia di molte stagioni dello storico teatro milanese che quest’anno festeggia i suoi cinquant’anni.
9 > 14 MAGGIO – Valentina Banci, Francesca Mazza, Sergio Basile, Gabriele Anagni in
FEDRA
di Seneca
con Elisabetta Arosio, Ilaria Genatiempo, Alberto Penna, Valentina Martone, Aurora Cimino, Dafne Rubini
scene e costumi Andrea Taddei
musiche Stefano Mainetti
luci Stefano Limone
regia Elena Sofia Ricci
produzione Teatro della Toscana, Best Live
Elena Sofia Ricci dirige Fedra di Seneca e mette al centro la forza della “parola”, così tragicamente contemporanea, con protagonisti Valentina Banci, Francesca Mazza, Sergio Basile, Gabriele Anagni.
forse, in questa nostra era, siamo tutti un po’ Ippolito: a pezzi, a brandelli. E così ci troviamo in una discarica infernale, uno “sfasciacarrozze di tutti i tempi”. L’intero dramma è popolato da “persone” che si muovono e arrancano tra le macerie della propria esistenza. Anche il rapporto conflittuale con il potere rievoca una sempre contemporanea messa in discussione della coscienza sociale.
Le dinamiche, le ossessioni, le patologie, i mostri non solo interiori dei personaggi si svelano attraverso la pièce, nella loro tragica verità.