Chiostri del Teatro Fontana – READING NOVECENTO – Omaggio a Eugenio Allegrida Novecento di Alessandro Baricco – di e con Ciro Masella
La stagione 2022 del Teatro Fontana si chiude con un appuntamento last minute nella suggestiva cornice dei Chiostri Bramanteschi adiacenti al teatro.
Dal 27 al 30 giugno Ciro Masella torna a cimentarsi con uno dei testi più belli e affascinanti degli ultimi anni, il Novecento di Alessandro Baricco, già portato in scena con successo da “mostri sacri” come Arnoldo Foà e attori magnifici del calibro di Eugenio Allegri. A quest’ultimo, in particolare, sono infatti dedicate queste quattro date en plein air: un’occasione per ricordare la grandezza di un artista recentemente e prematuramente scomparso.
Il libro che ha forse regalato la maggiore notorietà al suo autore – tradotto in diverse lingue e diventato un cult anche grazie al film di Tornatore La leggenda del pianista sull’oceano – dopo una serie di letture pubbliche, torna a prendere in prestito la voce di Masella per raccontarci una storia indimenticabile, per condurci in un viaggio spettacolare e divertente, misterioso e dolce. Ancora una volta, la suggestione di un racconto, il fascino dell’oralità, la grande potenza di una storia prenderanno possesso di uno spazio per animarlo di personaggi, luoghi, suoni, immagini e paesaggi. Una voce e una narrazione.
Ci sono storie che, pur parlando di altre vite, di uomini e donne di altri tempi e altri luoghi -spesso immaginari gli uni e gli altri- ci raccontano di noi, del nostro tempo, ci parlano al cuore e alla testa, ci svelano e ci rivelano; storie che ci entrano sotto la pelle e nelle pieghe dell’anima. Quella di Novecento, il più grande pianista che abbia mai solcato l’oceano, è senza dubbio una di queste. Intensa, commovente, divertente e assurda… come la vita. La storia di una grande e bizzarra amicizia, la storia di un fallimento e di una vittoria… la storia di ciascuno di noi, a vederla bene…
Un reading dedicato a Eugenio Allegri
La prima volta che ho visto il Novecento di Allegri fu, diversi anni fa, in un piccolo teatrino di Perugia: aveva debuttato da non molto tempo, ma era già uno spettacolo di cui si parlava tantissimo e in modo entusiastico. Rimasi folgorato! Letteralmente rapito dal testo e dalla prova d’attore, dalla fusione totale e magica fra l’interprete e la storia, fra l’attore e quelle parole (che scoprii poi essere state scritte appositamente da Baricco per Eugenio). Da allora ho visto e rivisto quello spettacolo, divenuto ormai “mitico”, più di una decina di volte, e tutte le volte Allegri mi ha rapito, conquistato, stupito, lasciato a bocca aperta. Sono sicuro che fu proprio quella prima sera in quel teatrino di Perugia, che mi venne la voglia “matta e disperatissima” di misurarmi con quella meravigliosa storia -scritta da un Baricco che ho sempre pensato in stato di grazia mentre concepiva e dava forma a quelle parole che si sarebbero scolpite nella mente e nel cuore di milioni di lettori e spettatori- e con quel magnifico attore che le dava carne, voce, suono, poesia, straziante bellezza. Ma, mi dicevo, avrei dovuto aspettare un po’ di anni, sia perché ero “fuori età”, sia perché i diritti di rappresentazione del testo erano stati concessi in esclusiva ad Allegri per diverso tempo. Allora ho deciso di misurarmi con quel testo sublime leggendolo – protetto cioè da un leggio e dalla formula del reading, che mi avrebbe evitato il terrore del paragone con tanta forza, bellezza, potenza, meraviglia. La mia lettura si discosta da quella che ne hanno dato registicamente e interpretativamente Gabriele Vacis ed Eugenio Allegri. Ma è scaturita dalla visione di quello spettacolo mitico – dalle impressioni fortissime che mi suscitò la prima e poi tutte le altre volte in cui ho avuto la fortuna di goderne – dal cortocircuito fra il bellissimo testo di Baricco e quella regia e interpretazione. Non ho imitato le intonazioni, il ritmo, il fraseggio inconfondibile e unico di Allegri; ne ho però catturato, fatto mio e custodito, lo spirito e -a mio modo, a mio personalissimo modo- ho costruito da quelle suggestioni e impressioni il mio personale racconto, ho dato voce e carne al mio Novecento. Non ho potuto non misurarmi con quello spettacolo (come, credo, si siano misurati tutti quelli che lo hanno portato in teatro, e anche forse chi lo ha trasposto per lo schermo). Sì, ci sono le parole di Baricco, c’è la sua bellissima storia, la forza di un monologo che è un regalo poter recitare, dire, anche solo leggere. C’è una costruzione architettonica meravigliosa, un’orchestrazione di voci incredibile: un’orchestra che dà i brividi. Ma se si è avuta la fortuna di assistere all’esecuzione magistrale di Allegri, non si può non fare i conti con la sua luminosissima e folgorante ombra.
Io da allora ho raccontato questa storia tante volte; e ancora oggi nutro una sorta di timore reverenziale verso quello spettacolo e quell’interpretazione (oltre che per la potenza della scrittura), tanto da essere rimasto dietro quel leggio, unico oggetto di scena a farmi compagnia insieme alla musica. Forse presto mi misurerò con “lo spettacolo” e darò una forma compiuta a questo, che per ora sento che rimane nonostante tutto una sorta di “omaggio” pieno di gratitudine. Un omaggio non solo a quella storia, ma anche all’impressione di meraviglia, a quel segno indelebile che Eugenio Allegri ha lasciato nel mio cuore e nella mia memoria.
A lui, alla sua grandezza d’attore, alla sua delicatezza e levità dedico queste repliche.
Ciro Masella
ESTRATTI DALLA RASSEGNA STAMPA
Per utilizzare un’espressione prossima al patetismo, scocca quella scintilla emotiva che, talvolta, riesce a infiammare silenziosamente lo spettatore, far sì che rimanga con il fiato sospeso e lo sguardo fisso su quell’unico corpo recitante − Ciro Masella − che, dietro un leggio, ora fa semplicemente uso della voce (sfoggiando un affascinante ventriloquismo che di tanto in tanto strappa una risata) e della mimica facciale, ora muove qualche passo di danza, ondeggiando come sul ponte del Virginian.
- Casini, Lo Sguardo di Arlecchino
(Masella) Tiene il filo come direttore d’orchestra tra l’oceano impetuoso e gli ottantotto tasti che sembra di sentirli rammentare e rammendare, togliere e levare, ci porta fin dentro il cratere delle paure umane, il restare e l’andare, la scoperta che può essere anche fuga, la ricerca del nuovo che può diventare un’evasione da sé.
- Chimenti, Il Fatto Quotidiano
BIGLIETTERIATeatro Fontana/Chiostri – Via Gian Antonio Boltraffio 21, Milano – 02.6901 5733biglietteria@teatrofontana.it –
lun_gio ore 20.30
PREZZI
Intero 21 € – Giovedì sera 17 € – Convenzioni 17 € – Over 65 / Under 14 10 € – Under 26 15 € – Teatro in Bici 15 € – Gruppi scuola 9 € – Prevendita e prenotazione 1 €
Per prenotazione gruppi scuola scrivere a teatroscuola@teatrofontana.it