Mercoledì 15 giugno la città di Jesi celebra, a 17 anni dalla scomparsa, la grande attrice e concittadina. Alle ore 18, a Palazzo dei Convegni, l’inaugurazione della mostra con foto, documenti, interviste e recensioni inedite, provenienti dal fondo archivistico di Valeria Moriconi a Bologna, donato da Vittorio Spiga. INGRESSO LIBERO dal 16 al 26 giugno, ore 10-13 e 16-20.
La città di Jesi celebra Valeria Moriconi, tra le maggiori protagoniste della scena del ‘900, a 17 anni dalla scomparsa. Con il mese di giugno dedicato al ricordo della grande attrice e concittadina, attraverso una mostra di fotografie e documenti inediti e la conclusione del progetto di riordino e inventariazione del suo archivio storico, punto di partenza di prossime iniziative di valorizzazione, e attraverso la quarta edizione del Premio “Valeria Moriconi” 2022 assegnato ad Ottavia Piccolo per la sezione “Protagonista della scena” e a Francesca Garolla per il “Futuro della scena”.
Mercoledì 15 giugno 2022, anniversario della scomparsa dell’attrice, presso la Galleria di Palazzo dei Convegni alle ore 18 verrà inaugurata la mostra “VALERIA. Fotoromanzo di una vita”, a cura di Franco Cecchini, promossa da Comune di Jesi, Fondazione Pergolesi Spontini e Centro Valeria Moriconi. L’esposizione raccoglie foto, documenti, interviste e recensioni inedite, ordinate secondo un percorso tematico e selezionate dalla parte rimanente del fondo archivistico di Valeria Moriconi a Bologna, donata dal suo compagno Vittorio Spiga, venuto a mancare nel 2019. Ad accompagnare l’esposizione, la proiezione in loop di sequenze dallo sceneggiato tv “Il mulino del Po” di R. Bacchelli, con Valeria Moriconi e Ottavia Piccolo, regia di S. Bolchi del 1963, che verrà presentato da Pierfrancesco Giannangeli.
La mostra ad ingresso gratuito resterà aperta fino a domenica 26 giugno, con orari 10-13 e 16-20.
Spiega Franco Cecchini, curatore della mostra:
Il Centro Studi e Attività Teatrali Valeria Moriconi, con il Fondo archivistico annesso, è stato inaugurato il 21 giugno 2007. Intervenne, tra gli altri, l’attrice Ottavia Piccolo a cui -a distanza di quindici anni- è stato felicemente assegnato da Comune, Fondazione, Amat e altri Enti promotori il Premio “Valeria Moriconi Protagonista della Scena” 2022. Nell’ambito di questo evento, la Fondazione Pergolesi Spontini ha programmato l’allestimento di una mostra che si apre il giorno stesso dell’anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 15 giugno 2005.
La mostra documentaria è stata realizzata con la parte del Fondo archivistico di Valeria Moriconi, rimasta finora nella casa di Bologna da lei condivisa fin dal 1979 con il suo compagno, il giornalista dott. Vittorio Spiga. Avendo personalmente mantenuto con Vittorio rapporti amichevoli e collaborativi, attorno al 2015 ho accolto il suo invito a recarmi presso l’abitazione di via Mazzini a Bologna per ritirare i primi tre contenitori di documenti. A seguito del suo decesso nel 2019, ho avuto modo di contattare il figlio Alessandro che, d’intesa con la sorella Giorgia, ha accolto con slancio la proposta di completare la donazione di suo padre al Comune di Jesi e, in un incontro dello scorso marzo a Bologna, mi ha consegnato gli ultimi quattro contenitori dell’archivio.
Dopo aver visionato il tutto e averlo suddiviso per generi (foto, rassegne stampa, documenti vari, audiovisivi), ho elaborato il progetto di mostra, selezionando i materiali più interessanti e costruendo con essi un percorso espositivo che è quello della vita stessa di Valeria Abbruzzetti Moriconi, dall’infanzia alla morte: rievocando la sua vicenda umana, esistenziale, e insieme il suo itinerario professionale, artistico.
Ci si può rendere conto così che la documentazione bolognese rappresenta e offre uno spaccato estremamente significativo del fondo archivistico generale. Ne è parte integrante e sostanziale, perché comprende elementi importanti per la sua completezza. Soprattutto per quanto attiene la documentazione iconografica, giornalistica e critica relativa agli anni cinquanta, raccolta in album, schede e collages realizzati con particolare cura forse dallo stesso Aldo Moriconi, suo marito artista.
Titolo della mostra, dunque, semplicemente “Valeria” ma a caratteri autografati, in qualche modo da lei autenticati. Sottotitolo: “fotoromanzo”, perché la sua vita è qui esposta e messa in scena attraverso il filtro delle foto, della stampa, compresi i rotocalchi dell’epoca che per certi aspetti hanno anticipato i social di oggi. E soprattutto attraverso il filtro della sua “arte della comunicazione”, che ancora una volta emerge con forza.
Di conseguenza abbiamo scelto un allestimento che consentisse la semplice esposizione, anzi l’impaginazione dei documenti originali, favorendone la visione e il contatto diretto da parte del visitatore. Senza elaborazioni tecniche, grafiche o scenografiche. Mentre in un angolo su una parete – come cinquant’anni fa sugli schermi televisivi – Valeria Moriconi si muove e si anima nella proiezione in loop di sequenze tratte da “Il mulino del Po’”. E si incontra nuovamente, come allora, con Ottavia Piccolo e con il suo pubblico.