Il Barbiere di Siviglia
di Rossini, riproposto nel fantasioso e spassoso allestimento di Lorenzo Mariani, ha chiuso con successo la stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma tornata dopo due anni di pandemia negli spazi, sempre affollatissimi, delle Terme di Caracalla.
Un divertissement omaggio alla Hollywood classica degli anni venti e trenta e all’insegna della contaminazione cinematografica che Mariani aveva realizzato appositamente per gli spazi di Caracalla nel 2014 creando un legame fra la vivacità del musical cinematografico e la scatenata drammaturgia rossiniana.
Le intenzioni sono ben chiare fin dall’inizio con la scritta Hollywood che troneggia luminosa e onnipresente per tutto lo spettacolo: l’allestimento di Mariani punta dichiaratamente a stupire e a divertire il pubblico unendo al sorriso, la meraviglia della location e trasformando la celebre opera buffa di Rossini in una slapstick comedy con tocchi da commedia sofisticata. Il regista interviene in ogni ogni accentuando la comicità dell’opera, citando innumerevoli icone cinematografiche, spaziando fra i generi della Hollywood classica ben dipinta dai costumi di Silvia Aymonino. Il palco, con le scene di William Orlandi, spesso volutamente enormi rispetto ai personaggi ridotti negli interni a figurine, è perennemente affollato ospitando numeri da musical anche grazie all’aiuto alla regia di Luciano Cannito che cura le coreografie, parte integrante dello spettacolo.
È un Barbiere spassoso e a tratti volutamente confusionario quello di Mariani, già alla terza ripresa a Caracalla, e impreziosito dall’eccellenza di un cast di rilievo che esalta lo spettacolo. Un cast guidato dalla gran voce di Markus Werba, l’eclettico baritono austriaco, ormai di casa al Costanzi, che ha aperto la stagione estiva con Mass di Bernstein, e qui nel ruolo di Figaro, factotum della città, trasformato in aitante e inconfondibile barbiere con baffi e gilet, anche impegnato in numeri da musical. Il Conte D’Almaviva, in giacca di paillettes, ha la voce limpida e piacevole di René Barbera, mentre viene trasformata in uccellino in gabbia di giallo vestita, quasi come fosse un fumetto, la Rosina di Cecilia Molinari, apprezzata interprete rossiniana di nuova generazione dalla voce brillante. Spicca sempre Alex Esposito, perfetto nel ruolo di Don Basilio, qui stralunato direttore d’orchestra, ottimo il Don Bartolo di Marco Filippo Romano, quasi ridicolizzato in costume da bagno nelle celebre aria del primo atto, A un dottor della mia sorte.
Sul podio dell’Orchestra del Teatro dell’Opera, il maestro Stefano Montanari, anche al clavicembalo, che torna al Barbiere dopo le recite in forma di concerto al Circo Massimo nel 2020 prediligendo anche in questa occasione una direzione sempre molto vivace che esalta soprattutto gli aspetti giocosi della partitura rossiniana.
La stagione estiva alle Terme di Caracalla si conclude e con successo, con un bilancio straordinario che registra il record assoluto di presenze nelle 32 serate di programmazione con 110 mila biglietti venduti per un totale di 6,7 milioni di euro di incasso.
Il Barbiere di Siviglia rappresenta poi il fil rouge dell’estate: la versione di Mariani ha chiuso con successo la stagione estiva che prosegue inaspettatamente per la prima volta con Cinema Opera, l’arena cinematografica sotto le stelle allestita nel piazzale del Teatro Costanzi di Roma che propone quattro serate uniche, dal 10 al 13 agosto, con i capolavori firmati da Mario Martone e realizzati con Rai Cultura e un serata speciale con la danza. Film opera passati in televisione, ma che acquistano tutto un altro fascino sul grande schermo.
Apertura della rassegna, già affollata e apprezzata dal pubblico incuriosito, la notte di San Lorenzo con Il barbiere di Siviglia di Rossini rivisto da Mario Martone e diretto da Daniele Gatti, un capolavoro di creatività interamente girato negli spazi vuoti del teatro, ma non non senza tour iniziale della Città Eterna, che ha conquistato il XL Premio Abbiati: a introdurre lo spettacolo, un saluto di Mario Martone che illustra la genesi del progetto e della regia che ha trasformato gli spazi del Costanzi in un groviglio di fili che evocano la condizione di prigionia di Rosina nella casa di Don Bartolo e che cadranno con il lieto fine.
Dopo la Traviata di Verdi sempre girata al Costanzi e proposta ieri sera, appuntamento stasera 12 agosto con La bohème di Puccini girata negli spazi mozzafiato dei Laboratori di Scenografia del Teatro dell’Opera di Roma, in via dei Cerchi, diretta da Michele Mariotti, mentre l’ultima serata di sabato 13 agosto è un evento speciale all’insegna della danza con Il suono della bellezza – Nuit Romaine girati negli spazi della Galleria Borghese e di Palazzo Farnese.
Fabiana Raponi