In perfetta continuità con la precedente, la stagione 2022-23 della IUC – Istituzione Universitaria dei Concerti propone dal 15 ottobre 2022 al 20 maggio 2023 un calendario ricchissimo e variegato di 34 concerti, tradizionalmente il martedì sera e il sabato pomeriggio all’Aula Magna della Sapienza Università di Roma, affidati ad alcuni fra i più grandi interpreti della scena internazionale, con un repertorio che tocca cinque secoli di storia della musica.
“È un cartellone particolarmente ambizioso quello che presentiamo – afferma il Direttore artistico Giovanni D’Alò – Mai come quest’anno la stagione trabocca letteralmente di grandi interpreti, è difficile persino isolare due o tre nomi a titolo d’esempio perché si rischia di far torto a tutti gli altri. Molti segnali ci dicono che il pubblico ha voglia di tornare nelle sale da concerto e noi rispondiamo con un’offerta di altissima qualità che coniuga modernità e tradizione, vivacità e freschezza di idee. O più semplicemente lo “stile IUC”, come ormai viene riconosciuto.”
Va in questa direzione l’inaugurazione di stagione con il Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart in forma di concerto per ben tre serate: 15, 17 e 18 ottobre. Una produzione originale che riporta in Aula Magna l’Orchestra da Camera Canova e il suo fondatore/direttore Enrico Saverio Pagano, artisti che dalla stagione scorsa sono in residenza presso la IUC, a conferma dell’attenzione e della valorizzazione del talento dei giovani da sempre perseguita dall’istituzione universitaria. Un intento ulteriormente ribadito quest’anno dall’entrata di Enrico Saverio Pagano nel Consiglio artistico della IUC, sostenuta dal presidente Rinaldo Gentile.
Romano, classe 1995, vincitore l’anno scorso dei uno dei premi TOYP (The Outstanding Young Persons) assegnati dalla Junior Chamber International – Italy, Pagano tornerà alla guida della sua orchestra per dirigere il capolavoro mozartiano nella “versione di Praga” (dove ebbe luogo la prima assoluta il 29 ottobre 1787) avvalendosi di un cast formato da alcune tra le più brillanti voci emergenti. Ad impersonare Don Giovanni sarà Vittorio Prato uno dei più acclamati baritoni dell’attuale panorama lirico, reduce dal successo di Les Huguenots di Meyerbeer al Theatre La Monnaie di Bruxelles. Al suo fianco, Giacomo Nanni sarà Leporello, Sabrina Cortese Donna Anna, Luca Cervoni Don Ottavio, Michela Guarrera Donna Elvira, Giulia Bolcato Zerlina, Matteo Mollica Masetto e Salvo Vitale il Commendatore. In scena anche il Gruppo Polifonico Josquin Desprez preparato da Francesco Miotti.
A complemento del progetto, il 17 ottobre gli artisti terranno una matinée appositamente rivolta agli studenti dal titolo Oh, che caro galantuomo! in cui in forma divulgativa si racconteranno le vicende di Don Giovanni con l’esecuzione dei momenti salienti dell’opera.
Ritroveremo l’Orchestra da Camera Canova e Enrico Saverio Pagano in conclusione di stagione con la violoncellista Erica Piccotti, altro precoce talento italiano che vanta già una brillante carriera. In programma il Concerto per violoncello e orchestra di Schumann e la celebre Sinfonia “Degli addii” di Haydn. Star internazionali
È stata una tra le più grandi soprano lirico leggero degli ultimi trent’anni ed ha appena annunciato il ritiro dalle scene liriche. Parliamo di Natalie Dessay, affascinante interprete di tante eroine del belcanto, ma anche di ruoli maledetti come Manon o inquietanti come la Regina della Notte. Già lontana dalle produzioni operistiche, la soprano francese dà ora il suo addio definitivo al canto in generale (preferendo dedicarsi al teatro di parola, in cui si è già cimentata più volte) con il recital significativamente intitolato Paroles de femmes accompagnata al pianoforte da Philippe Cassard. Un percorso vocale che pone al centro il testo poetico, tra Lieder di compositrici come Fanny Mendelssohn, Clara Schumann e Alma Mahler, il monodramma Le Dame de Monte-Carlo di Francis Poulenc (su testo di Cocteau) e arie da Le Cid di Massenet, Faust di Gounod, Pelléas et Mélisande di Debussy e The Rake’s Progress di Stravinskij.
Non sono molte le occasioni di ascoltare a Roma in assetto cameristico un violinista del calibro di Joshua Bell. Tanto più atteso, dunque, dopo anni di assenza dall’Aula Magna il recital del violinista americano che, con il suo Stradivari del 1713, eseguirà Sonate di Beethoven, Schumann e Debussy con il pianista Peter Dugan.
Suona uno Stradivari anche il violinista austriaco di origini lituane Julian Rachlin, artista eclettico che alternerà il suo strumento d’elezione con la viola, sua seconda passione, per eseguire capolavori come la Sonata per viola e pianoforte di Šostakovič e la Sonata per violino e pianoforte di Franck in duo con il pianista Itamar Golan.
Autentica star della musica antica, Jordi Savall torna alla IUC con Tous les matins du monde, il progetto legato all’omonimo film di Alain Corneau con Gérard Depardieu sulla vita di Marin Marais, Jean-Baptiste Lully e Monsieur de Sainte Colombe. Indubbiamente il suo “cavallo di battaglia”, quello che lo ha rivelato al grande pubblico ma che curiosamente finora non aveva mai proposto a Roma. Savall suonerà la sua magnifica viola da gamba basso a sette corde costruita da Barak Norman nel 1697, in quartetto con Lorenz Duftschmid anch’egli alla viola da gamba basso a sette corde, Xavier Díaz-Latorre tiorba e chitarra, e il nostro Luca Guglielmi al clavicembalo.
Ton Koopman, altra star della musica antica e tra gli specialisti in esecuzioni storicamente informate, già applauditissimo nella scorsa stagione nel recital per due clavicembali in duo con sua moglie, la clavicembalista olandese Tini Mathot, torna questa volta ancora con lei e con i Solisti dell’Amsterdam Baroque Orchestra per un programma interamente dedicato a Johann Sebastian Bach comprendente L’Offerta Musicale e il Concerto in do minore per due clavicembali e archi.
Pablo Sáinz–Villegas, da molti ritenuto il successore di Andrés Segovia (è il primo chitarrista in quasi quattro decenni ad essere stato invitato a esibirsi con la Filarmonica di Berlino), ci porta invece nel mondo della chitarra classica spagnola, con brani dal suo ultimo album Soul of Spanish Guitar scritti da Albéniz, Granados, Rodrigo e Tárrega.
Di gran classe la rappresentanza pianistica, a cominciare da Ivo Pogorelich leggendario interprete paragonato a Horowitz per la profonda emozione che riesce a trasmettere con il suo personalissimo tocco, impegnato in un programma che ha il suo momento clou nei due libri di Variazioni su tema di Paganini di Brahms.
Particolare attesa suscita il concerto di Nelson Goerner, pianista argentino tra i più acclamati della sua generazione, ospite regolare dei maggiori festival e sale da concerto del mondo, che per il suo primo recital solistico a Roma ha scelto tre pietre miliari del suo repertorio: la Sonata op. 101 di Beethoven, Carnaval di Schumann e la Sonata in si minore di Liszt.
Si tratta invece di un ritorno per il fuoriclasse francese Lucas Debargue, presentato al debutto romano appena l’anno scorso e immediatamente riconfermato. Esemplare della sua originalità l’accostamento di autori largamente di repertorio come Mozart e Chopin e il molto meno eseguito Charles-Valentin Alkan, maestro francese dell’Ottocento autore di alcuni tra i pezzi più difficili in assoluto per la tastiera. Come il poderoso e visionario Concerto pour piano seul, scomponibile nelle sue tre parti e del quale Debargue eseguirà il primo movimento, che da solo occupa la durata “monstre” di circa 30 minuti.
Proseguono inoltre i cicli di Alexander Romanovsky e Mariangela Vacatello dedicati all’integrale dell’opera per pianoforte solo di Sergej Rachmaninov e alle Sonate di Aleksandr Skrjabin, in occasione del 150° anniversario della nascita (che cade nel 2023 per il primo e nel 2022 per il secondo). Entrambi i pianisti saranno impegnati in due concerti. In particolare, la Vacatello concluderà il suo progetto accostando a Skrjabin pagine di Liszt e Debussy.
Super Duo
Un capitolo a parte meritano alcuni concerti che segnano l’incontro di prestigiosissimi solisti. È il caso della violinista moldava Patricia Kopatchinskaja e del pianista turco Fazil Say, straordinari artisti entrambi fuori dagli schemi consueti (Sonate di Janáček, Brahms e Bartók).
Discorso analogo per Nicolas Altstaedt, violoncellista tedesco tra i più versatili, che dividerà il palco con un beniamino del pubblico come Alexander Lonquich, anche lui tedesco ma ormai italiano d’adozione (per loro un caposaldo come la Sonata per violoncello e pianoforte di Rachmaninov, accanto a pagine di Debussy, Boulanger e Barber)
È un duo tutto francese invece quello formato dal violinista Renaud Capuçon e dal pianista David Fray, interpreti dall’eleganza unica, che la IUC presentò per la prima volta insieme nel 2021 con gli spettatori in sala ancora contingentati e che meritano ora di esibirsi di fronte a un nuovo pubblico (musiche di Schubert). Non hanno bisogno di particolari presentazioni Massimo Quarta e Pietro De Maria, due eccellenze di scuola italiana rispettivamente del violino e del pianoforte (Sonate di Schubert, Brahms e Beethoven).
Virtuoso senza pari del violino, il russo Sergej Krylov interpreterà, tra l’altro, la portentosa Sonata “A Kreutzer” di Beethoven in duo con il pluripremiato pianista uzbeco Michail Lifits.
Protagonista nella passata stagione con l’integrale dei Quartetti di Schönberg, il violinista Ilya Gringolts torna questa volta in duo con l’aretino Francesco Corti, uno dei più apprezzati clavicembalisti a livello europeo, con cui eseguirà pagine di J.S. Bach, C.P.E. Bach, Pisendel e un pezzo della compositrice ucraina Alexandra Filonenko in prima assoluta.
Incontri da camera d’eccezione
Tra gli incontri di grandi solisti con affermati gruppi da camera spiccano due concerti del Quartetto di Cremona, il primo con il clarinettista Alessandro Carbonare che conclude il ciclo Esplorando Mozart avviato prima del lockdown (Quartetto “Delle dissonanze” e il Quintetto per clarinetto e archi); il secondo concerto è con il violoncellista Eckart Runge e chiude il ciclo Esplorando Schubert con il Quartetto “La Morte e la Fanciulla” e il Quintetto in do maggiore.
Allo Jerusalem Quartet si affiancherà invece Elisabeth Leonskaja, monumento vivente della gloriosa scuola pianistica russa (memorabile la sua collaborazione con Svjatoslav Richter), per il Quintetto di Šostakovič a conclusione di un concerto che nella prima parte impagina un Quartetto di Haydn e il Quartetto “Americano” di Dvořák.
In pieno spirito cameristico anche il concerto di due celebrati artisti italiani, la pianista Giorgia Tomassi e il violinista Gabriele Pieranunzi che hanno scelto di condividere il palco con amici come Fabrizio Falasca (violino), Francesco Fiore (viola) e Danilo Squitieri (violoncello) con cui eseguiranno due pietre miliari della musica da camera brahmsiana: il Quartetto op. 25 e il Quintetto op. 34.
Fondato nel 2013 il Montrose Trio riunisce due membri dell’indimenticato Quartetto di Tokyo (il violinista Martin Beaver e il violoncellista Clive Greensmith) con il pianista canadese Jon Kimura Parker. Questo trio delle meraviglie darà prova della sua versatilità passando dai toni spensierati del Boogie Woogie del jazzista David Baker alle atmosfere romantiche del Trio op. 66 di Mendelssohn per approdare alle inquietudini novecentesche del Trio op. 24 di Mieczysław Weinberg.
Ritmi e armonie “dal Nuovo Mondo” ricorrono anche nel Tribute to Americas con cui il Cuarteto Latinoamericano (formazione messicana che nel 2022 tocca i 40 anni di attività) ci restituirà un volto diverso del tradizionale repertorio quartettistico europeo con pagine di raro ascolto di compositori d’oltreoceano come l’argentino Alberto Ginastera, il brasiliano Heitor Villa-Lobos, gli statunitensi Samuel Barber e George Gershwin e l’icona del tango Carlos Cardel.
Giovani “un certain regard”
Come sempre, la IUC ha un occhio di riguardo per i talenti della nuova generazione. L’importante lavoro avviato con Enrico Saverio Pagano e l’Orchestra Canova ne è testimonianza viva e, come già detto, oltre al cast del Don Giovanni si estenderà anche alla violoncellista romana Erica Piccotti.
Lo stesso impegno negli anni ha portato a presentare per la prima volta a Roma artisti avviati a carriere luminosissime. Un futuro che è facile prevedere anche per il giovanissimo vincitore del IUC, la 78esima Stagione 2022-2023 Cliburn Competition 2022, conclusosi appena qualche giorno fa a Fort Worth, in Texas, che ha assegnato il primo premio al 18enne sudcoreano Yunchan Lim. Un talento puro, del quale la giuria, che aveva tra i suoi membri personalità come Lilya Zilberstein, Rico Gulda e Stephen Hough, presieduta dalla direttrice d’orchestra Marin Aslop ha sottolineato l’assoluto dominio della tastiera e soprattutto la straordinaria profondità delle sue interpretazioni. Per lui sarà ovviamente il debutto a Roma e a breve sarà definito il programma.
Già conosciuto dal pubblico romano è invece il bresciano Federico Colli, classe 1988, uno degli interpreti “più originali della sua generazione” come la critica non ha mancato di notare (Gramophone). Per il suo debutto in Aula Magna ha scelto un intelligente programma che accosta Fantasie di Mozart e Schubert a due composizioni di Sergej Prokof’ev: Visions fugitives e Pierino e il lupo (in una spettacolare versione per pianoforte solo firmata da Tatiana Nikolayeva).
Apprezzatissima all’ultima edizione del Concorso Chopin di Varsavia, dove si è imposta per una straordinaria forza comunicativa ottenendo un onorevolissimo quinto posto, Leonora Armellini è la prima donna italiana ad aver scalato le vette della competizione considerata come il vertice del pianismo mondiale. Non poteva che intitolarsi Il mio Chopin il concerto che la porterà in Aula Magna in cui proporrà la Sonata op. 35, la Terza Ballata e una selezione di Notturni e Polacche.
Due Leoni per Jules Verne
“Per il suo lavoro di teatro musicale sperimentale e la sua intensa produzione operistica, realizzata dalle più importanti istituzioni europee”: questa la motivazione con la quale La Biennale Musica 2022 ha attribuito il Leone d’Oro alla carriera al compositore Giorgio Battistelli. Nella stessa occasione ha conferito il Leone d’Argento all’Ars Ludi Ensemble, formato dai percussionisti Antonio Caggiano, Rodolfo Rossi e Gian Luca Ruggeri, “per il virtuosismo esecutivo e la capacità di trasformare il mondo percussivo in un’avvincente Machina Mundi”.
Due riconoscimenti che consacrano eccellenze della musica contemporanea italiana che la IUC festeggerà in un’unica serata con l’esecuzione di Jules Verne (1987), “storica” partitura di teatro musicale di Battistelli affidata proprio all’Ars Ludi. Definito “Immaginazione in forma di spettacolo per tre performer”, il lavoro omaggia il grande scrittore francese mettendo in scena tre personaggi di celebri romanzi: il Professor Lidenbrock (Viaggio al Centro della Terra), il Dottor Ferguson (Cinque Settimane in Pallone) e Capitano Nemo (Ventimila Leghe sotto i Mari), simboli del rapporto tra l’uomo e la terra, l’aria, il mare. Un’opera onirica ed esilarante, di cui è altrettanto protagonista un bizzarro strumentario di oggetti sonori: una catena issata dal suo argano, una vasca piena d’acqua da prendere rumorosamente a pedate, una vela da agitare bruscamente, mattoni che vengono scompigliati, ghiaia da calpestare capricciosamente. Il testo è dello stesso Battistelli (che firma anche la regia), scenografia, luci e macchine sceniche sono di Angelo Linzalata, regia del suono di Pasquale Citera.
Gesualdo Project
Dopo l’eccezionale successo riscontrato dall’esecuzione integrale dei Madrigali di Carlo Gesualdo proposta negli anni scorsi, il Gesualdo Project prosegue il viaggio nell’opera polifonica del più moderno dei polifonisti rinascimentali soffermandosi sulla produzione sacra. Sarà infatti la volta dei Tenebrae Responsoria, la raccolta per l’Ufficio delle Tenebre della Settimana Santa, di cui si ascolterà la parte relativa al Giovedì Santo nell’esecuzione de La Compagnia del Madrigale, il più accreditato gruppo italiano in questo particolare repertorio, le cui registrazioni discografiche hanno più volte ottenuto i maggiori riconoscimenti della critica specializzata (Diapason d’Or, Choc de la Musique, Editor’s Choise di Gramophone, Record Academy Award).
Jazz e dintorni
I confini del jazz puro sembrano ormai troppo stretti per artisti del calibro di Danilo Rea e Petra Magoni, che pure hanno toccato i vertici nel loro genere ma che amano spaziare e ampliare i loro interessi, affacciandosi non di rado in territori limitrofi. Ed è esattamente quello che hanno fatto nei loro ultimi progetti, indipendenti ma entrambi focalizzati sul mondo della canzone, visto dai rispettivi punti di vista.
Voce fuori dagli schemi, Petra Magoni in Canzoni in bianco e nero costruisce insieme al pianista Andrea Dindo un percorso che sul filo del teatro musicale di Kurt Weill parte dalla Germania e arriva all’America di Cole Porter. Un progetto in prima romana che porta a rivivere quegli anni attraverso canzoni dalla cifra emotiva unica, dal ripiegamento su sé stessi al cabaret, in un modo assolutamente speciale.
Da un’intesa nata dalla collaborazione con Mina nasce Take Zero, che vede il pianista Danilo Rea in un interplay incalzante e brillante con Massimo Moriconi al contrabbasso e Alfredo Golino alle percussioni. Un’alchimia fra tre amici musicisti che, improvvisando, si perdono e si ritrovano in un continuo ed inaspettato gioco di celebri melodie reinterpretando in chiave jazz alcuni evergreen della canzone d’autore italiana e standard americani.
Concerti nelle Biblioteche
Prosegue il rapporto con l’Istituzione Sistema Biblioteche Centri Culturali di Roma Capitale con appuntamenti nelle biblioteche Villa Leopardi, Ennio Flaiano e Vaccheria Nardi, attraverso cui la IUC contribuisce a diffondere la conoscenza dei diversi repertori musicali nelle zone decentrate di Roma.
Iniziative didattiche
Confermata anche la collaborazione attiva con il Dipartimento di Lettere e Culture Moderne della Sapienza che coinvolge laureandi e dottorandi di Musicologia e Etnomusicologia attraverso progetti di ricerca afferenti all’Archivio multimediale sui musicisti, redazione di note di sala, introduzioni all’ascolto dei concerti della stagione e attività divulgative.
Media Partner
Per la stagione 2022-2023 la IUC ha rinnovato l’accordo di media partnership con Radio Vaticana, che si ringrazia.
info e dettagli della stagione su concertiiuc.it.
Campagna abbonamenti
Gli abbonamenti alla Stagione della IUC sono aperti a tutti e si possono sottoscrivere:
dal 2 luglio al 22 luglio
dal 5 settembre al 7 ottobre
lun/ven ore 10:30-13 / 14-17:30
Abbonamenti a posto fisso e Abbonamenti UniIUC
Sapienza Università di Roma – Botteghino Aula Magna (Palazzo del Rettorato, Ingresso Museo Laboratorio) p.le Aldo Moro 5
martedì, mercoledì, giovedì ore 10 – 17
(pagamento con assegno e carta di credito)
ONLINE
Riconferme del proprio posto: entro il 26 settembre 2022
ABBONAMENTI A POSTO FISSO INTERA STAGIONE, CICLO CALLIOPE, CICLO MINERVA,
ABBONAMENTI UNIIUC:
La tessera UniIUC permette al mondo universitario e ai giovani di assistere ai concerti a prezzo ridotto con prenotazione online obbligatoria. L’abbonamento non è cedibile né duplicabile.ABBONAMENTO UNIIUC SAPIENZA UNIVERSITA’ DI ROMA
Anche quest´anno studenti, docenti, neolaureati, specializzandi e personale dell’Università potranno seguire i concerti della IUC (Ciclo Minerva, Calliope o Intera Stagione) previo acquisto dell’abbonamento UniIUC.