Dal 2 al 4 settembre
, il Festival “Di là dal fiume” dell’associazione Teatroinscatola sarà al Teatro di Documenti nel cuore del quartiere Testaccio (via Nicola Zabaglia 42), con la mostra Salvatore Vendittelli scenografo; gli anni ’50, tra pop e concettuale (ore 18-20 ingresso libero) dedicata ad alcuni lavori del pittore e scultore romano nato nel 1927. La sua attività si alterna tra teatro, cinema e mostre d’arte. Docente di scenografia all’Accademia di Belle Arti a Venezia e L’Aquila, Roma, ha collaborato con Peppino De Filippo, Giorgio Prosperi, Sergio Tofano, Modugno e molti altri artisti e compagnie producendo oltre 300 scenografie. Nella mostra verranno esposte le vetrine di Salvatore Vendittelli, tra le prime opere dell’artista romano, nate nel suo studio, situato in via delle scuderie del Quirinale, un posto dove si ritrovavano amici e colleghi, in una atmosfera densa di stimoli, una fucina di idee.
Queste vetrine, nate molto prima della pop art e dell’arte concettuale comportamentistica di Joseph Beuys, sono mobiletti delle dimensioni di 90cm x 75cm per 16cm circa, con sportelli a vetro, nel cui interno si possono notare oggetti comuni selezionati dall’autore o fatti da lui stesso, che creano una serie di sculture ad altorilievo polimateriche, estremamente suggestive, che esprimono concetti forti e controcorrente per il periodo storico. Una delle opere più importanti ed emblematica di questo percorso creativo, è “il critico”. Essa rappresenta un professore universitario che ha per monocolo una sterlina d’oro, al posto della bocca ha una chiusura lampo rossa che si aprirà dopo una lauta remunerazione. In mano ha un sonaglio da neonato, che attesta il narcisismo imperante, e sotto la toga nera, un grande pancione esploso, l’ingordigia, che lascia intravedere il libro “Aesthetica in nuce” di Benedetto Croce, sana sana, ancora da sfogliare, non ancora digerita. Come si intuisce facilmente è una critica aspra e lucidamente tagliente della gerarchia di potere e del baronato del sistema istituzionale dell’istruzione, base della formazione della cultura della coscienza sociale e popolare.
Le vetrine, sculture concettuali ante litteram, furono esposte nel 1955 alla galleria La Fontanella, in via del Babbuino. Una di queste opere fu scelta per il film di Carmelo Bene, il Don Giovanni, presentato a Cannes nel 1970, di cui Salvatore Vendittelli curò la scenografia, ma che purtroppo è andata persa e si può osservare solo nel film.
Dal 1961 al 1971, infatti Vendittelli fu lo scenografo di Carmelo Bene, un rapporto stimolante ma senz’altro complesso e difficile. Così l’artista romano ricorda il primo incontro con Bene: “Ho conosciuto Carmelo a Roma, in un giorno di ottobre del 1961, durante le prove della sua compagnia al Ridotto del Teatro Eliseo. Io mi misi a fondo sala a seguire le prove, ci separavano circa 10 anni, io avevo 34 anni, lui 24. All’epoca non aveva uno scenografo di riferimento, gli proposi dunque alcune idee e soluzioni per quello spettacolo e da lì nacque la prima di tante altre collaborazioni”.
Prosegue infine fino al 4 settembre presso la galleria Embrice 2030 (via delle Sette Chiese 78), la mostra “Scatole magiche, teatri senza palcoscenico (teatri mobili, architetture temporanee)”, dedicata ai teatri mobili e alle architetture temporanee (ore 18-20 ingresso libero).
Il progetto, promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Cultura, è vincitore dell’Avviso Pubblico triennale “Estate Romana 2020 – 2021 – 2022” curato dal Dipartimento Attività Culturali ed è realizzato in collaborazione con SIAE.
Il festival “Di là dal fiume” è realizzato in collaborazione con: Conservatorio di musica “Licino Refice” di Frosinone, Archivio Gianini e Luzzati di Carla Gianini, Lele Luzzati Foundation, Casa Luzzati, Teatro Regio di Parma, Embrice 203, Teatro dell’Opera di Roma, Attrezzeria Rancati, Teatro di Documenti, Teatro dei Contrari.