Video Sound Art Festival 2022 al Teatro del Carcano di Milano
The life of things and the invisible qualities of the objects
Video Sound Art Festival prosegue sino al 28 settembre 2022 al Teatro del Carcano di Milano. Giunto alla sua XII edizione è il risultato di una open call per artisti e di un percorso di co-progettazione culturale e artistica che vede coinvolti artisti, studenti, curatori, architetti, operatori culturali e la collaborazione con il progetto editoriale olandese MacGuffin.
Un iter immersivo e guidato in una dimensione di fermento culturale totalizzante che strizza l’occhio alla novità e alla sperimentazione, dove la relazione tra il fruitore, la location del teatro e gli oggetti reinventa e ricrea la percezione che ha di sé il soggetto in rapporto con l’oggetto e la percezione che ha il soggetto dell’oggetto stesso. A guidarci nel percorso sono degli studenti del liceo che, a seguito di un lavoro di studio e ricerca insieme agli artisti coinvolti, realizzano un vero e proprio Festival nell’interessante cornice del Teatro del Carcano, diventando dei veri e propri host dentro lo spazio del teatro, non considerato solo come specifica venue di spettacolo con i suoi spettatori, ma come locus abitabile
attraverso il quale passare e di cui diventare quasi parte integrante.
La settimana di video e sound art e di performance dal vivo è stata inaugurata il 22 settembre con una performance di Taiko a cura dell’ensemble Kotoij, perfetta introduzione per il tema del Festival “The life of things and the invisible qualities of the objects”. Quasi un rito spirituale e di appartenza a un’identità collettiva che si rafforza nello spazio della performance, quasi una danza vibrante che si crea all’unisono con il contatto con lo strumento – il tamburo imponente e quasi sacro come una divinità – sprigionando
intorno ai corpi un cerchio di energie, un momento di trance che ipnotizza e affascina, che coinvolge e unisce. Si tratta della performance di un gruppo numeroso di percussionisti di tamburi giapponesi, i quali nella storia hanno sempre avuto una forte valenza simbolica a livello sociale, durante le feste religiose e sociali, i riti di fertilità e momenti di incitamento alla battaglia. Ciascun progetto artistico dislocato all’interno del teatro sembra espandersi come a voler diventare un elemento architettonico fondamentale della struttura. Le opere video possono occupare intere pareti o frammentarsi all’interno dei sotterranei del teatro, diventando mappe di indizi riconducibili a unici disegni e intenti di indagine sociale come il caso di circulação (2019) di Daniel de Paula, video-negoziazione dal tempo indefinibile e insieme di sculture ottenute da materiali di recupero come cavi elettrici e componenti di antenne. La parte video è otteuta una raccolta di filmati concessi all’artista da società che
effettuano ispezioni per multinazionali attive nell’estrazione di risorse naturali e nelle telecomunicazioni.
La parte audio è invece ottenua da frammenti di suono a partire dal software autotune e suoni provenienti da società che raccolgono dati per l’industria dell’estrazione del petrolio.
Interessanti e notevoli gli screening programs di videodanza che coinvolgono la Candoco Dance Company e Jo Bannon con il video Feeling Thing, Fresh oranges to the ocean, performance site specific di Silvia Giordano e Pallae di Nam Jeongho. Questi video esplorano in maniera originale attraverso il linguaggio della danza il rapporto con diversi oggetti e strutture, amplificano e sperimentano le possibilità di movimento intorno a questi elementi dando nuova vita a questi.
La ricerca e la crescita di un equilibrio interiore del soggetto in relazione all’oggetto che si ricrea nel momento artistico rende questa iniziativa del Carcano anche un’indagine introspettiva che si espande dall’interno all’esterno e viceversa, con ripercussioni e sviluppi sull’aspetto sociale.
Vincitore dell’open call è stato il progetto Drilling Down di Antonio Perticara, una lecture-performance che rivisita l’antica pratica di trapanazione attraverso un viaggio temporale, dal Neolitico sino all’epoca dei form online e dei cartoni animati.
Il Festival prosegue sino al 28 settembre con la mostra sotterranea e lo screening program per un appuntamento assolutamente imperdibile.
Lavinia Laura Morisco