Regia: Giovanni GuidelliInterpreti:Giovanni GuidelliNicola PecciDavide De TogniLisa AngiolucciAlessio CherubiniDaniele FavilliMirko BatoniFrancesco GrifoniAndrea BruniAlba GrigattiAlessandra BrattoliIrene BarbugliMiriam GuidelliSoggetto:Giovanni GuidelliSceneggiatura:Giovanni GuidelliMusiche:Paolo AnnunziatoMontaggio:Giovanni GuidelliCostumi:Massimo PoliFotografia:Matteo VanniSuono:Marco Galardi Operatore:Claudio CirriSegretaria di edizione:Irene Del MaestroTrucco:Serena Manetti Produzione: AVATAR Associazione Culturale——————————————————————————————————
Presentato in anteprima al Cinema La Compagnia di Firenze, il cortometraggio C’era una volta a Ribolla, girato veramente in una miniera della Maremma, racconta, in un concentrato di straordinaria intensità, la tragedia del 4 maggio del 1954, quando la morte atroce di 43 minatori investì, con il suo boato, l’Italia intera, portando, al suo centro, un luogo senza storia, tutto raccolto attorno alla fatica del lavoro. Fu un’immensa camera ardente, racconta il Sindaco di Roccastrada, alla presenza dei nipoti delle vittime, in un clima di emozione, corrotta dalla tensiva denuncia di quella assoluzione che scagionò l’azienda Montecatini dall’accusa di diretta responsabilità dell’accaduto.
Già Miglior Cortometraggio all’International Cilento Film Festival e frutto di una collaborazione tra le Amministrazioni Comunali di Roccastrada, Cinigiano, COeSO Sds Grosseto e Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane, questo omaggio di Giovanni Guidelli al tema della sicurezza sul lavoro, racconta lo sfruttamento che, ancora oggi, sacrifica vite umane, in nome del profitto.
La luce caravaggesca ripulisce l’incarnato dei giovani minatori, sbiancati dalle polveri che li hanno fatti martiri senza giustizia, sotto i piedi della loro gente, sotto la penna di Luciano Bianciardi, in un cinema che non vuole farsi documentario, ma chiave di lettura, come ha affermato, commosso, il regista, di fronte alle istituzioni e alla calorosa platea che ha accolto tutto il cast.
Ci resta in eredità il senso di solidarietà che questa opera racconta.
E “Questa è una battaglia di tutti insieme”, ancora.
Ines Arsì