Il giovane cantautore marchigiano arriva a Bologna per presentare il Bar del Sole
Tour, dall’omonimo album uscito a giugno per Sugar Music. A distanza di due anni
da Ho un piano, Gualazzi torna live al Teatro Duse più carico che mai, in una veste
inedita che lo vede in scena in trio con Andrea Ulrich al contrabbasso e Gianluca
Nanni alla batteria.
Lunga barba, elegante e sorridente come sempre, Gualazzi regala al pubblico
bolognese due ore di ottima musica con una scaletta sapientemente cucita “sulle dita”
del cantautore che è anche (è bene ricordarlo) compositore, musicista, produttore e
arrangiatore. E sono proprio gli arrangiamenti forse, il punto forte di questo nuovo
tour. Sempre al piano, senza spartiti, Gualazzi interpreta i suoi più grandi successi in
una chiave musicale del tutto nuova, trasformando hits ritmate in dolci ballads e
proponendo alcuni fra i brani più ricercati del cantautorato italiano con rispetto,
amore e contaminazione fra i generi. Gianni Morandi, Ivan Graziani, Ornella
Vanoni e Sergio Caputo vengono così “affrontati” da Gualazzi con un’originalità
che spiazza. Accanto alle “perle” italiane e un omaggio particolarissimo (e virtuoso) a
Giuseppe Verdi, troviamo poi molti brani in inglese, alcuni dei quali interpretati in
duetto con la special guest Emma Morton, cantautrice jazz-folk scozzese (vincitrice
dell’European Social Sound Award della Commissione Europea e semifinalista di X
Factor Italia).
Il Bar del Sole rimanda ad un luogo intimo e intriso di ricordi caro al cantautore, il
caffè dove mosse i primi passi a Urbino esibendosi al piano diversi anni fa.
È la terza volta che assisto ad un concerto di Raphael Gualazzi, e ogni volta in me è
forte la sensazione di aver davanti un grande, grandissimo artista dalle mille
sfaccettature, le cui qualità sono più uniche che rare. La ricercatezza con cui si
avvicina ai grandi, l’umiltà e anche un po' la timidezza che traspare dal suo essere e
dai suoi discorsi, gli innumerevoli virtuosismi vocali ma soprattutto musicali fanno di
lui senza ombra di dubbio un fuoriclasse.
Erika Di Bennardo