Il vento gelido dell’umanità
Il Crogiuolo di Miller con la regia di Filippo Dini in scena a Torino fino al 23 ottobre
Per l’inaugurazione della nuova Stagione del Teatro Stabile, Filippo Dini, artista residente del TST, porta in scena Il Crogiuolo di Arthur Miller, testo molto amato dal regista e attore genovese.
Partendo dalla storia della comunità di Salem del XVII secolo, Miller delinea una metafora potente del maccartismo in quel periodo di isterismo e complottismo che invitava i cittadini a denunciare connazionali considerati aderenti al pensiero comunista. L’autore americano subì sulla propria pelle, per opera del collega Kazan, la follia di quella deriva autoritaria, in un periodo storico, quello dei primi anni 50, carico di minacce e di incognite. Ne Il Crogiuolo Miller rielabora quell’esperienza, utilizzando la metafora della tragedia di Salem, raccontando il microcosmo dei pellegrini, primi coloni americani nelle terre dell’ovest, impauriti e bacchettoni in cui la condotta inusuale di due ragazzine della comunità era stata attribuita al maleficio di una strega e di delazione in delazione, tra faide fra vicini, gelosie, vendette, confessioni estorte e inutili proclamazioni d’innocenza, il conto dei morti era via via aumentato fino ad assumere dimensioni mostruose. Filippo Dini mette in scena il testo di Miller con un nutrito e formidabile cast, su tutti la strepitosa Manuela Mandracchia, con le scene di Nicolas Bovey e le musiche di Aleph Viola, orchestrando un dramma epico contemporaneo, fra grandi scene corali e momenti intimi di forte impatto emotivo. L’inizio
dell’opera, prende alla sprovvista lo spettatore, con l’ingresso dalla platea delle attrici che
popolano un palco invaso di fumo cupo e avvolgente per la bellissima e suggestiva scena corale selvaggia, da cui si origina tutto il dramma della comunità. La scenografia di Nicolas Bovey, pareti mobili come frantoi, schiacciano con inesorabile durezza i legami affettivi, le famiglie, gli amori, mosse dal fuoco della vendetta, dall’avidità dei singoli, dalle invidie. La regia di Filippo Dini ci conduce pian piano nel vortice di questa follia, facendoci percepire palpitante la paura insita nelle regole ferree della comunità, che si trincera a rincorrere spiriti maligni, sulla scorta di finzioni colpevoli di molte morti, per provare con frustrante cecità ad instaurare un ordine granitico che non può smentirsi. Ma la grandezza del testo di Miller e della messa in scena di Dini è quella di farci riflette con profondità sui temi attuali, sui contrasti sociali come dinamiche polarizzanti che distinguono con ostracismo solo fra vittime e carnefici, irrigidendo le categorie e le etichette, ma dandoci altresì la speranza che ciascuno di noi può essere il granello che fa inceppare il meccanismo diabolico. Spettacolo dai toni forti, feroce e sanguigno, vero e intimo, con un cast molto ampio, che consente di creare un vero e proprio dramma contemporaneo, parla a noi oggi con profondo impatto per consentirci una riflessione profonda sulla nostra società attuale e sull’impegno che ciascuno può impiegare per inceppare il meccanismo diabolico di autodistruzione. Dolorosamente necessario.
Visto il 13 ottobre 2022
Teatro Carignano – Torino
Il Crogiuolo
di Arthur Miller
traduzione Masolino d’Amico
con (ordine alfabetico) Virginia Campolucci, Gloria Carovana, Pierluigi Corallo, Gennaro Di Biase, Andrea Di Casa, Filippo Dini, Didì Garbaccio Bogin, Paolo Giangrasso, Fatou Malsert, Manuela Mandracchia, Nicola Pannelli, Fulvio Pepe, Valentina Spaletta Tavella, Caterina Tieghi, Aleph Viola
regia Filippo Dini
scene Nicolas Bovey
costumi Alessio Rosati
luci Pasquale Mari
musiche Aleph Viola
collaborazione coreografica Caterina Basso
aiuto regia Carlo Orlando
assistente scene Francesca Sgariboldi,
assistente costumi Veronica Pattuelli
Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
Teatro Stabile di Bolzano
Teatro di Napoli – Teatro Nazionale
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