PRIMA NAZIONALE
In scena .Ispirato a “, ” .
Un’indagine personale sulla Guerra dei Balcani di cui nel 2022 ricorre il trentennale.
“Io mi ricordo la guerra nell’ex Jugoslavia. E non solo perché è una guerra incredibilmente vicina nello spazio e nel tempo. Me la ricordo bene soprattutto perché mio padre, che di mestiere faceva il giornalista, quella guerra l’ha vissuta e raccontata tutta.
Mi ricordo che stava via per mesi interi, mi ricordo delle domande dei bambini e dei non detti degli adulti. Mi ricordo di quando si svegliò di soprassalto, la notte della festa della Madonna a mare, perché i fuochi d’artificio gli ricordavano le bombe.”La guerra di Baba Roga è un reportage in forma di monologo,
un’indagine sulle ragioni che possono scatenare l’oscenità racchiusa in ogni uomo e il pudore che spesso non ci permette di accettarla. Passando tra miti e leggende, lo spettacolo scava in un passato che abbiamo dimenticato troppo in fretta, mettendolo in relazione con la storia personale di chi racconta.
Il libro di Giuseppe Zaccaria, giornalista inviato di guerra per La Stampa che fu il primo europeo a descrivere gli orrori degli stupri etnici, è stato acquisito dal tribunale internazionale dell’Aja come prova dei crimini compiuti durante la guerra dei Balcani.
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Paolo Zaccaria, attore e regista romano, vive in Emilia dal 2013, dove lavora insieme a Irma Ridolfini nella direzione di TiPì-Stagione di Teatro Partecipato nell’area nord della provincia di Modena e, dal 2017, collabora con il festival Concentrico come conduttore del laboratorio teatrale Cantiere Concentrico. Nel suo percorso di studi incontra Antonio Careddu, sassarese classe 1987, attore, regista e drammaturgo. I due iniziano a collaborare a vari progetti, fra cui La Patetetica (2015), in cui Antonio è in scena e Paolo cura la regia. L’autore del testo è Lorenzo De Liberato, drammaturgo, regista e a volte anche attore. I tre, dopo altre collaborazioni negli anni, si ritrovano insieme per questo progetto
Lo spettacolo fa parte della di : memoria e storia si intrecciano con la pratica artistica, storie e vite attraverso la complessità del secolo breve come punto di partenza per riflettere sull’oggi. Senza lo studio e il ricordo del passato non si può capire il presente, né costruire il futuro.
Con il contributo di Regione Emilia Romagna e patrocinio del Comune di Carpi.
In collaborazione con Istituto Storico di Modena, Anpi Carpi e Circolo Arci Menotti
Info: info@appenappena.it / 3382923478