“Delitto all’isola delle capre”, domani 30 novembre ore 21,15 a Camerino va in scena l’opera lirica dal dramma di Ugo Betti, musica di Marco Taralli, libretto di Emilio Jona
Mercoledì 30 novembre 2022 alle ore 21.15 l’opera lirica “Delitto all’isola delle capre” sarà all’Auditorium Benedetto XIII di Camerino, città natale di Ugo Betti, nel 130° anniversario della nascita dello scrittore marchigiano, tra i più rilevanti drammaturghi italiani del ‘900. La prima mondiale di questa opera, dal dramma in tre atti del poeta e drammaturgo Ugo Betti, musica di Marco Taralli e libretto di Emilio Jona, è andata in scena al Teatro Pergolesi di Jesi il 25 e 27 novembre.
Nuova commissione e nuova produzione della Fondazione Pergolesi Spontini in coproduzione con il Teatro dell’Opera Giocosa di Savona, terzo titolo nel cartellone della 55esima Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi, grazie al contributo della Città di Camerino e con il patrocinio dell’Università di Camerino, l’opera arriva a Camerino, città natale di Ugo Betti (Camerino 1892 – Roma 1953).
Precede la messa in scena, l’iniziativa “Essere spettatore: percorso dedicato ad Ugo Betti”, un percorso di approfondimento in tre tappe, tra Jesi e Camerino, realizzato con il patrocinio e la compartecipazione del Consiglio Regionale delle Marche. Martedì 29 novembre 2022, alle ore 18, nella Sala Consiliare del Comune di Camerino, ci sarà l’ultimo degli incontri dal titolo: “Vi era un forestiero…” a cura di Pierfrancesco Giannangeli, docente, giornalista e consulente della Fondazione Pergolesi Spontini per la formazione del pubblico. L’incontro è ad ingresso gratuito.
Con questi eventi, le città di Jesi e di Camerino celebrano i 130 anni della nascita dell’autore marchigiano, poeta, scrittore e giudice, tra i più rilevanti drammaturghi italiani del ‘900.
La direzione di “Delitto all’isola delle capre” è affidata a Marco Attura sul podio del Time Machine Ensemble, la regia è di Matteo Mazzoni, le luci di Marco Scattolini. Scene e costumi sono firmate da Josephin Capozzi, vincitrice della II edizione del Concorso dedicato a Josef Svoboda “Progettazione di Allestimento scene e costumi di Teatro Musicale” riservato a iscritti e/o neodiplomati al Biennio di Specializzazione in Scenografia delle Accademie di Belle Arti di Macerata, Bologna e Venezia. Il concorso è una nuova modalità per valorizzare giovani creativi che possono vedere realizzato il proprio progetto scenico e hanno la possibilità di valorizzare il proprio curriculum collaborando con registi professionisti.
Il mezzosoprano Sofia Janelidze canta Agata, il soprano Yuliya Tkachenko è la figlia Silvia, il soprano Federica Vinci è la cognata Pia, Andrea Silvestrelli interpreta Angelo, Edoardo è Alessandro Fiocchetti.
Ugo Betti è drammaturgo oggi semidimenticato, eppure dopo Luigi Pirandello è certo uno tra quelli più di rilievo nel 900 italiano. I suoi temi sono insieme arcaici e attuali come quelli di una tragedia greca, mentre la sua struttura narrativa e drammatica appare immediatamente traducibile nel linguaggio dell’opera lirica.
“Delitto all’isola delle capre” è uno dei suoi capolavori, scritto nel 1948 e è stato rappresentato per la prima volta a Roma nel 1950. Il titolo dichiara fin dall’inizio il carattere dell’opera: siamo in un vero giallo, con tanto di omicidio finale. Ma è solo l’apparenza perché il tema vero del dramma è tutt’altro: è il percorso e l’intreccio delle passioni eterne degli umani.
“È un vero e proprio noir, una storia senza lieto fine, senza vincitori e soprattutto senza buoni, in cui il dipanarsi degli eventi fa uscire fuori la parte peggiore dell’anima di ognuno”, racconta il compositore Marco Taralli. “È un soggetto che ho nella mente e nel cuore da più di 30 anni – prosegue – Ero ancora studente quando lo lessi per la prima volta, già avevo in mente il Teatro Musicale, e rimasi immediatamente affascinato dal plot del grande magistrato”.
“Del testo di Betti – fa sapere il librettista Emilio Jona – mi hanno prima di tutto interessato i suoni: il vento che spazza un’isola deserta, il rumore delle mandibole delle capre che brucano l’erba in prati desolati, lo sbattere di una persiana irraggiungibile al primo piano di una casa in rovina, le voci deformate che provengono da un pozzo che sta al centro della scena e del dramma. Poi le storie e la personalità delle tre donne sole che abitano quel l luogo, la loro insolita sorte di cittadine diventate pastore di capre, il loro radunare in sé qualcosa di arcaico, da tragedia greca e insieme di contemporaneo, sentimenti, comportamenti, rapporti affetti senza tempo”.
Al centro della vicenda è un gineceo, composto da una madre dura, amara, di una bellezza un po’ sfiorita, da una figlia con tutti i turbamenti dell’adolescenza, da una cognata quarantenne, piacente e un po’ fatua, in cui irrompe un uomo, dal nome emblematico, Angelo, giovane, sicuro di sé, furbo e prepotente, maschilista e dionisiaco. Viene da lontano, dice di essere stato l’amico dell’uomo che quelle donne ha abbandonato alcuni anni prima, che è morto con molti rimpianti e che gli lasciato un messaggio e un compito, quello di tornare al posto suo tra le tre donne. Con la sua venuta, il suo introdursi nel loro mondo e nelle loro anime, in quella stanza, in quel pozzo anche simbolico, avverranno così fatti che sconvolgeranno la vita di tutti.
Biglietti Camerino: posto unico euro 10; ridotto studenti Unicam, under 18 e over 65 euro 5.
INFO: Fondazione Pergolesi Spontini, www.fondazionepergolesispontini.com