Ti amo (o qualcosa del genere) – L’amore al tempo della società liquida
Presso i Magazzini sul Po a Torino la giovane Compagnia Pappagalli in Trappola porta in scena una pietra miliare della drammaturgia contemporanea, La commedia dell’amore – Jack and Jill di Jane Martin, pièce che mette al centro del dramma le difficoltà del rapporto di coppia nella famiglia moderna, ristretta e ossificata. Il titolo prende spunto da un’antica filastrocca inglese che narra del vano tentativo di due innamorati di raggiungere insieme la fonte della felicità: “Il re Jack e Jill la sua regina salirono sul monte – per attingere lassù l’acqua di una fonte – ma Jack cadde giù e la corona si spezzò – e anche lei dal monte scivolò”. La filastrocca, già nota a Shakespeare che la cita nel Sogno di una notte di mezza estate, nell’Ottocento ha dato il titolo a un romanzo di Louisa May Alcott, l’autrice di Piccole Donne, esperta in quel genere prettamente anglosassone, i Family Novels, che avevano lo scopo di educare le bambine al matrimonio. L’autrice aveva saputo innovare il genere dall’interno trasformandolo in una dura critica alla condizione femminile e all’istituzione familiare. Proprio da qui parte Jane Martin per indagare sulla stessa tematica nel mondo contemporaneo. Nella pièce, Jack e Jill (due nomi che nell’inglese parlato indicano genericamente l’uomo e la donna, cioè la coppia) sono due quarantenni divorziati che si incontrano, si innamorano e cercano di vivere una relazione in modo consapevole e maturo, per conquistare quel fantasma dell’amore che perseguita il mondo occidentale. Il testo inizia volutamente come una commedia rosa: Jack incontra Jill in una biblioteca e si innamora, si vedono ancora e iniziano una relazione che incontra fin da subito i lacci e lacciuoli delle idiosincrasie individuali. Riti, regole e visioni distanti del mondo, le cicatrici del passato che mettono i bastoni fra le ruote all’unione di due persone con esperienze della vita contrastanti e ancora doloranti di delusioni vissute. Ma decidono di affrontare queste differenze, di accogliere le difficoltà e raccogliere insieme i cocci delle loro vite. Decidono quindi di andare a vivere insieme, Jill recriminando sul fatto che alla fine sono andati a vivere da lui, come a voler imprimere alla sua vita un’impronta di supremazia, ma superando le asperità e componendo i conflitti arrivano ad un passo dal matrimonio, un amore (o qualcosa del genere) che rispecchia l’instabile combinazione di consolazione e desolazione dei sentimenti al tempo della società liquida. Jill sente il bisogno di realizzarsi, Jack annaspa nell’autodefinirsi, il matrimonio è una chimera, la bufera si abbatte sulla coppia, il conflitto esaspera le parole e la lacerazione è compiuta. Si ritrovano, si reinventano, si riavvicinano, si riallontanano, fino all’epilogo devastante che spazza via ogni lieto fine. In scena Elisa Gandolfi, un’esuberante ed emozionante Jill, e Paolo Malgioglio, un premuroso e vibrante Jack, guidati dalla sapiente regia di Ludovica Aprile, seguono i fili di una relazione che annaspa nell’incertezza dell’oggi, avvalendosi di una valigia ciascuno da cui compaiono pochi ma significativi oggetti azzeccati per descrivere i sentimenti devastati e vandalizzati dagli schianti dell’amore liquido: tra questi anche bicchieri di plastica bianca disseminati, organizzati, schiacciati e distrutti portano le cicatrici visibili delle anime candide ormai sozze. Oltre ai protagonisti sul palco si aggira anche un servo di scena vestito di scuro, l’imperturbabile Giorgio Sanna, che segue i protagonisti, ne vive con partecipata e poetica pacatezza le evoluzioni emotive e rappresenta il legame tra il nostro sguardo coinvolto e lo sviluppo turbinoso della relazione di Jack e Jill. Di impatto visivo ed emotivo anche i momenti ripresi dal vivo e proiettati sul fondale in cui J & J manifestano i loro pensieri, li condividono con noi, con l’anima del mondo, se ne fanno scudo, terapia, condivisione, sofferenza, dando modo al pubblico di elaborare con cuore e mente le oscillazioni imprevedibili della relazione. Uno spettacolo dinamico e profondo, che si nutre di intuizioni intelligenti e di un’interpretazione raffinata e incisiva, rinvigorita dall’affiatamento dei giovani attori per una giovane compagnia che non è una promessa, ma realtà artistica.
Visto il 17 novembre 2022
Magazzini sul PO – Torino
J & J
di Jane Martin
regia di Ludovica Aprile
con Elisa Gandolfi, Paolo Malgioglio e Giorgio Sanna
costumi e scenografia Compagnia Pappagalli in Trappola
Produzione Compagnia Pappagalli in Trappola