La ricerca di sé dallo spazio angusto del passato
Al Teatro Gobetti va in scena, all’interno della Stagione del Teatro Stabile di Torino, La signorina Giulia di August Strindberg, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria, in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi, con l’adattamento e la regia di Leonardo Lidi, che continua con questo spettacolo la sua ricerca sui confini autoimposti dall’ultima generazione. Il testo del drammaturgo svedese è considerato da molti il suo capolavoro, “tragedia naturalistica” che porta in scena la guerra tra i sessi, questo testo è anche l’analisi di un rapporto servo-padrona, un autoritratto inconscio, un viaggio all’interno di anime che si misurano con i loro sogni, la loro animalità, il loro istinto di morte. Il dramma della contessina Julie, la ragazza che prima provoca e irretisce il servo Jean, e poi si ritrova prigioniera della trappola che essa stessa ha fatto scattare, si impone per la sua violenza interiore, la sua inesorabile crudezza. La scena, realizzata magistralmente da Nicolas Bovey, è una sorta di labirinto oblungo a forma di T rovesciata, uno spazio angusto spigoloso e per nulla accogliente, la casa paterna, prigione siderale dei protagonisti orfani e alla ricerca di identità. In questa cornice claustrofobica Lidi immette, sotto la guida di Strindberg, gli input per una tragedia perfetta, desideri di morte e di fuga della Contessina, figlia della serva, portata oltre le nuvole da una sistema patriarcale schiacciante, gli aneliti verso l’affermazione di sé, ambizioni cieche e velleitarie, del domestico che desidera afferrare il primo ramo che gli consentirà la scalata fuori dall’antro della schiavitù, e le favole perbeniste della serva tradita che s’illude di salvarsi fra un rosario e un Ave Maria. Gli attori, nel labirinto metaforico della magione del Padre, riescono nell’impresa ardua di restituire la violenza livida della segregazione psicologia, attraverso il meccanismo diabolico di questo testo, con naturale e superba freschezza, con interpretazione profonda e disarmante, immergendosi in tutte le sfumature dell’animo umano, dall’impulso animale al desiderio di morte, dal desiderio di felicità alla disperazione più cupa, facendo compiere al pubblico un viaggio squassante nelle fibre delle pulsioni e della volontà.
Visto il 13 novembre 2022
Teatro Gobetti – Torino
La Signorina Giulia
di August Strindberg
adattamento e regia Leonardo Lidi
con Giuliana Vigogna, Christian La Rosa, Ilaria Falini
scene e luci Nicolas Bovey
costumi Aurora Damanti
suono G.U.P. Alcaro
Teatro Stabile dell’Umbria
in collaborazione con Spoleto Festival dei Due Mondi